Agosto è un mese parco di argomenti, e per certi redattorùcoli trovare di che riempire gli spazi tra la pubblicità di un
club di lap dance -come li chiamano adesso- e un servizio fotografico sulle mucose vaginali più frequentate dai ricchi in vacanza dev'essere fonte di un certo numero di grattacapi: roba da considerare seriamente l'ipotesi di doversi schiavardare dall'aria condizionata dell'ufficio per andare in cerca di notizie
vere, tanto per dire.
Quelli de "IlFirenze" e di tutta e-Polis hanno risolto la questione facendo festa per tutto il mese, cosa che gli evita tra l'altro di dover interiorizzare in modo troppo traumatico i
-3.775.063 euro di "utile" dichiarati a fine luglio. E' probabile che l'ennesima pubblicazione impostata come la ripetizione ecoica dei temi cari all'"occidentalismo" pratico -degrado, degrado, degrado, degrado e degrado, con qualche interessante reportage sul degrado, ed una pagina di sms dei lettori monocordemente improntati al conformismo e all'incompetenza più cialtrone, autentico specchio dei tempi- abbia finito per schifare anche gli inserzionisti.
Meno male che c'è Giovanni Donzelli, consigliere comunale fiorentino del piddì con la elle, a dare una mano per arricchire scartafacci che hanno anche la pretesa di non voler sembrare dei bollettini di questura.
Non contento di esser stato
preso a schiaffi nel corso di una di quelle comparsate organizzate proprio con la collaborazione dei gazzettieri, Giovanni Donzelli ha organizzato per l'inizio di agosto uno
scoop di rara bassezza.
I
mustad'afin del Movimento di Lotta per la Casa sono da sempre oggetto di bordate mediatiche gratuite e tutte redatte secondo la stessa impostazione, basata sulla conferma di questo o quel luogo comune statuito a verità rivelata e completata sulla stampa da una titolazione tra lo sprezzante e il disgustato. Mica stanno scrivendo di esseri umani, no?
A questo giro Giovanni Donzelli, un "meritocrate" universitario che non è stato capace di laurearsi neppure in quindici anni, ha messo in piazza per i suoi scopi un paio di persone eccezionalmente problematiche suscitando una risposta finalmente e sinceramente imbestialita da parte dei chiamati in causa, costretti da anni ed anni a fare da sponda alle alzate d'ingegno con cui il
non laureato acquista la visibilità mediatica che gli è indispensabile per continuare a scaldare poltrone.
Ora, chi avesse l'abitudine di formare la propria opinione sulle gazzette, potrebbe trovare questa ed altre questioni simili come boutades destinate a lasciare il tempo che trovano. Noi invece abbiamo l'impressione di trovarci al cospetto di un individuo capace di raggiungere vette di autentica disumanità, l'ostentazione della quale tira a meraviglia la volata alla marmaglia che ha monopolizzato la politica istituzionale in tutto l'"Occidente". Se si pensa che milioni di elettori yankee -"liberi" e "democratici" secondo i postulati d'uso- avrebbero affidato responsabilità nucleari ad una sedicente "pitbull con il rossetto", si ha un'idea dei livelli generalizzati raggiunti dalla putrefazione sociale in cui questa gente sguazza non solo interessata, ma perfettamente a proprio agio.
Perché mai trarre conclusioni così drastiche sul conto di Giovanni Donzelli?
Perché uno dei più sbandierati traguardi raggiunti dal suo "impegno" fu, all'inizio del 2007, la blindatura di Piazza Brunelleschi.
In Piazza Brunelleschi si affaccia uno degli ingressi della Facoltà di Lettere. La piazza è una specie di
cul de sac in cui per almeno trent'anni consecutivi si è data appuntamento un'umanità variopinta e discutibile quanto si vuole, ma
viva.
Dopo anni di bizze e di
pestar di piedi da parte di Giovanni Donzelli e dei suoi commensali, lo sgombero di uno spazio bar autogestito e l'installazione di cancellate carcerarie restituirono la piazza a quell'
ordine del nulla che piace tanto ai politici, ai parassiti del mercato immobiliare e ai sudditi indottrinati dalla libera informazione "occidentale".
Pochi giorni dopo la riduzione di piazza Brunelleschi ad una specie di cortile da galera, il 23 marzo 2007, un uomo sui trent'anni vi fu trovato morto. Si vada a leggere il
comunicato stampa con cui Giovanni Donzelli commentava la questione, ovviamente senza perdere l'occasione per invocare altri giri di vite.
Oltre a far notare la disumanità di fondo che trasuda dallo scritto è bene aggiungere un'ulteriore considerazione. Senza l'intromissione del securitarismo d'accatto, della
tolleranzazzèro per
i'ddegrado e via ciarlando, quel giorno di marzo la piazza sarebbe stata ancora frequentata. Qualcuno avrebbe potuto accorgersi del malore di quel giovane e forse non gli sarebbe stata riservata la fine solitaria e burocratizzata che attende i drop out della "civiltà" contemporanea.
Ma la lotta a
i'ddegrado e per la
sihurezza, remunerativa com'è, può ben trascurare dettagli come questo. E per avere la consapevolezza di avere un morto sulla coscienza occorre innanzitutto avere una coscienza.