Traduzione da Rt.com (9 novembre 2011)
Gli americani sono nel mirino dei terroristi in tutto il mondo esclusivamente a causa della politica adottata da Washington nei confronti del mondo musulmano, non perché ci sia un nemico islamico il cui unico scopo è quello di uccidere gli americani a causa delle libertà e dello stile di vita di cui godono, afferma un ex ufficiale della CIA.
Lo storico Michael Scheuer, autore di Through our eniemies' eyes, che ha lavorato per la CIA per più di venti anni fino al 2004 e che è stato a suo tempo il capo della sua "Bin Laden Unit" pensa che il più grande nemico degli Stati Uniti -l'Islam radicale- non sia mai esistito: né quando Bin Laden era in vita, né adesso.
La lobby sionista che trascina in guerra l'AmeriKKKa
In realtà, "alla base di questa guerra [contro l'Islam] c'è la relazione dell'AmeriKKKa con lo stato sionista"; fino a quando gli americani accetteranno questo stato di cose "si tratterà di un nemico che non sconfiggeremo mai", scrive Scheuer.
Michael Scheuer crede che sia la lobby sionista in AmeriKKKa a portare in guerra gli Stati Uniti.
"Il problema non è lo stato sionista di per sé. Il vero problema sono i leader della comunità ebraica americana negli Stati Uniti, che influenzano e corrompono il Congresso affinché continui a sostenere lo stato sionista mentre non abbiamo alcun interesse da difendervi", afferma.
"L'establishment politico americano è preda di due fenomeni. I suoi appartenenti sono estremamente filosionisti e sono animati da una convinzione quasi marxista nel credere che la diffusione della democrazia sia un fenomeno inevitabile in tutti i luoghi, per tutti i popoli ed in ogni epoca", pensa l'ex ufficiale della CIA, aggiungendo che preda com'è del proprio desiderio di proteggere lo stato sionista, la classe politica statunitense non possa riconoscere davvero le cose come sono in realtà.
I vantaggi per l'Islam radicale
Michael Scheuer prevede che nei paesi coinvolti dalla "primavera araba" come la Tunisia, la Libia e l'Egitto "non si instaurerà una democrazia che ricordi in qualche misura la democrazia occidentale".
Allo stesso tempo, lo stato di anarchia venutosi a creare nel mondo musulmano farà degli islamisti radicali gli unici beneficiari del caos che sta inghiottendo i paesi arabi.
Secondo Michael Scheuer un'ulteriore radicalizzazione dei gruppi islamici, in particolare in Africa, è inevitabile, grazie alla sempre maggiore disponibilità di armi.
Il flusso infinito di innumerevoli armi da fuoco e l'apertura dei cancelli delle carceri nei paesi su ricordati ha rinforzato i gruppi islamici in tutto il mondo, pensa Scheuer.
"Il perseguire in modo forsennato la ricerca della democrazia laica [messo in atto dai politici statunitensi] finisce in buona sostanza per mettere in pericolo la stabilità della regione, e forse del mondo intero", afferma.
Se la Siria capitola davanti ai gruppi islamici, lo stato sionista cadrà
Per quanto riguarda la situazione in Siria, le interferenze degli Stati Uniti sono state qualcosa di vergognoso.
"Fino a quando [i siriani] non si sono decisi a ritirargli le credenziali, l'ambasciatore statunitense è andato in giro per tutto il paese cercando di incoraggiare certi gruppi a rovesciare il governo siriano. Non spetta a un diplomatico comportarsi in questo modo, statunitense, russo, cinese o inglese che sia" sottolinea l'autore, affermando che "i siriani sono stati cinicamente spinti nelle piazze" senza che fosse loro fatto presente che la possibilità di essere colpiti a morte dalle forze governative era concreta. L'autore ricorda che la Siria, che sostiene da sempre Hezbollah, è naturalmente una zona di interesse per lo stato sionista, non per gli Stati Uniti.
"La Siria è un paese senza interesse per gli Stati Uniti. Da quando ero un ragazzino, abbiamo sempre guardato ai siriani con timore", scrive l'autore irridendo al fatto che "eppure se si guarda la cartina è difficile immaginare che quel trabiccolo di paese chiamato Siria potrebbe rappresentare una minaccia per gli Stati Uniti".
Per mettere le cose in chiaro su quello che un possibile successo delle mene americane in Siria potrebbe rappresentare, Scheuer scrive che "questo è un altro buon esempio della dicotomia che esiste nel modo di pensare dei politici americani. Noi invochiamo la democrazia in Siria, ma se Assad cade, sarà la sicurezza dello stato sionista a risentirne più di ogni altra cosa".
Lo stato sionista guida i piani statunitensi sull'Iran
Michael Scheuer è convinto che i "piani sull'Iran" degli Stati Uniti dipendano da quelli dello stato sionista.
"Sia i Repubblicani che i Democratici sono spaventati a morte dalla prospettiva che lo stato sionista attacchi l'Iran di propria iniziativa. Se lo stato sionista attacca l'Iran gli americani saranno accusati di aver avallato la cosa, che lo abbiano davvero fatto oppure no".
"Quello cui stiamo assistendo è un procedere lento, che aumenta di velocità in modo impercettibile, verso un qualche genere di scontro armato con Tehran."
Scheuer definisce il presunto complotto ordito per uccidere un ambasciatore saudita negli Stati Uniti con l'aiuto di un cartello della droga messicano come "un complotto da operetta", dicendo che è difficile credere che l'Iran rischierebbe una guerra con gli Stati Uniti, lo stato sionista e gran parte della NATO solo per uccidere qualcuno che non è nemmeno un membro della famiglia regnante dell'Arabia Saudita.
"Ora sono tutti lì a dirsi convinti che la democrazia sia la miglior cosa per tutti. Ma la verità è che gli interessi della politica estera statunitense ed occidentale in Medio Oriente sono dipesi per cinquant'anni dal mantenimento delle tirannie che ci hanno concesso di accedere al petrolio, tirannie che proteggevano lo stato sionista e si accanivano contro gli islamici per proteggere noialtri. Ecco: è questo stato di cose che oggi come oggi sta perdendo di importanza", riconosce l'autore chiamando in causa i sionisti, che sono stati i primi a capire che il diffondersi della democrazia potrebbe non costituire affatto una garanzia per la loro sicurezza.
La Libia sarà antiamericana
Rispondendo ad una domanda sulla Libia in preda alla guerra, l'autore ha sottolineato che questo paese è noto per essere la patria di origine di combattenti islamici che hanno lottato contro i sovietici in Afghanistan, e che gli stessi uomini si sono scontrati con gli statuitensi in Iraq e anche in Afghanistan. Michael Scheuer non sa dire con certezza se la Libia diventerà una fucina di terroristi, ma pensa che essa "sarà decisamente antiamericana ed avversaria della NATO".
"Stiamo combattendo una guerra di religione"
Pur essendo in gran parte dotati di un'istruzione superiore e pur essendo tecnologicamente avanzati, "Gli americani non hanno senso comune", sostiene l'ex ufficiale della CIA, asserendo che negli ultimi venti anni gli Stati Uniti sono stati molto efficienti nel creare i propri stessi nemici e nel mettere in pericolo la loro stessa sicurezza. Gli ultimi quattro presidenti americani hanno detto alla popolazione che le guerre che gli Stati Uniti finanziano in tutto il mondo sono guerre dirette contro un pugno di fanatici e che non sono in alcun modo delle guerre religiose.
"Invece stiamo combattendo una guerra di religione. E fino a quando ci renderemo conto di questo fatto non saremo mai in grado di sconfiggere il nostro nemico", conclude Scheuer.
"Lasciamo che siano i cinesi ad avere a che fare con questi popoli [islamici] per i prossimi cinquant'anni; noi ne abbiamo avuto abbastanza... il problema è che gli americani non riescono neppure ad uscire, da questa situazione".
Gli americani sono nel mirino dei terroristi in tutto il mondo esclusivamente a causa della politica adottata da Washington nei confronti del mondo musulmano, non perché ci sia un nemico islamico il cui unico scopo è quello di uccidere gli americani a causa delle libertà e dello stile di vita di cui godono, afferma un ex ufficiale della CIA.
Lo storico Michael Scheuer, autore di Through our eniemies' eyes, che ha lavorato per la CIA per più di venti anni fino al 2004 e che è stato a suo tempo il capo della sua "Bin Laden Unit" pensa che il più grande nemico degli Stati Uniti -l'Islam radicale- non sia mai esistito: né quando Bin Laden era in vita, né adesso.
La lobby sionista che trascina in guerra l'AmeriKKKa
In realtà, "alla base di questa guerra [contro l'Islam] c'è la relazione dell'AmeriKKKa con lo stato sionista"; fino a quando gli americani accetteranno questo stato di cose "si tratterà di un nemico che non sconfiggeremo mai", scrive Scheuer.
Michael Scheuer crede che sia la lobby sionista in AmeriKKKa a portare in guerra gli Stati Uniti.
"Il problema non è lo stato sionista di per sé. Il vero problema sono i leader della comunità ebraica americana negli Stati Uniti, che influenzano e corrompono il Congresso affinché continui a sostenere lo stato sionista mentre non abbiamo alcun interesse da difendervi", afferma.
"L'establishment politico americano è preda di due fenomeni. I suoi appartenenti sono estremamente filosionisti e sono animati da una convinzione quasi marxista nel credere che la diffusione della democrazia sia un fenomeno inevitabile in tutti i luoghi, per tutti i popoli ed in ogni epoca", pensa l'ex ufficiale della CIA, aggiungendo che preda com'è del proprio desiderio di proteggere lo stato sionista, la classe politica statunitense non possa riconoscere davvero le cose come sono in realtà.
I vantaggi per l'Islam radicale
Michael Scheuer prevede che nei paesi coinvolti dalla "primavera araba" come la Tunisia, la Libia e l'Egitto "non si instaurerà una democrazia che ricordi in qualche misura la democrazia occidentale".
Allo stesso tempo, lo stato di anarchia venutosi a creare nel mondo musulmano farà degli islamisti radicali gli unici beneficiari del caos che sta inghiottendo i paesi arabi.
Secondo Michael Scheuer un'ulteriore radicalizzazione dei gruppi islamici, in particolare in Africa, è inevitabile, grazie alla sempre maggiore disponibilità di armi.
Il flusso infinito di innumerevoli armi da fuoco e l'apertura dei cancelli delle carceri nei paesi su ricordati ha rinforzato i gruppi islamici in tutto il mondo, pensa Scheuer.
"Il perseguire in modo forsennato la ricerca della democrazia laica [messo in atto dai politici statunitensi] finisce in buona sostanza per mettere in pericolo la stabilità della regione, e forse del mondo intero", afferma.
Se la Siria capitola davanti ai gruppi islamici, lo stato sionista cadrà
Per quanto riguarda la situazione in Siria, le interferenze degli Stati Uniti sono state qualcosa di vergognoso.
"Fino a quando [i siriani] non si sono decisi a ritirargli le credenziali, l'ambasciatore statunitense è andato in giro per tutto il paese cercando di incoraggiare certi gruppi a rovesciare il governo siriano. Non spetta a un diplomatico comportarsi in questo modo, statunitense, russo, cinese o inglese che sia" sottolinea l'autore, affermando che "i siriani sono stati cinicamente spinti nelle piazze" senza che fosse loro fatto presente che la possibilità di essere colpiti a morte dalle forze governative era concreta. L'autore ricorda che la Siria, che sostiene da sempre Hezbollah, è naturalmente una zona di interesse per lo stato sionista, non per gli Stati Uniti.
"La Siria è un paese senza interesse per gli Stati Uniti. Da quando ero un ragazzino, abbiamo sempre guardato ai siriani con timore", scrive l'autore irridendo al fatto che "eppure se si guarda la cartina è difficile immaginare che quel trabiccolo di paese chiamato Siria potrebbe rappresentare una minaccia per gli Stati Uniti".
Per mettere le cose in chiaro su quello che un possibile successo delle mene americane in Siria potrebbe rappresentare, Scheuer scrive che "questo è un altro buon esempio della dicotomia che esiste nel modo di pensare dei politici americani. Noi invochiamo la democrazia in Siria, ma se Assad cade, sarà la sicurezza dello stato sionista a risentirne più di ogni altra cosa".
Lo stato sionista guida i piani statunitensi sull'Iran
Michael Scheuer è convinto che i "piani sull'Iran" degli Stati Uniti dipendano da quelli dello stato sionista.
"Sia i Repubblicani che i Democratici sono spaventati a morte dalla prospettiva che lo stato sionista attacchi l'Iran di propria iniziativa. Se lo stato sionista attacca l'Iran gli americani saranno accusati di aver avallato la cosa, che lo abbiano davvero fatto oppure no".
"Quello cui stiamo assistendo è un procedere lento, che aumenta di velocità in modo impercettibile, verso un qualche genere di scontro armato con Tehran."
Scheuer definisce il presunto complotto ordito per uccidere un ambasciatore saudita negli Stati Uniti con l'aiuto di un cartello della droga messicano come "un complotto da operetta", dicendo che è difficile credere che l'Iran rischierebbe una guerra con gli Stati Uniti, lo stato sionista e gran parte della NATO solo per uccidere qualcuno che non è nemmeno un membro della famiglia regnante dell'Arabia Saudita.
"Ora sono tutti lì a dirsi convinti che la democrazia sia la miglior cosa per tutti. Ma la verità è che gli interessi della politica estera statunitense ed occidentale in Medio Oriente sono dipesi per cinquant'anni dal mantenimento delle tirannie che ci hanno concesso di accedere al petrolio, tirannie che proteggevano lo stato sionista e si accanivano contro gli islamici per proteggere noialtri. Ecco: è questo stato di cose che oggi come oggi sta perdendo di importanza", riconosce l'autore chiamando in causa i sionisti, che sono stati i primi a capire che il diffondersi della democrazia potrebbe non costituire affatto una garanzia per la loro sicurezza.
La Libia sarà antiamericana
Rispondendo ad una domanda sulla Libia in preda alla guerra, l'autore ha sottolineato che questo paese è noto per essere la patria di origine di combattenti islamici che hanno lottato contro i sovietici in Afghanistan, e che gli stessi uomini si sono scontrati con gli statuitensi in Iraq e anche in Afghanistan. Michael Scheuer non sa dire con certezza se la Libia diventerà una fucina di terroristi, ma pensa che essa "sarà decisamente antiamericana ed avversaria della NATO".
"Stiamo combattendo una guerra di religione"
Pur essendo in gran parte dotati di un'istruzione superiore e pur essendo tecnologicamente avanzati, "Gli americani non hanno senso comune", sostiene l'ex ufficiale della CIA, asserendo che negli ultimi venti anni gli Stati Uniti sono stati molto efficienti nel creare i propri stessi nemici e nel mettere in pericolo la loro stessa sicurezza. Gli ultimi quattro presidenti americani hanno detto alla popolazione che le guerre che gli Stati Uniti finanziano in tutto il mondo sono guerre dirette contro un pugno di fanatici e che non sono in alcun modo delle guerre religiose.
"Invece stiamo combattendo una guerra di religione. E fino a quando ci renderemo conto di questo fatto non saremo mai in grado di sconfiggere il nostro nemico", conclude Scheuer.
"Lasciamo che siano i cinesi ad avere a che fare con questi popoli [islamici] per i prossimi cinquant'anni; noi ne abbiamo avuto abbastanza... il problema è che gli americani non riescono neppure ad uscire, da questa situazione".