venerdì 13 dicembre 2024

In morte di Enrico Bosi



Enrico Bosi, un ben vestito "occidentalista" di cabotaggio intercomunale i cui scritti sono sempre stati trattati in questa sede con aperta sufficienza, è morto il 12 dicembre 2024.
Gli concediamo con sbrigativo brio l'onore delle armi riportando un suo comunicato stampa del 15 settembre 2006, arricchito di alcune stimolanti annotazioni.
Il testo riportato contiene il nome dello stato che occupa la penisola italiana; ce ne scusiamo come nostro uso con i lettori, specie con quanti avessero appena finito di pranzare.

La morte di Oriana Fallaci, Bosi (FI): «Una giornalista che ha sempre lottato per la libertà»

Questo il testo dell'intervento del consigliere di Forza Italia Enrico Bosi:
«Firenze ha oggi perduto una delle sue figlie più illustri, Oriana Fallaci, alla quale il nostro Sindaco ha recato offesa gravissima definendoLa "una donna seminatrice di odio" e preferendoLe, nell'assegnazione del Fiorino d'oro, da me a suo tempo richiesto, un personaggio di scarso valore culturale e che non reca nessun prestigio alla nostra città[1].L'impegno civile di Oriana Fallaci non ha nulla a che vedere con quello, poco disinteressato, della miriade di giornalisti, scrittori ed opinionisti "servi del regime"[2].Le sue prese di posizione, le sue affermazioni, il suo sincero amore per la libertà, contro tutti i totalitarismi, ed in primo luogo contro il nemico giurato dell'Occidente, ossia l'estremismo islamico[3], che tanti lutti ha arrecato agli Stati Uniti, sua patria adottiva, con l'11 settembre, l'hanno esposta alle calunnie ed alle inusitate azioni legali di estremisti che hanno trovato accoglienza nel nostro ed in altri paesi europei, con la benevolenza del sinistrismo pacifista e dei nemici giurati di Israele.
Ho conosciuto Oriana quando Lei era già una grande inviata dell'Europeo, dove aveva raffinato il suo stile sotto la guida di un altro grande giornalista, Renzo Trionfera, che mi ha onorato della sua amicizia e con il quale ho condiviso le esperienze di viaggio alla scoperta del continente asiatico. Ricordo con piacere, agli inizi della mia carriera di giornalista, di averLa "scarrozzata" con la Topolino in giro per Firenze[4] dove Lei stava seguendo una troupe cinematografica. Poi le nostre strade si sono inevitabilmente separate, non solo perché non ho mai più raccolto i suoi inviti a Milano e negli Stati Uniti[5], ma anche perché non condividevo i suoi atteggiamenti antiamericani, all'epoca della guerra del Vietnam, ed altre scomode prese di posizione sulla vita politica e sulla storia del tempo. Ma proprio in questa sua costante e ferma coerenza sta la grandezza e la "scomodità"del personaggio che solo una città meschina ha rifiutato e dileggiato a cominciare dal suo Sindaco, che spero avrà il buon gusto di astenersi da qualunque commento, dopo quello che ha affermato al momento del rifiuto del Fiorino d'oro».(fn)

[1] Dopo le spregiudicate operazioni urbanistiche sul suolo statunitense dell'11 settembre 2001 il "Corriere della Sera" assecondò per motivi di cassetta Oriana Fallaci, superando in più di un caso i limiti suggeriti non solo dalla dignità ma anche dall'igiene. La Firenze che non conta apprezzò oltremodo uno "scritto" pubblicato il 6 novembre 2002 in cui Oriana Fallaci diceva quello che pensava di Firenze e del Social Forum che vi si sarebbe tenuto di lì a qualche giorno. Proprio riferendosi all'onorificenza fiorentina, Oriana Fallaci si rivolgeva all'allora borgomastro assicurandogli che in caso di conferimento glielo avrebbe ficcato in gola. A fronte di una reazione tanto decisa nessuno si sentì di provocarle un dispiacere che nelle sue già precarie condizioni di salute avrebbe potuto rivelarsi devastante.
[2] Notoriamente le pagine della "libera informazione" sono occupate da penne animate da un totale disinteresse. I legami tra mass media e democratismo rappresentativo? Inesistenti.
[3] Su come l'"Occidente" si sia servito dello wahabismo e dell'estemismo sunnita in genere per perseguire i propri interessi sono state scritte intere biblioteche. La guerra per procura contro la presenza sovietica in Afghanistan e la guerriglia per rovesciare il governo della Repubblica Araba di Siria sono solo due tra gli esempi più noti.
[4] Secondo una solida aneddotica Oriana Fallaci era solita considerare gesti del genere come null'altro che atti dovuti. Da certe disposizioni stabili della sua personalità si potrebbe anche concludere che più che per una non meglio definita libertà quella donna abbia lottato (ovvero fatto i capricci, in buona sostanza) esclusivamente per se stessa.
[5] Probabile che ci fosse un valido motivo. E infatti Enrico Bosi specifica immediatamente di non aver gradito gli "atteggiamenti antiameriKKKani" di Oriana Fallaci. Atteggiamenti che non le hanno impedito di risiedere più che agiatamente negli USA per decenni. Da ligio "occidentalista" Bosi considera una simile condotta un esempio di "costante e ferma coerenza" che aprirebbe addirittura la via alla grandezza. Va tutto benissimo, ci mancherebbe; anche asserire che è giusto il bianco perché è nero, secondo la prassi abituale dell'"occidentalismo" gazzettiero. Basta non avanzare pretese irricevibili, prima fra tutte quella di essere presi sul serio.

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