giovedì 27 agosto 2020

Guglielmo Stagno d'Alcontres, sfruttatore a chilometri zero

 


Questo signore ben vestito e dall'aria molto ben nutrita si chiama Guglielmo Stagno d'Alcontres.
 In questa sede va ad aggiungersi a un piccola schiera di sedicenti imprenditori, locandieri poco furbi (Alessio Maggi di Marina di Pietrasanta) e mezzane di pigione che sarebbero (forse) piaciute a Edmondo de Amicis. 
 Tutti rappresentanti di vari settori della popolazione che possiedono molto più del necessario a una vita dignitosa, con i quali chi scrive si vanta apertamente di non avere nulla da spartire. 
Alcuni anni fa l'elegante Guglielmo Stagno d'Alcontres ha fondato una startup
 Una startup non è un'impresa e men che meno è un salvacondotto per l'agiatezza, perché si compendia di un nonsisabenecosa che consiste nel dire di avere un'idea sfruttabile economicamente e nel cercare qualcuno che ti affidi del denaro per realizzarla. 
D'Alcontres ci è riuscito e attorno al 2010 si è messo a produrre frutti di bosco vicino a Milano.
Non gli ci è voluta molta fatica, i terreni erano della sua famiglia. Un rilievo che è assennato fare, perché elementi del genere sono anche capaci di invitarli a qualche convegno a parlare di meritocrazia.
Comunque, per qualche anno le gazzette lo hanno portato in palmo di mano: pittoresche Apecar per le consegne, produzione a chilometro zero, azienda giovane e innovativa, premi. 
I toni sono cambiati all'improvviso nell'agosto del 2020. Sfruttamento della manodopera, condizioni degradanti, prodotti mal conservati, esplicita instaurazione di un clima di terrore tra braccianti sistematicamente sottopagati. Perfino il gazzettaio di più stretta osservanza "occidentalista" ha parlato di ispezioni della gendarmeria, di sequestro e di commissariamento.
In questa sede non si riconosce alcun diritto all'oblio. Questo scritto serve -nel suo piccolo- ad aggiungere per gli anni a venire qualche difficoltà alla carriera del signor d'Alcontres fidando nell'ottima memoria del web.
"Poi si è rivolto a me (D'Alcontres ndr) ed ha iniziato ad urlarmi in faccia che dovevo firmare la lettera per annullare il contratto e mi ha detto che siamo dei poveracci africani che non hanno niente poi mi ha spintonato violentemente provando a buttarmi fuori dall’ufficio e mentre mi spingeva continuava a venirmi sulla faccia e continuava ad urlare e sputacchiarmi in faccia. Io però gli ho detto che finché non mi dava i miei soldi non me ne sarei andato da lì."
I giovani e vincenti, nei vari campi dell'economia e della politica, hanno somma cura di scegliere i soggetti contro cui accanirsi tra quanti hanno troppo da fare per mangiare un paio di volte al giorno per curarsi di trattarli nella maniera più adeguata. Innovazioni e chilometri zero non hanno ancora inciso su questa prassi.

mercoledì 12 agosto 2020

Dodici agosto


E poi ti hanno riportato 
in quel paese al sole 
su in montagna,
e sembra quasi di vederla
quella mano, che il tuo nome 
copre con una riga nel registro.