venerdì 12 febbraio 2021

Emanuele Cocollini della Lega non apprezza il Centro Popolare Autogestito Firenze Sud e le bandiere della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia

Emanuele Cocollini è un ben vestito amante del buon mangiare e soprattutto del buon bere, cui non piacciono le bandiere della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia e nemmeno i centri sociali, specie quelli in attività da prima che lui nascesse.
In questa sede si è compiuta e si continua a compiere una paziente e rilassata opera di confutazione e soprattutto di derisione della propaganda "occidentalista" e dei suoi esponenti. Il minimo che si possa fare è rilevare come il "partito" del signor Cocollini abbia avuto per trent'anni talmente a cuore le sorti dello stato che occupa la penisola italiana da destinarne le insegne ai luoghi di decenza e da adoperarsi -in teoria- per il suo smembramento. La traduzione operazionale dell'intento è stata molto dissonante, visto che gli esponenti della Lega si sono limitati ad occupare ogni carica possibile in quelle stesse istituzioni che avrebbero dovuto sovvertire. 
 Il Centro Popolare Autogestito Firenze Sud è una realtà un po' più seria. Le bandiere della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia esposte ogni dieci febbraio sono state acquistate dal sottoscritto nel 2005 in numero di 10 (dieci) in modo da assicurare una scorta durevole.
Una somma molto bene spesa.

mercoledì 10 febbraio 2021

Firenze. Un giardino per Norma Cossetto, vittima dellA foibe

 

L'ufficio toponomastica del Comune di Firenze deve essere una sorta di catalizzatore di nequizie di ogni specie. Nonostante l'amministrazione cittadina abbia da molto tempo adottato una linea politica assolutamente indistinguibile da quella "occidentalista", alcuni particolari rivelano ostinatamente una deep town (non potendosi parlare di un deep state) cocciutamente refrattaria alla propaganda e alle parole d'ordine.
Dopo aver imposto per legge una ricostruzione propagandistica di quanto avvenuto ai confini orientali dello stato che occupa la penisola italiana alla metà del XX secolo, le formazioni politiche "occidentaliste" hanno messo in cima all'agenda dei propri rappresentanti locali la sua traduzione pratica, con particolare attenzione alla dedica di vie, strade e parchi cittadini.
A Firenze i mariti delle foibe hanno avuto da tempo il dubbissimo onore di uno squallido parcheggio.
L'agenda "occidentalista" ha fatto attenzione anche ad Oriana Fallaci, cui è toccata una piazza ben isolata dagli stabili di abitazione. Il che è un ottima cosa: evita di doverne pronunciare il nome comunicando o chiedendo un indirizzo.
A Jan Palach è toccata una rampa stradale di periferia, e non certo fra un golf club e una beauty farm.
Norma Cossetto è stata insignita alla memoria con uno scampolo di aiuole a bordo strada in un quartiere molto periferico e storicamente piuttosto problematico.
Con una lapide recante un marchiano errore di scrittura.
A quel punto, persino i postulatori hanno avuto qualche piccolissimo dubbio. Essere presi in giro non piace a nessuno.