lunedì 21 ottobre 2019

Arriva il Cinguettatore



Si è provveduto ad attivare un account sul cinguettatore pur disprezzando non poco il bailamme miserabile, sporco e inutile che impesta le reti sociali e che a volte pare costituirne l'essenza stessa.
Il miserabile, lo sporco e l'inutile sono tra l'altro intrinseci al funzionamento delle reti sociali, che si prestano per la loro stessa architettura ai propositi più miserabili, più sporchi e più inutili.
Proprio il cinguettatore si mise in luce a pochi anni dal lancio all'epoca del cialtronesco tentativo di screditare a mezzo ciance telematiche il legittimo governo della Repubblica Islamica dell'Iran, nel contesto della sedicente "rivoluzione verde". L'intromissione della telematica nella vita quotidiana condiziona molto gravemente almeno da allora l'agenda politica e la vita in generale persino per le persone più serie e nei contesti più rispettabili: in quell'occasione è certo che le ciarle cinguettate da chissà dove e che postulavano imminente il crollo di un governo che non fu neppure scosso da quanto succedeva ebbero un'influenza mortifera sull'andamento degli eventi.
Con premesse del genere è ovvio che l'iniziativa appaia esecrabile a un primo esame, e sicuramente anche a un secondo.
Proprio il fatto che i contenuti veicolati dalle reti sociali siano per lo più miserabili, sporchi e inutili, e destinati ipso facto a un'utenza perfettamente confacente, ci ha convinto che sia giusto relegare ad esse i temi del "dibattito politico" contemporaneo di qualsiasi livello, vista la qualità dei materiali e dell'agenda politica che esso presenta nel mondo occidentale in genere e nello stato che occupa la penisola italiana in particolare. Negli ultimi dieci anni il collodio "occidentalista" è percolato dal mainstream alle reti telematiche, lordandone ogni angolo intanto che (al contrario dei loro rappresentanti) i propagandisti, gli elettori e i simpatizzanti impoverivano da ogni punto di vista così come impoveriva la panoplia di temi e parole d'ordine. Grazie alle nuove tecnologie i sudditi del "paese" dove mangiano spaghetti e la loro politica di rappresentanza hanno fatto enormi progressi nei campi dell'idiozia, dello sporco, dell'incoscienza e dell'incompetenza. Erano già poco tollerabili quando impestavano le gazzette e la vita delle persone serie facendo i liberisti con i diritti degli altri, convinti (ovviamente a torto) che per loro una ciotola di maccheroni comunque ci sarebbe sempre stata. Adesso che sporcano ovunque facendo i "sovranisti" con le pezze al culo, sono inavvicinabili per chiunque abbia un minimo di rispetto di sé.
D'ora in avanti si confineranno dunque al cinguettatore anche la maggior parte delle considerazioni relative al contenuto delle gazzette, dei mass media in generale e alla politica rappresentativa così come essa viene intesa e praticata nello stato che occupa la penisola italiana. Gli scritti in questa sede si concentreranno in misura ancora maggiore su temi maggiormente meditati o inediti, dal momento che ai mass media e all'agenda politica "occidentalista" abbiamo già dedicato nel corso degli anni attenzioni (e disprezzo) più che sufficienti. Non ha alcun senso infliggere continuamente ai nostri ventidue lettori le sfumature di una puntuale e documentata confutazione di una lordura che può benissimo essere derisa in duecentoottanta caratteri.
L'approccio sobrio e conciso, da entomologi, con cui è giusto accostarsi alla materia trarrà senz'altro vantaggio da questa stringatezza.

martedì 8 ottobre 2019

I trent'anni del Centro Popolare Autogestito Firenze Sud


Il Centro Popolare Autogestito Firenze Sud esiste da trent'anni.
Trent'anni di manifestazioni, di assemblee, di concerti, di libri, di dibattiti, senza farsi dettare l'agenda politica da nessuno, strafregandosene delle mode e mettendo in piedi un genius loci non esportabile.
Trent'anni mandando in bestia decine di buoni a nulla candidati (o anche eletti) in tutti gli organi di rappresentanza possibili e immaginabili.
Trent'anni senza mai cambiare bandiera, tant'è che la kriegsflagge è un drappo rosso slavato, su cui il giallo della falce e martello incrociati vira ormai al canarino.
Da trent'anni in barba a feste finite e a pacchie finite.[*]

Come se fossero mai iniziate.





[*] A statuire che la festa era finita fu Maurizio Gasparri, all'epoca raffigurato da Daniele Caluri come un ben vestito dall'aspetto decisamente rabido.
A statuire che invece era la pacchia a essere finita, è stato Matteo Salvini.
Divorziato, sovrappeso, incapace di laurearsi persino in sedici anni, costui è assai meno affezionato al ben vestire. Gira anzi in condizioni tali da essere difficilmente distinguibile dai soggetti che indica all'odio del suo elettorato.