giovedì 30 marzo 2023

Parte da Roma la Crociata in difesa della Tradizione

 


Alla fine di marzo 2023 l'esecutivo in carica nello stato che occupa la penisola italiana sembra particolarmente impegnato nella difesa delle cosiddette preparazioni alimentari tradizionali.
Qualche gazzetta ha ripreso con la solita solerzia anche le considerazioni di chissà quale ben vestito che intende organizzare una specie di Mossad del casatiello da sguinzagliare in giro per le mangioteche, non si sa se con licenza di uccidere o no.
L'iniziativa ha un'importanza vitale. Fra i suoi propagandisti qualcuno si è accorto con palese fastidio che esistono podcast in cui un certo Alberto Grandi -un docente universitario che dorme con la foto di Eric Hobsbawm sul comodino- confuta le operazioni di marketing che inventano tradizioni nel costruttivo intento di smerciare a dieci quello che vale (forse) uno, fermo restando che rimaniamo nel settore di beni di consumo destinati a finire nella prima latrina in capo a qualche ora al massimo.
Alberto Grandi ha scritto qualche anno fa un libretto intitolato Denominazione di Origine Inventata, in cui lo stesso argomento è affrontato riportando decine di esempi e con toni di aperto e divertito scherno.
In questa sede ci si occupa solitamente di tutt'altri argomenti, ma pensiamo che il libro possa interessare ai nostri ventidue lettori, specie a quanti conoscono Hobsbawm, non amano i ristoranti e soprattutto considerano l'esecutivo dello stato che occupa la penisola italiana come una realtà da tollerare con irridente sufficienza per il fatto puro e semplice che esiste, senza per questo evitare di sottolinearne la sostanziale demenzialità.
Con questo non si intende certo affermare che nella penisola italiana non esistano anche tradizioni autentiche e dalle comprovate origini remote. Tra queste spiccano ai nostri fini le nozze riparatrici, il matrimonio combinato e il delitto per motivi d'onore; è comprensibile che davanti a materie del genere un esecutivo capeggiato da una madre non sposata non si senta troppo a proprio agio.

martedì 21 marzo 2023

Carlo Frattini, "Alla fine dell'estate. Gli anni Ottanta della lotta armata in Italia". A Federico Bussolin, a Federico Bonriposi, alla Lega e alla "libera informazione"

 

Firenze. Nel marzo 2023 i micropolitici "occidentalisti" Federico Bussolin e Federico Bonriposi hanno puntellato il mandato continuando ad accanirsi contro il Centro Popolare Autogestito Firenze Sud che dal 1989 non si fa dettare l'agenda politica da nessuno e che continua come è logico e oltremodo giusto non solo a comportarsi come meglio crede specie in materia di iniziative e di ospiti, ma anche ad adottare condotte tutt'altro che contrite in specifiche occasioni dell'anno, cominciando con il Giorno del Piagnisteo e proseguendo con il 16 marzo (qui su Archive).
Ci siamo occupati con piacere del libro di Carlo Frattini presentato mesi fa nella stessa sede proprio perché gli argomenti di cui tratta -con particolare riferimento alla formazione combattente irregolare delle Brigate Rosse- sono ottimi per suscitare reazioni scomposte nei ben vestiti e nei frequentatori di ristoranti come quelli appena nominati, e più in generale un po' in tutti i gazzettifici in funzione.
Detto altrimenti, abbiamo recuperato con piacere un arretrato, ottimo da sottoporre alla loro attenzione. Le indicazioni provenienti da certi ambienti vanno considerate come specifiche prescrizioni a comportarsi in modo opposto, puramente e semplicemente, e le recensioni librarie di iononstoconoriana.com presentano diversi esempi concreti di questa condotta.
Gli esponenti della politica "occidentalista", d'altronde, offrono praticamente ogni giorno valide occasioni per qualche risatina di scherno.
Il fatto che la madre non sposata da qualche mese Primo Ministro nello stato che occupa la penisola italiana sia sicura che anarchici e Brigate Rosse siano più o meno la stessa cosa (qui su Archive) non tradisce alcuna aspettativa.
Qualche obiezione in più la meriterebbe il fatto che un esecutivo che vorrebbe caratterizzarsi per l'assoluta intransigenza nei confronti di chiunque osi anche solo pensare che lo stato di cose presente possa essere per lo meno messo in discussione, dimentichi di presenziare al quarantacinquesimo anniversario della più eclatante delle azioni messe a segno da una delle più attive formazioni combattenti irregolari degli anni Settanta (qui su Archive).
Neanche una corona di fiori in tempo, sono stati capaci di inviare.

sabato 18 marzo 2023

Firenze. Guido Gheri (o Gheri Guido) e Radio Studio 54 sono attesi da un gramo futuro

Nello stato che occupa la penisola italiana la magistratura è esente da critiche solo quando dimostra efficienza contro piccoli spacciatori, scippatori di ultimo cabotaggio e altra umanità a basso o incerto reddito. Non sappiamo su quali redditi possa contare il signor Guido Gheri, noto a Firenze per le radiocronache senz'altro ricche di inventiva con cui intratteneva il pubblico di Radio Studio 54, ma ci auguriamo per lui che siano sostanziosi.
Il 19 marzo 2019 un giudice che dal cognome possiamo benissimo presumere non africano, non zingaro, non musulmano e probabilmente non simpatizzante né di AlQaeda né di Hamas né di Hezbollah ha deciso che le sue tirate contro le categorie di cui sopra -ma tra i bersagli di questo signore rientrava una gamma vastissima di gruppi e di individui colpevoli sostanzialmente di non piacergli- avevano ampiamente superato il normale diritto di pensare e di dire male di qualcuno.
Per cui ha pensato di mandare la gendarmeria a mettergli la sordina (qui su Archive), contrariando i due "occidentalisti" Alessandro Draghi e Jacopo Alberti -da tempo estimatori della schiettezza, della sincerità e del sano spirito critico di Radio Studio 54- e levando le ire dello zittito Guido.
Con calma il 17 marzo di quattro anni dopo un altro giudice gli ha inflitto cinque anni e sei mesi (qui su Archive) da passare in un posto dove africani, zingari e musulmani pare che abbondino. E dove si dorme piuttosto scomodi e si mangia non proprio benissimo.
Ma questo, come dire, non è che il contorno, il superabile, l'ordinario.
La parte carnosa, puntigliosamente dettagliata (qui su Archive) dalla stessa gazzetta, comprende l'interdizione perpetua dei pubblici uffici (significa che nello stato che occupa la penisola italiana diventa una sorta di individuo tollerato), la confisca degli impianti e un risarcimento di centocinquantamila euro.
Le gazzette non riportano notizie di procedimenti civili che gli auguriamo sinceramente di non dover affrontare.
Ad apprezzare l'operato di Gheri sono stati in molti, molti hanno tratto vantaggi dal suo affaccendarsi e dalla visibilità mediatica che garantiva. C'è da augurargli che questi molti mettano anche mano alla tasca, perché in caso contrario non è da escludere che Guido non debba prima o poi finire col verificare de visu le piacevolezze e gli agi delle case popolari.


mercoledì 15 marzo 2023

Il Corriere da Guido Scatizzi a Nicholas Vaccaro

Questo è Guido Scatizzi in una foto del 2014.
Nel 2009 a sedici anni finì sul Corriere Fiorentino perché fece rimettere un crocifisso in un'aula di scuola superiore (qui su Archive).



Questo è Nicholas Vaccaro a diciotto anni.
Nel 2023 è finito sul Corriere perché dice di fare il delatore gratis (qui su Archive).

Onomastica infelice e fisiognomica eloquente.
 Più eloquente ancora, il fatto che uno dei più importanti gazzettifici di un "paese" che non troppi anni fa andava a dire in giro di essere la quinta potenza economica mondiale presenti da un decennio all'altro un'agenda del genere.

mercoledì 8 marzo 2023

Dimitris Koufontinas, "L'organizzazione rivoluzionaria 17 Novembre" con prefazione di Pasquale Abatangelo. A Emanuele Cocollini, a Federico Bussolin, a Barbara Nannucci, alla Lega e alla "libera informazione"


Fare il possibile per mantenere la parola data è una delle infinite cose che distinguono il comportamento della persona seria da quello del micropolitico "occidentalista".
A Firenze i micropolitici della Lega Federico Bussolin, Barbara Nannucci e -con un comunicato stampa a parte (qui su Archive)- il neanche più della Lega Emanuele Cocollini hanno trovato inammissibile (qui su Archive) che Pasquale Abatangelo presentasse un libro di cui aveva curato la prefazione al Centro Popolare Autogestito Firenze Sud.
A fronte di un'iniziativa del genere abbiamo fatto quello che facciamo da molti anni: abbiamo assistito alla presentazione, abbiamo acquistato il libro e lo abbiamo recensito in modo che il maggior numero possibile di persone venga a sapere di cosa si tratta.
Psquale Abatangelo ha scritto anche una storia degli anni Settanta, e ci siamo fatti un piacere di leggere e recensire anche quella, presentata a suo tempo nello stesso centro sociale senza che nessuno trovasse da ridire.
Nel corso degli anni abbiamo fatto lo stesso per tutti i libri di Barbara Balzerani che levarono le ire di Gabriele Toccafondi, con il libro di Enrico Fenzi che indispose Valerio Vagnoli e con diversi altri volumi, tutti raggiungibili dalla sezione Libri di iononstoconoriana.com.
Le indicazioni provenienti da certi ambienti vanno considerate come specifiche prescrizioni a comportarsi in modo opposto, puramente e semplicemente.

venerdì 3 marzo 2023

Pasquale Abatangelo, "Correvo pensando ad Anna. Una storia degli anni Settanta". A Federico Bussolin, a Barbara Nannucci, alla Lega e alla "libera informazione"


I lettori ricorderanno come Federico Bussolin, Barbara Nannucci, il loro "partito" e il gazzettificio cui esso si rivolge siano rimasti infastiditi (qui su Archive) da una presentazione libraria svoltasi nel febbraio 2023 in uno storico centro sociale fiorentino che ci onoriamo di frequentare con continuità da circa venticinque anni.
Motivo del fastidio, la presenza fra i relatori di Pasquale Abatangelo
Se certi ambienti danno indicazioni di un certo tipo le persone serie adempiono per quanto loro possibile, e con briosità primaverile, al dovere morale di comportarsi in modo direttamente opposto a quello indicato. 
Ecco dunque la recensione di Correvo pensando ad Anna. Una storia degli anni Settanta di cui Pasquale Abatangelo è autore. La copia in nostro possesso appartiene all'edizione del 2017 curata da DeaPress e presentata a suo tempo -nell'indifferenza dei ben vestiti della Lega e dei loro gazzettieri- nello stesso centro sociale di cui sopra. Attualmente il libro è disponibile presso PGreco Edizioni.  
Ci ripromettiamo di fornire ai lettori, e in tempi meno biblici di quelli che ci richiese la lettura e la recensione di tutte le opere di Barbara Balzerani affrontata con lo stesso spirito di cui sopra, anche la recensione del volume di Dimitris Koufontinas di cui Abatangelo ha curato la prefazione.