sabato 26 settembre 2020

Firenze: Emanuele Cocollini (Lega) lotta contro il degrado, contro l'insicurezza... e contro l'evidenza. Prosit!

 

Il segretario della Lega Matteo Salvini, con addosso qualcosa che inneggia a quello stesso "stato" che il suo "partito" diceva di voler smembrare (salvo occuparvi ogni carica possibile) e il promettente Emanuele Cocollini.


Emanuele Cocollini a Firenze è consigliere per la Lega e vicepresidente del Consiglio comunale.
Come i nostri lettori sanno bene, un micropolitico "occidentalista" fa una vita veramente d'inferno.
Pallone, pallonate, palloneggi, pallonieri, Oriana Fallaci, le "sentinelle in piedi", lo stato sionista, i mariti delle foibe, l'insihurézza, i'ddegràdo eccetera.
Il tutto lardellato da robetta presa dalle gazzette, casi umani e parole d'ordine che arrivano diritte da Roma o da Gallarate, secondo l'agenda politica di qualcuno che non ha alcuna contezza della città di Firenze.
Una pratica politica e una strategia di comunicazione che riescono a garantire da sempre agli esponenti di certe formazioni politiche quelle figure da marziani che dopo tanti anni sono più una caratteristica simpatica che uno stigma.
A tutto questo si aggiungono dispiaceri da affogare e rospi da buttare giù.
Per quante ciarle si diffondano, per quanto denaro si sperperi, per quante nullità si possano schierare, a Firenze e in Toscana la Lega e i suoi alleati riescono tutt'al più a fare da comprimario anche nelle annate migliori.
Il problema è che occuparsi di sconcezze tutto il giorno mette a dura prova anche gli stomaci più robusti.
E a quanto pare mette anche sete.
Anzi: soprattutto, mette sete.
La sera del 22 settembre 2020 la Lega ha dovuto prendere atto della sconfitta in Toscana.
Dopo essere stato preso praticamente a bastonate dai risultati elettorali il signor Cocollini è andato a cena fuori.
Sulla via del ritorno è stato fermato dai gendarmi, sottoposto ad alcolimetro, trovato positivo e orbato di patente e scooter.
La cosa ha fatto il giro delle gazzette e lo ha costretto a diramare una nota stampa, che qui riportiamo con annesse le nostre considerazioni.
Come tradizione negli ambienti "occidentalisti", il suo "partito" ha immediatamente fatto finta di non conoscerlo nemmeno.



24 settembre 2020

Non ho problemi a chiedere scusa per quanto accaduto nella notte di lunedì scorso. Giacché non ne vado certo fiero.

E soprattutto perché le gazzette -le stesse cui noi "occidentalisti" dobbiamo redditi ed agibilità politica- sono fatte di pubblicità e di mattinali della gendarmeria. Questa piccola seccatura sarebbe planata sui laptop di mezza penisola in due ore al massimo, quindi è inutile che mi nasconda dietro un dito.

Mi preme però fare delle doverose precisazioni: non mi sono messo alla guida pensando di aver superato il limite consentito dalla legge. Ero molto stanco e provato dalla lunga maratona elettorale ed ero stato a cena con alcuni colleghi.

...Durante la quale mi sono comportato come un brambilla qualunque. D'altronde il nostro elettorato potenziale è piuttosto sensibile all'argomento, al punto che un certo Giampaolo Vallardi ebbe i suoi quindici millisecondi di notorietà per un "emendamento del grappino" inserito nella legislazione sulla circolazione stradale. Noi amiamo le leggi rigorose, fermo restando che di tale rigore devono fare le spese solo gli appartenenti a quei gruppi sociali di cui le gazzette di cui sopra si servono per le loro incessanti campagne di denigrazione.

Sono stato fermato - com’è successo a tanti - per un normale controllo di routine, sottoposto all‘alcol test e mi è stata tolta la patente. Sono ancora in attesa delle notifica del provvedimento. Tengo inoltre a precisare che tutto ciò non è accaduto nell’esercizio delle mie funzioni istituzionali. E non accetto pertanto che su di un fatto personale si monti una speculazione politica. Credo infatti che in politica la censura vada esercitata laddove un amministratore, nel pieno esercizio delle sue funzioni, commetta atti illeciti o immorali. Perché se salta la distinzione tra sfera pubblica e sfera privata rischiamo di trovarci al di fuori dello stato di diritto, col risultato d’imbarbarire ancora di più il dibattito politico.

Se non mettessi le mani avanti pretendendo una rigida distinzione tra vita pubblica e vita privata -la stessa che noi "occidentalisti", la nostra propaganda, il gazzettaio che la riporta e il nostro stesso elettorato non concepiamo neppure possa riguardare chiunque ci stia antipatico per qualche motivo- e mi ripagassero con la mia stessa moneta sarei proprio in un bel pasticcio.

E a questo proposito - ricordo a tutti consiglieri e non - che le stesse leggi che stabiliscono i limiti stabiliscono le pene e fra queste non mi risulta che sia previsto il linciaggio.

Nonostante ci siamo impegnati non poco per incentivare la gente a farsi giustizia da sola (La difesa è sempre legittima, si legge anche nella foto che mi ritrae col segretario del "partito"), devo per una volta sospirare di sollievo. Comunque, visto che saranno più o meno trent'anni che nello stato che occupa la penisola italiana l'agenda politica si compendia di repressione, paura e piccoli atti vili, la prudenza non è mai troppa.

Infine offro la mia disponibilità verso le Associazioni che si occupano di vittime della strada. E non mi fermo alle scuse, ma do a loro la garanzia ad impegnarmi, anche attraverso il mio ruolo politico, affinché l'attenzione sul tema sia la più elevata possibile.

Non solo non ho la minima intenzione di finire vittima dei meccanismi sociali che io stesso ho contribuito con entusiasmo a mettere in moto, ma mi atteggio anche a integerrimo, in modo che il prossimo che finisce nella stessa situazione si attiri le stesse attenzioni gazzettiere che rischio di tirarmi addosso io.


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