giovedì 29 aprile 2010

Firenze: Azione Giovani cacciata da Piazza Ferrucci



Azione Giovani, come abbiamo avuto modo di constatare, è uno dei principali artefici fiorentini di quel degrado e di quell'insihurezza che poi ha anche la faccia di denunciare.
Azione Giovani agisce come braccio giovanile, mediaticamente oltremodo sovrarappresentato, della principale formazione politica "occidentalista", la cui disastrosa situazione a Firenze contrasta vistosamente con i risultati elettorali riportati in altri territori controllati dallo stato che occupa la penisola italiana.
A nostro avviso la situazione è dovuta essenzialmente alla palese incompetenza e all'obiettiva impresentabilità di istanze, candidati e propositi, come andremo per l'ennesima volta ad illustrare servendoci allo scopo del resoconto ospitato da "Il Giornale della Toscana" del 29 aprile 2010.
Abbiamo saputo a cose fatte che la giornata del 28 aprile prevedeva a Firenze due iniziative di presentazione libraria facenti più o meno capo all'"occidentalismo" di base.
La prima, ampiamente pubblicizzata e tenutasi al Teatro Puccini, riguardava un volume sulla storia delle iniziative sociali e politiche dell'estrema destra negli anni Settanta; cose che all'epoca valsero ai loro organizzatori la cacciata o la marginalizzazione da un ambiente dedito allora come oggi alla sistematica erezione e custodia di barriere tra sé e la vita concreta, al saccheggio delle idee altrui e all'adorazione di capi d'opera di incompetenza cialtrona (si veda l'affaire Fallaci, nei confronti del quale dileggio e disprezzo non saranno mai abbastanza) purché utilizzabili per una vile costruzione di consenso da trasformare in suffragi e quindi in denaro. Sarebbe interessante sapere in che modo l'"occidentalismo" di oggi, se possibile ancora più incolto e venale di quello che costituiva solo una delle molte correnti dell'estrema destra di quarant'anni fa, si intenderebbe riappropriarsi di istanze e idee additate per solito, ieri come oggi, ai propri dobermann da linciaggio mediatico.
La seconda, negletta e tenutasi in un bar amico probabilmente ad opera di una frangetta di esclusi dall'iniziativa di cui sopra (anche l'"occidentalismo" fiorentino, come quello peninsulare, ha nelle reciproche e sotterranee attestazioni di disistima e nei dispettini trasversali fra colleghi di truògolo uno dei propri punti essenziali) riguardava un volume di Andrea Pannocchia e Franco Tosolini su un'organizzazione clandestina la cui vicenda rappresenta una delle pagine più edificanti in merito alle intromissioni amriki nella politica dello stato che occupa la penisola italiana. Il fatto che molti degli apologeti di una simile organizzazione abbiano militato o espresso simpatia per un movimento che si è chiamato Alleanza Nazionale la dice lunga anche sul concetto di "nazionalismo" diffuso tra gli "occidentalisti" che infarciscono la politica dello stato che occupa la penisola italiana.
Il libro è pubblicato da una casa editrice vicentina specializzata più che altro in memorialistica bellica.
Il poco che ci è dato sapere su Andrea Pannocchia viene da una rapida ricerca su Google, che ci mostra quello che dovrebbe essere un pittoresco "occidentalista" accademico che si fregia, tra l'altro, della qualifica di giornalista.
Una qualifica su cui George Ivanovic Gurdjeff scrisse a suo tempo tutto quanto c'era da scrivere; i motivi per cambiare idea in proposito sono oggi, se possibile, ancora meno di quanti fossero quando quelle pagine furono pensate.
Sul sistema di autoschedatura di massa più in voga in questi anni è presente anche una puntigliosa lista di presentazioni dello stesso libro, avvenute nel corso del marzo e dell'aprile del 2010 in ambienti in grado di garantire il giusto livello di condiscendenza. Simpatico particolare, l'indirizzo e-mail di Andrea Pannocchia ivi reperibile inneggia nientemeno che al Giglio ed alla Croce.
Franco Tosolini dovrebbe invece essere un più oscuro laureato in scienze politiche con la passione per l'alpinismo, autore di una tesi di laurea su Gladio.
Il volume è prefato da Francesco Cossiga, attualmente senatore a vita ed ex presidente dello stato che occupa la penisola italiana, sul cui conto insistono biografie poco lusinghiere in rete da molti anni. All'inizio degli anni Novanta vi fu un periodo in cui i suoi comunicati stampa allagarono il mainstream. Le esternazioni, come furono chiamate, diventarono immediato oggetto di scherno sotto forma di campionamento in un brano di "musica" disco.
Il libro dovrebbe avere due aspetti essenziali. Il primo è quello dell'essere frutto di lavoro accademico. Il secondo, quello di essere utilizzabile a fini di autoglorificazione di parte.
In Azione Giovani pare la giovinezza, con particolare riferimento a quella degli "universitari", si estenda fino ai quarantasei anni compiuti; abbiamo ragione di credere che un periodo tanto lungo dedicato ad attività presuntamente formative riscuota comunque poca efficacia sui "meritocrati" che vi militano, non foss'altro che per le prove di palese incompetenza fornite anche l'altro ieri dagli attivisti di più antica data in campi in cui dovrebbero essere oltremodo versati.
E se questi sono i leader, figuriamoci la base.
Ci pare dunque poco realistico che l'interesse "occidentalista" per il libro e per la materia trattata riguardino le qualità del lavoro accademico compiuto.
Un utilizzo del testo ai fini di autoglorificazione di parte ci pare quindi alquanto più probabile, come finalità del ciclo delle presentazioni organizzate. Una di queste presentazioni, stando alla gazzetta "occidentalista" su menzionata, avrebbe incontrato nel quartiere 3 di Firenze Gavinana-Galluzzo, una contestazione ed un'opposizione vere, molto distanti dalle ributtanti masturbazioni telematiche cui il "governo" dello stato che occupa la penisola italiana vorrebbe ridurre ogni opposizione.
Qualcosa di molto simile a quello che sarebbe successo, con esiti invero assai più dolorosi da ogni punto di vista, a chi si fosse azzardato a presentare un volumetto in lode della CIA in una chaykhuné di Tehran o di Mashad.
Quello che in questa sede si va a demolire è dunque l'articolo sulla questione riportato da "Il Giornale della Toscana", filiazione fiorentina di un gazzettino la cui intraprendenza sta procurando imbarazzi e grattacapi perfino ai suoi stessi beneficiari politici. I livelli raggiunti da questo foglietto sono spesso tali che un paragone con il livornese "Vernacoliere" viene quasi spontaneo. Con la differenza che il "Vernacoliere", di essere una pubblicazione satirica, lo scrive a chiare lettere sotto la testata.
"Il Giornale della Toscana" dovrebbe essere servilmente grato all'attivismo politico fiorentino. Negli ultimi tempi arrivare a buio in via Cittadella dev'esser stato oltremodo difficile per vari motivi, ed il poter riempire pagine e pagine di menzogne gabellate per "informazione" grazie alla politica di piazza quei gazzettieri dovrebbero considerarlo una vera manna dal cielo.
Intanto gli "occidentalisti" a Roma si stanno prendendo a morsi tra di loro, riuscendo a far sembrare il "governo" ancora più lunare e demenziale di quanto già non sia. Una specie di obiettiva dichiarazione di fatto che sottoscrive l'assoluta impotenza di una ciurma che ha imitato il piglio sicuro di un Caboto e di un Magellano a beneficio delle gazzette di avere anche solo un'idea di come traghettare il territorio ad essa sottomesso fuori da una crisi sociale prima e ancora che economica, di cui essa ciurma dovrebbe essere considerata tra i principali artefici.
Poi c'è il pallonaio, che va a rotta di collo, con uno dei pallonieri più idolatrati nazionalità nonostante (si ricorderà che i rumeni hanno assolto alla funzione di Nemico metafisico per un'intera tornata elettorale, poco meno di due anni fa) che si fa congedare con disonore per mesi e mesi ma trova il tempo per figurare in risse rivelatrici, e il pallonate-team colorato con il viola che ne busca una domenica sì e l'altra pure.
Poi c'è la pochezza disperante dei politicanti di riferimento, che più in là di denunce sempre ecoiche, sempre più risibili, sempre più stereotipate su i'ddegrado e sull'insihurezza proprio non ci vanno.
Venenum in cauda, la candidata "occidentalista" alle elezioni regionali, una la cui unica apprezzabile competenza consiste nel figurare bene in bikini e che nelle intenzioni doveva "cambiare la Toscana" [in peggio, n.d.r.] ha immediatamente rimesso il mandato dissolvendosi letteralmente nell'aria, secondo l'uso.
Meno male che, sempre il 28 aprile, qualcuno ha scritto su un manifesto affisso per un convegno universitario che "[Marco Biagi] non pedala più" firmando con la sigla B.R., che come tutti sanno si legge "BAU!".
Tanto è bastato a questo amanuense per finire in prima pagina... e perché noi ricordassimo uno spassoso articolo di Miguel Martinez intitolato "Pennarellarne uno per stanarne cento".
C'è un fatto, naturalmente, che non deve passare inosservato. All'indomani della morte di Marco Biagi l'"occidentalista" Claudio Scajola così si espresse sul suo conto: "Fatevi dire da Maroni se Marco Biagi era una figura centrale. Era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza". Costretto momentaneamente ad allontanarsi passando per la finestra, Claudio Scajola è rientrato dalla porta e viene a tutt'oggi mantenuto dai sudditi dello stato che occupa la penisola italiana per fare il ministro dello "sviluppo economico". Stando alle gazzette di questi stessi giorni, pare che di economia fosse impegnato a sviluppare più che altro la sua personale ed in via Cittadella non dev'esser parso il vero di cogliere l'occasione per spargere un po' di fumo.

"Il Giornale della Toscana" insiste sulla contestazione di Gavinana con toni ed asserzioni che fanno pensare al ripescaggio di cliché pronti all'uso molto più che a testimonianze dirette, e produce una crestomazia di bassezze in cui, com'è abituale per quella gazzetta, incompetenza e malafede si mescolano in modo tanto stretto che è difficile dire dove cominci l'una e dove finisca l'altra.
Il diplomato Giovanni Donzelli, secondo l'articoletto di gazzettina, era sul posto ed ha potuto abbandonare la scena senza incorrere nell'altrui ira solo grazie alla fin troppa disponibilità mostrata nei suoi confronti dalla gendarmeria.
Il fatto che il diplomato Giovanni Donzelli abbia bisogno di ricorrere alla gendarmeria a causa delle reazioni oltremodo scomposte che la sua sola presenza causa negli astanti non costituisce una novità: meno di un anno fa fu cacciato a schiaffi da un commerciante di via Leopardi, contro il quale aveva ordito una limacciosa "contestazione antidroga" sul cui conto avemmo a fare pesantissime considerazioni.
Lo stesso diplomato, alcuni anni fa, ebbe ad asserire pubblicamente che gli attivisti del CPA di Firenze Sud, gli stessi che lo hanno contestato il 28 aprile, erano intenzionati ad avvelenare l'acquedotto, ed in tempi più recenti, in occasione di un fatto di sangue di eccezionale gravità che vedeva un attivista del CPA nel ruolo di vittima, ha dato l'ennesima prova di quella disumanità e di quella bassezza che sono coessenziali all'"occidentalismo". Dal comunicato stampa prodotto in quell'occasione, roba che è parsa impubblicabile perfino alle corpivendole più svestite che bivaccano in certe redazioni, si evince che se vai al CPA, di finire con la gola squarciata è il minimo che ti possa capitare.
Anzi, te lo meriti proprio.
Aspettarsi che la sua presenza ad un tiro di schioppo da gente da lui angariata, denigrata ed offesa in ogni sede e con ogni mezzo passasse senza contestazioni significava effettivamente pretendere troppo: L'odio della sinistra antagonista in piazza, come viene intitolato l'articolo, non è né gratuito né fine a sé stesso, ma poggia su basi concretissime, documentabili e strettamente legate a comportamenti posti in atto con deliberata consapevolezza da una conventicola di mangiatori di maccheroni e di suonatori di mandolino talmente abituata ad avere a che fare con mass media condiscendenti che c'è quasi da credere che il loro sconcerto nell'apprendere che la vita reale pullula di indvidui capacissimi di odiarli sia sincero.
In altre parole, l'incompetenza e la malafede "occidentaliste" arrivano al punto che questa gente cerca di dare a intendere di non riuscire a capire cosa possa aver mai fatto per destare reazioni puntualmente intonate al disprezzo ogni volta che si fa vedere in giro.
La parte succosa dell'articolo merita di essere riportata per intero perché è -anche questa- un comunicato stampa, prodotto da uno zero di nome Matteo Fanelli.

"Siamo stati obbligati a interrompere la presentazione e le forze dell'ordine hanno dovuto scortarci e portarci al sicuro, perché fuori c'erano duecento persone dei centri sociali. Non solo. Un bar è stato costretto a chiudere [e con tutte le amriki ubriache e poco vestite che girano per le strade, non è detto che questo sia un male. N.d.R.]. Tutto questo, solo perché stavamo presentando un libro. Un gruppo di sessanta ragazzi provenienti dal CPA di via Villamagna armati di caschi e bastoni hanno cercato di fare irruzione per impedire lo svolgimento della manifestazione..."

Nel resto del comunicato il Fanelli infila di tutto, passando ovviamente dal terrorismo[1] e dalla criminalità organizzata, omettendo con gran cura di riferire che nessuno è nato ieri e che se la presentazione di un libro qualunque riceve questa accoglienza probabilmente c'è il suo bravo motivo.
Tra l'altro si noti che lo stesso scribacchino volenteroso ciancia prima di duecento persone, poi di sessanta, addirittura pesantemente armate, appena due righe più sotto.
Il gazzettiere che non firma l'articolo, per conto suo, parla di una cinquantina di intervenuti, a tutto vantaggio della cialtroneria che è il tratto più intimamente coessenziale all'"occidentalismo" mediatico e politico.


La foto pubblicata a corredo dell'articolo parrebbe attestare la totale assenza di armi di ogni genere; è incredibile -e rivelatore- che nell'era della fotografia digitale i gazzettieri non abbiano saputo provvedere alcunché di meglio a dimostrazione delle asserzioni di Azione Giovani.
Nell'immagine si nota inoltre quale sia il contestatore-tipo con cui gli "occidentalisti" devono fare i conti a Firenze: abbigliamenti sobri, barbe fluenti come si confà a uomini rispettabili, totale refrattarietà alle mode, corporatura sana e ben piazzata.
Si vedono anche ragazze vestite con lodevolissima compostezza, quale ovviamente non è data ordinariamente osservare nel caso delle "occidentaliste" di ogni rango.

Azione Giovani non è solo coessenziale a i'ddegrado e all'insihurezza che dice di voler contrastare, come scrivevamo all'inizio.
E' coessenziale alla menzogna, e la menzogna viene da Satana, il Lapidato.


[1] Come abbiamo più volte additato al disprezzo dei nostri lettori, le categorie di degrado, insicurezza e terrorismo sono onnicomprensive, nelle gazzette "occidentaliste", di qualunque fenomeno, comportamento o realtà da cui gli "occidentalisti" non riescano a trarre un reddito.

sabato 24 aprile 2010

Azione Giovani contribuisce attivamente al degrado della città di Firenze


In questa sede i punti fermi della pratica politica "occidentalista", ovverosia l'incompetenza, la cialtroneria, l'incoerenza, l'incultura ed un ricorso abituale a tutto l'armamentario dell'arsenale propagandistico con particolare riferimento alla saturazione perenne di tutti i media raggiungibili sono sistematico oggetto di dileggio, di confutazione e di assoluto disprezzo.
Alla fine dell'aprile 2010, mentre ai gradi siderei delle formazioni politiche "occidentaliste" si assiste ad un repellente volare di stracci conditi con i consueti linciaggi mediatici, i valletti di camera dell'"occidentalismo" fiorentino sono costretti ad accontentarsi di emettere comunicati stampa in cui, tanto per cambiare, si stigmatizzano l'insihurezza e i'ddegrado, le uniche due categorie del reale, insieme a i'tterrorismo, in cui gli "occidentalisti" classificano qualunque cosa non procuri loro un reddito.
Quello delle scritte sui muri è un fenomeno onnipresente; è noto a tutti che murales coprono da trent'anni le mura esterne dell'ex ambasciata amriki di Tehran, o le mura di recinzione ed i lati delle case di Derry e di Belfast. Un "In Grecia come in Cile / mai più senza fucile", scritto a pennello con vernice rossa, era ancora ben visibile qualche anno fa nella fiorentina via Verdi.
Per chi ritiene che le mura pulite si confacciano a popoli muti, gli ultimi decenni vanno considerati di preoccupante involuzione. I murales e le rivendicazioni politiche sono praticamente spariti, vittime di un ottundimento generalizzato che non lascia praticamente più scampo, lasciando il posto all'usanza amriki delle cosiddette tags, segnature del territorio incomprensibili ed inutili, autentiche testimonianze dell'involuzione e dell'afasia ereditata dall'AmeriKKKa insieme a musica irritante e incomprensibile, droghe da strada e mode ridicole alle quali i sudditi che bivaccano nella penisola italiana si sono ovviamente adattati senza la minima obiezione.
Una di queste tags sarebbe comparsa sul fianco di un edificio di culto cattolico, provocando l'indignato comunicato stampa di un certo Massimo Sabatini.
L'indignazione di Sabatini è ipocrita e fuori posto, ovviamente. E lo è per più motivi.
Il primo è che l'assoluta impresentabilità delle compagini presentate ad ogni tornata elettorale dai partiti "occidentalisti" a Firenze è stata lenita solo -e solo in parte- dalla visibilità di Azione Giovani, organica ad uno di essi, che per anni ha affisso manifesti e tracciato scritte a spray praticamente ovunque. L'"occidentalismo" fiorentino deve il proprio salvataggio dal collasso anche a questi soggetti e al contributo che hanno dato alla saturazione propagandistica. In altre parole da i'ddegrado fatto di piastrate di manifesti e di scritte a spray l'"occidentalismo" fiorentino ha tratto discreto vantaggio e coerenza -questa sconosciuta- vorrebbe che si mostrasse per lo meno un minimo di ritegno mentre si sputa nel piatto dal quale si è abbondantemente mangiato.
Il secondo motivo è che l'"occidentalismo" militante ha per i luoghi di culto e per il monoteismo in genere un "rispetto" che è meramente strumentale, poco o punto esitando, in caso di necessità, ad aizzare i propri cani da linciaggio mediatico contro figure religiose, ministri di culto o individui legati in qualunque modo ad ambienti religiosi rei di non avere in regola le carte per le quali sono gli "occidentalisti" a decidere le regole. Il caso, verificatosi qualche mese fa, in cui una gazzetta "occidentalista" ha praticamente fatto fuori un microscopico concorrente direttore di un quotidiano di ispirazione religiosa, può valere come esempio tra i tanti possibili.

Un'indignazione coerentemente riposta Massimo Sabatini potrebbe invece sfoggiarla per commentare la situazione che documentiamo noi con l'immagine qui sopra: una scritta a spray sull'insegna di un supermercato, ossia sul simbolo di una di quelle scatole di Skinner per esseri umani che gli "occidentalisti" hanno eretto a loro templi.
Tanto basti, per adesso, per quanto riguarda il fattivo contributo che gli "occidentalisti" hanno dato e dànno a i'ddegrado; dobbiamo rilevare che anche il contributo fornito, da anni e anni, all'insihurezza.

In altre occasioni abbiamo avuto modo di occuparci -e non certo in positivo- del calcio storico fiorentino.
Il calcio storico è una conventicola di iniziati che si riuniscono alcuni giorni d'estate in una piazza del centro appositamente preparata con uno strato di tufo, per regolare pendenze e rancori maturati in un anno trascorso in lavori e lavoretti che coprono tutto l'areale compreso tra il sordido e lo scaltro. Il tutto è ammantato dai paludamenti propri delle tradizioni inventate di cui Hobsbawm fece piazza pulita in un suo celebre scritto. E soprattutto gode di un patrocinio istituzionale che si traduce in denaro.
Nel corso degli anni l'accanimento e la violenza profuse in questa roba sono arrivate a livelli tali da disgustare profondamente alcuni tra i suoi stessi promotori, e da causare soluzioni nella continuità annuale dell'evento. Quando questo si è verificato, gli "occidentalisti" fiorentini hanno sempre perorato la causa del calcio storico. L'ultima di queste perorazioni riguarda ovviamente il denaro; in altri casi si è espressa preoccupazione sulle cariche, in un caso, oltre a bussare a quattrini secondo un refrain ricorrente, si è avuta la spudoratezza di definire questa roba come "l'ultima risorsa vera e genuina" di Firenze.
Ironia della sorte, il 24 aprile 2010 è una gazzetta "occidentalista", il "Corriere Fiorentino", a riportare la notizia dell'arresto di un certo Daniele Taddei la cui "qualifica" di ex calciante viene riportata con grande enfasi.
Lo accusano di aver picchiato due donne in una discoteca, ambienti in cui pallonieri et similia fanno praticamente parte dell'arredamento. E le discoteche costituiscono nella loro interezza dei contesti sociali in cui è agevole cogliere lo stretto rapporto che esiste tra media, imprenditoria, femmine da trivio, delinquenza, politicanza "occidentalista" ed "immagine", sigillato dalle foto di baci veri o presunti e da quel rutilare di carni a vista in cui lo scambio di femmine poco vestite ed eloquentemente propense anche al consumo di alcolici sancisce in qualche modo la gerarchia di potere che esiste tra i loro acquirenti maschi.
Il coinvolgimento di "ex calcianti" in vicende di questo tipo è ricorrente ed ai limiti dell'abituale; e l'ambiente del calcio storico è difeso dagli "occidentalisti" con assiduità. Le conclusioni possiamo lasciarle a chi legge.

giovedì 22 aprile 2010

Marco Cordone e il "referendum" sulla moschea a Greve in Chianti


Abbiamo già avuto modo di additare al dileggio dei nostri lettori un certo Marco Cordone, il cui "lavoro" consiste essenzialmente nell'importare anche a Firenze l'occidentalissima disumanità infarcita di incompetenza che costituisce in blocco la pratica politica di un partito chiamato Lega Nord.

Gli "occidentalisti", nella campagna elettorale appena conclusasi, hanno presentato come necessità ineludibili per il futuro stesso della Toscana lo smantellamento di un sistema sanitario universalmente riconosciuto tra i migliori in Europa... e la costruzione di un campo di concentramento.
Gente costruttiva, dunque.
E costruzione più costruzione meno, non si capisce che fastidio possa dare un edificio di culto nel comune di Greve in Chianti.
La nostra posizione in merito è chiara, dal momento che riserveremmo all'edificazione di luoghi di culto spazi attualmente ospitanti attività eccezionalmente nocive, come quelle che si svolgono in certi palazzi fiorentini localizzati in Piazza Ghiberti ed in Via Cittadella.
Non intendiamo dunque sprecare troppo tempo dietro ad un simile mangiatore di spaghetti; invitiamo perentoriamente i lettori ad esprimere la propria approvazione inviando una e-mail a refermoschea@virgilio.it o uno SMS al 3386451156.

Ecco la mail che abbiamo inviato noi.

Oggetto: A favore della moschea a Greve

Testo: Con la presente intendo comunicarvi il mio totale ed incondizionato assenso a favore di una moschea a Greve in Chianti.
Auspico che il luogo di culto sorga in posizione centralissima o panoramica, a seconda delle possibilità, e che venga realizzato con materiali i più pregiati possibili, onde essere degno del Chianti e della Toscana.

mercoledì 21 aprile 2010

Firenze. Cavalli Club: l'insihurezza e i'ddegrado


Si copia e si incolla quanto segue nel più bieco e pedestre dei modi dal blog di Miguel Guillermo Martinez Ball, la cui frusta è stata messa in moto, in quest'occasione, anche da un'imbeccata via SMS che ci siamo fatti un piacere di spedirgli di prima mattina.
Si notino nel testo, oltre alla pesante e doverosa disistima per la presunta e sedicente élite "occidentale", le considerazioni espresse in merito ad un centro sociale fiorentino da sempre sotto il tiro del legalismo d'accatto con cui gli "occidentalisti" fanno carriera in politica: un'organizzazione che, si fa correttamente notare, da oltre venti anni non traffica in cocaina, non diffonde la prostituzione, non fa truffe e non vende orologi da quindicimila euro l'uno...

Il Roberto Cavalli Club di Firenze è stato posto sotto sequestro preventivo dall'autorità giudiziaria.
Abbiamo già dedicato qualche riga al Roberto Cavalli Club di Piazza del Carmine, nonché al suo ineffabile gestore, Joseph Danilo Jacoviello, marito della figlia dello stilista Roberto Cavalli.
Ma credo che sia di notevole interesse antropologico capire come si sia arrivati alla chiusura.
L'altra sera, all'ora in cui traduttori, imbianchini e altre persone normali se ne stanno a letto, alcuni brutti ceffi giravano oziosamente per il centro di Firenze.
Il primo era Adrian Mutu, un post-extracomunitario (visto che la Romania è entrata in Europa), appassionato di cocaina.
Il signor Mutu, che guadagna 3,5 milioni di euro l'anno spingendo di qua e di là un pallone sotto le telecamere ma non manda soldi alla nonna, è stato recentemente sospeso per nove mesi dal campionato per uso e abuso di un'altra sostanza, la sibutramina, la cui funzione ci è fortunatamente ignota.
Il post-extracomunitario in questione era in compagnia di un'altra extracomunitaria, tale Consuelo, figlia di un certo Leonardo Matos Berrido, che sembra abbia fatto l'ambasciatore della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede e presso lo stato che occupa la penisola italiana, nonché il presidente della lega dominicana di baseball. La signora Consuelo è un'ex-modella e attuale moglie dello stesso Mutu. I media, forse facendo qualche confusione tra padre e figlia, dicono talvolta che la signora Matos Gómez in Mutu faccia di mestiere il "ministro consigliere in Vaticano".
La coppia di immigrati si accompagnava a un libanese, tale Fawaz Gruosi. Se state pensando che Gruosi sia un cognome strano per un arabo, avete ragione: il signore infatti va in giro con il cognome della madre, proveniente dalla penisola italiana, per non usare quello paterno di El Hage, che significa "pellegrino alla Mecca". Il signor El Hage alias Gruosi traffica in gioielli. Anzi, grazie al suo matrimonio con l'ereditiera extracomunitaria (svizzera) Caroline Scheufele, è diventato patron de la maison [sic] di una marca che ha chiamato De Grisogono, per fare appello al culto mondiale del Made in Italy.
Siccome un certo mondo è piccolo, Fawaz El Hage alias Gruosi è solito celebrare i propri compleanni con feste sfarzose al Billionaire, il locale di Flavio Briatore, un geometra di Cuneo che fece fortuna a partire dal momento in cui il suo socio saltò in aria con una provvidenziale carica di tritolo. Il signor Briatore ebbe successivamente alcuni momenti oscuri nella vita, come quando si fece una lunga latitanza mentre veniva ricercato per aver organizzato - a dire dei magistrati - una serie di truffe in collaborazione con la mala milanese.
Ci scuserete della piccola divagazione, che serviva soprattutto per riportare i lettori a Daniela Santanchè, già socia di Briatore e nota a questo blog per le sue rumorose campagne islamofobe. Che comunque si indirizzano solo contro i pellegrini alla Mecca che non frequentano il Billionaire.
Non dimentichiamo che al matrimonio dell'ex-latitante con l'indagata di Vallettopoli Elisabetta Gregoraci (peculato, estorsione, spaccio di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione [1] ) - matrimonio celebrato dal senescente cardinale Paul Poupard - la sposa indossava gioielli creati da Fawaz El Hage alias Gruosi. Stylosophy, mescolando il trash umano con il trash per l'infanzia, ne riassume così il concept:

"sono dei gioielli davvero da favola che hanno reso la showgirl una vera e propria principessa." [2]

Il quarto elemento a spasso per la notte fiorentina era un certo Tommaso Buti, un signore che di mestiere fa il tommasobuti. Nel senso che la cosa principale che fa è mettere il marchio TButi su orologi con nomi come "Principessa" (di nuovo) e "Shark". Precisa il suo sito:

"Lusso Italiano...dalla "T" (tradizione) al "B" (buongusto)."

Ora, Tommaso Buti non deve essere esattamente l'orologiaio dalle mani magiche che è diventato famoso senza nemmeno accorgersene.
E' ancora giovane, e un po' di tempo fa si occupava di locali di moda chiamati Fashion Cafè. Le sue acrobazie finanziarie finirono con l'arresto a Milano su richiesta statunitense per «truffa aggravata e riciclaggio». Il signor Buti, che come i suoi compari ha una discreta abilità nel cascare in piedi, avrebbe poi introdotto Gianpaolo Tarantini nel giro che avrebbe portato quel noto mediatore di corpi femminili nei pressi del Presidente del Consiglio.
Tommaso Buti è molto presente nei motori di ricerca per quella particolare cosa che si chiama gossip.
Ora, sapere con chi va a letto Tommaso Buti non è in sé più interessante che sapere con chi va a letto il negoziante di telefonini a due passi da qui.
Ma se Novella 2000 costituisce, come abbiamo teorizzato in passato, l'Almanach de Gotha dei nostri tempi, è di estrema utilità cogliere lo stretto rapporto che esiste tra media, imprenditoria, prostituzione di alto bordo, delinquenza, potere politico e "immagine", sigillato dalle foto di baci veri o presunti nei locali di moda. Dove lo scambio di donne in qualche modo suggella un patto di potere tra i loro acquirenti maschi.
Tommaso Buti è stato "associato" a Manuela Arcuri - un'avvenente signora cui il sindaco di Porto Cesareo aveva dedicato una statua -, ad Anna Falchi, moglie del trafficante Ricucci, a Beatrice Borromeo Arese Taverna - nipote di Marta Marzotto, cognata di John Elkann e collaboratrice di Michele Santoro - a Martina Stella, una ex di Lapo Elkann, fratello dell'appena citato John. Il giro dei guitti e dintorni è in fondo piccolo.
Ma torniamo a Mutu, Consuelo, El Hage alias Gruosi e Buti.
Girovagando di notte, questa banda poco raccomandabile capita - presumiamo con il solito SUV da parcheggiare in seconda fila o sul marciapiede, a scelta - al Roberto Cavalli Club di Piazza del Carmine, gestita da Joseph Danilo Jacoviello. Il locale, come ricorderete, era stato devastato alcune settimane prima da un gruppo di senegalesi, adirati per la violenza con cui un loro connazionale era stato trattato dagli omoni della Security.
Visto il contesto del locale, nonché l'abbigliamento presumibilmente vistoso di Madame Mutu, qualche frequentatore deve aver chiesto all'immigrata dominicana una prestazione veloce ma ben remunerata. La richiesta è finita in una violenta rissa. Mentre Mutu, fedele al proprio cognome e presumibilmente inebetito dalle proprie abitudini, restava in disparte, Tommaso Buti e Fawaz El Hage alias Gruosi sono stati generosamente picchiati (no, io a quell'ora dormivo, l'ho saputo il giorno dopo da un SMS di Io non sto con Oriana).[3]
La polizia, arrivata sul posto, ha preso nota del fatto che al Roberto Cavalli Club si stava allegramente ballando, nonostante fosse stato già chiuso due volte perché non aveva né l'autorizzazione né le minime misure di sicurezza per evitare una strage di vip e/o pregiudicati.

La polizia chiude il Club Roberto Cavalli di Firenze

La polizia appone i sigilli al Roberto Cavalli Club di Piazza del Carmine, Firenze

Per una volta schierati dalla parte delle forze dell'ordine nella lotta contro i'ddegrado e per la sihurezza del Centro Storico, ci fa piacere citare integralmente il comunicato della Questura di Firenze:

"Sigilli al locale “Cavalli Club” di Piazza del Carmine. Il provvedimento è stato notificato dalla polizia Amministrativa questa mattina al gestore del locale, un ventinovenne di origine napoletana. Il sequestro preventivo è stato disposto dall’Autorità giudiziaria a conclusione dell’istruttoria condotta dalla Polizia Amministrativa della Questura, diretta dal dr. Sergio Vannini. Alla base della misura vi sono gli esiti di numerosi controlli effettuati dagli agenti negli ultimi mesi, dai quali sono emerse irregolarità nella gestione del locale nonché, in alcuni casi, turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il 10 marzo scorso il locale era già stato colpito da un decreto di sospensione della licenza da parte del Questore Francesco Tagliente per un periodo di 15 giorni in seguito ad una rissa.

I reiterati controlli hanno consentito di riscontrare che all’interno del club venivano sistematicamente organizzate serate danzanti, pur in assenza delle prescritte autorizzazioni, determinando “una situazione di rischio per gli avventori, in assenza di adeguate vie di fuga in caso di incendio o da altri eventi tali da imporre l’immediata evacuazione”.
La notte scorsa, inoltre, all’esterno del locale si è verificata l’ennesima aggressione ai danni di due uomini intervenuti per difendere una avventrice che era stata importunata con ripetute avances. I “corteggiatori” hanno infatti colpito i due amici della donna per poi darsi alla fuga. Uno dei due aggrediti colpito al volto con un pugno è stato soccorso dal 118 e portato all’Ospedale di Careggi dove gli hanno diagnosticato 30 giorni di prognosi. Sull’episodio, dopo l’intervento delle Volanti, sta ora indagando la Squadra Mobile.

16/04/2010 16:26

Questura di Firenze

Da circa un anno, denunciamo le illegalità commesse dal Roberto Cavalli Club di Piazza del Carmine a Firenze. Sia per l'obiettivo grado di fastidio che arrecano, sia perché il Roberto Cavalli Club rappresenta in maniera notevole alcuni temi di cui ci occupiamo.
Prima di tutto, Roberto Cavalli produce pura immagine e incassa soldi veri in gran quantità. E quindi è un protagonista di primaria importanza della società planetaria dello spettacolo.
Secondo, Roberto Cavalli produce un tipo particolare di immagine, che è quella della Jeune-Fille descritta in maniera eccellente dal collettivo Tiqqun.
Terzo, il Roberto Cavalli Club è immagine nell'immagine: non è un luogo dove qualcuno mette musica e fa da mangiare per far divertire gente spensierata. Al contrario, è un luogo in cui si va per farsi vedere, e che a sua volta serve a far vedere Roberto Cavalli.
Quarto, il Roberto Cavalli Club è un esempio perfetto di falsa tradizione peninsulare: gli storici artigiani del centro di Firenze spariscono, e al posto loro arriva l'Immagine del Made in Italy, il Genio Italico che Coniuga Modernità e Tradizione e tutto il resto.
Quinto, i gestori del Roberto Cavalli Club, spacciandosi per portatori della Firenze Immagine nel mondo, si sono comportati con un'arroganza incredibile verso i fiorentini in carne e ossa.
Sesto, per citare i consiglieri comunali Stefano Alessandri e Giovanni Donzelli (AN-PdL) sono anni che "di fronte a questa realtà di abusi, soprusi, degrado e atti di violenza o [...] di "microcriminalità" che "a loro è concesso tutto: imbrattare muri, fare casino la notte, occupare strutture pubbliche, intimidire le attività commerciali rionali, abusare dei servizi pagati dai cittadini, come acqua e luce. Si, ormai sono [...] anni durante i quali non è stato fatto assolutamente nulla da chi amministra Firenze e questo Quartiere per ripristinare la legalità".
Dimenticavo, i consiglieri di Alleanza Nazionale non ce l'avevano con la banda di Mutu e Cavalli. No, se la prendevano con il CPA Firenze Sud, il Centro Popolare Autogestito, che da vent'anni non traffica in cocaina, non diffonde la prostituzione, non fa truffe. E non vende orologi d'oro da 15.000 euro.


Note:

[1] Questo blog è orgogliosamente non garantista nei confronti di coloro che si sanno garantire da soli.
[2]
Per Principessa si intende un oggetto di altezza più o meno umana e dalle misure scelte o costruite da appositi tecnici, preferibilmente muto ma capace di battere le ciglia in maniera appropriata. In tempi passati, doveva essere vergine fino al suo acquisto da parte di un Principe.Oggi, ciò non è possibile per due motivi. Innanzitutto, perché per arrivare all'attenzione di un Principe, deve essere consumata prima da una lunga serie di intermediari; in secondo luogo, il piacere principale del Principe deriva dall'aver rubato la Principessa a un altro Principe che ne godeva precedentemente i favori.
Per questo, la Principessa diventa vergine dopo il matrimonio, grazie a uno spettacolare intervento ecclesiastico-mediatico.

Sul compito di protettore che incombe su certi principi, ci rende edotti uno dei tanti blog che ci inculcano un pettegolo affetto per i dominanti. Parlando della Gregoraci, ci dice che

"Come nelle favole, è un principe azzurro dei giorni nostri, Briatore, a sostenerla e difenderla pubblicamente."

[3] L'episodio ha illustri precedenti. Ricordiamo la reciproca denuncia - per "lesioni gravi" e per "lesioni gravi e minacce aggravate" - scambiata tra Gabriele Moratti, figlio di Letizia Brichetto in arte Moratti (sindaco di Milano), e il pilota di Formula Uno, Irvine, dopo una rilassante serata in una discoteca milanese.
Oppure il caso più recente dell'imprenditore Roberto Maria Adago del marchio Baci & Abbracci, arrestato nell'Armani Privè di Milano mentre cercava di baciare & abbracciare una signora non consenziente e di picchiare numerosi agenti delle forze dell'ordine, anch'essi non consenzienti. Roberto Maria Adago è un innovatore: già nel 1994, era stato arrestato per aver guidato una folla di turisti provenienti dalla penisola italiana a lanciare molotov e incendiare macchine a Formentera, in una grande rivolta contro i vigili che si permettevano di cercare di far rispettare le leggi.


martedì 20 aprile 2010

Cascine del Riccio e spray urticanti: se invece della "giornalista" avesse fatto la giornalaia...


I lettori di Iononstoconoriana ricorderanno come nel periodo della sua massima presenza mediatica, tra il 2001 ed il 2004 o 2005, la campagna mediatica costruita su e con Oriana Fallaci fosse riuscita addirittura a produrne degli spregevoli cloni in carne ed ossa: donne con gli ormoni in disarmo caratterizzate da uno stile interattivo costantemente intonato alla sufficienza sprezzante, scomparse nel nulla con il cambiare dei palinsesti.
Sapere che esistono gazzette che hanno l'ardire di fare considerazioni moraliste su uno stato di cose e contro un clima sociale che sono pressoché per intero frutto del loro operato è oltremodo irritante; City del 20 aprile riferisce proprio con questi toni un fatterello che sarebbe successo alle Cascine del Riccio, una località alle porte di Firenze. Una ragazzina di origine egiziana avrebbe cercato di comprare un giornale pagando in monetine; la giornalaia non solo le avrebbe rifiutato la transazione, ma alla richiesta di spiegazioni del padre di lei avrebbe reagito spruzzandogli spray urticante sul viso.
Se l'episodio si fosse verificato nei primissimi anni del XXI secolo, c'è da credere che la "scrittrice" non avrebbe tardato ad offrire solidarietà alla giornalaia così come la offrì ad un pallonaro scatarrante. D'altra parte la lotta contro l'islàmme in Toscana ha bisogno di atti eroici, mica di spiegazioni!

venerdì 16 aprile 2010

Lega Nord, Paderno e i costruttivi risultati dell'ateismo devoto


La professione di "occidentalismo" ostentata dalla Lega Nord ha alcune indiscusse virtù, prima tra tutte quella della coerenza.
E l'"occidentalismo" professato con coerenza porta, ovviamente, a risultati di assoluta disumanità. L'esatto contrario di quanto predicato da ogni fede monoteista.
Sarebbe interessante sapere cosa fa pensare a chi si riconosce in questi predoni ornati di croci di potersi sentire superiore a qualcun altro, quale sia l'etica che fa da supporto ai pratici dello scontro di civiltà.
Nel 2010 la Chiesa cattolica, con la pratica religiosa in declino vertiginoso in tutta Europa e con un riscontro mediatico di molto inferiore a quello costruito con un lavoro quotidiano da Joaquín Navarro-Valls per Karol Józef Wojtyła, è al centro di una campagna mediatica ampiamente denigratoria. E' probabile che agli "occidentalisti" e alla loro morale da campo di sterminio riesca assolutamente insopportabile la voglia di giustizia sociale che la gerarchia rinfocola di tanto in tanto e che nei fatti dovrebbe costituire una parte importante del lavoro quotidiano dei ministri di culto. Logica vorrebbe che i suoi rappresentanti cercassero almeno di non prestare il fianco ad ulteriori bordate, che oggi come oggi vengono il più delle volte proprio da quegli "occidentalisti" a parole tanto attaccati a certi simboli.
Apprendiamo invece, dal blog di
Sherif El Sebaie, che c'è anche chi non ci sta. E la cosa ha ispirato a Sherif uno scritto molto caustico, che riportiamo per intero.
La Lega Nord contro la sepoltura di un bambino. E da questa ciurma vengono i più alti gradi dello stato che occupa la penisola italiana. Che siano perfettamente rappresentativi dei sudditi costituisce un dato di fatto, non una rassicurazione.


Dal pulpito del parroco

La settimana scorsa, a Udine, è morta presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia, una neonata i cui genitori sono musulmani. E' stata sepolta con rito islamico nell'area riservata ai musulmani nel cimitero di Paderno: 200 fosse - concesse dal Comune dopo oltre dieci anni dalla richiesta - orientate sull’asse nordest-sudovest, in direzione della Mecca.
Gli oltre 5000 musulmani che abitano in zona, infatti, non erano più in grado di sostenere i costosi rimpatrii delle salme nei paesi d’origine. Ebbene, a dimostrazione che siamo in un paese civile e tollerante, subito dopo la cerimonia, i rappresentanti della Lega Nord e del Pdl hanno protestato: secondo loro la sepoltura della piccola sarebbe "irrispettosa dei sentimenti più intimi della maggioranza della popolazione". Per questo, sabato prossimo, è prevista nientepopodimeno che una raccolta firme contro la tumulazione della neonata (secondo alcuni, chiederanno di disseppellire il suo corpicino per interrarlo altrove) e per chiedere al comune di eliminare dal cimitero l’area destinata ai morti di religione musulmana.
Va ricordato, sempre a dimostrazione che siamo in un paese civile e tollerante, che la decisione del comune di concedere un'area di sepoltura ai musulmani, aveva provocato le proteste della Lega, che a suo tempo aveva raccolto 1.700 firme e promosso una fiaccolata contro la concessione dello spazio cimiteriale. Come va ricordato anche che il parroco di Paderno è sceso in campo ed ha affidato a “Il Giornale” le sue lamentele. «Questa gente - disse riferendosi ai musulmani - dovrebbe laicizzarsi un po'..». Cioè, invece di rivolgere un pensiero a quei poveri genitori, a quella bimba, o magari fare penitenza - come ha chiesto il Papa - e prendere atto che la Chiesa è travolta dagli scandali sessuali coperti dalle alte gerarchie, dai preti che trovano cadaveri nei sottotetti delle loro chiese e poi "si dimenticano" di avvertire le autorità, questo prete ci chiede di auspicare la "laicizzazione" degli islamici. E cioè? Dove dovrebbero seppellire la neonata? Nel sottotetto di una chiesa?

giovedì 15 aprile 2010

Adro e mense scolastiche: l'"occidentalismo" al suo vertice


L'anima demoniaca dell'"occidentalismo" politico ha la sua traduzione operazionale in una sistematica oppressione dei mustad'afin ed in una forsennata repressione di ogni comportamento non orientato al consumo, in un contesto in cui l'ingiustizia sociale ed il diritto alla prevaricazione esercitato dai mustakbirin è postulato indiscutibile ed indiscusso, la sola messa in discussione del quale è condizione sufficiente per imboccare la via che porta alla stigmatizzazione e peggio.
La weltanschauung da campo di sterminio che gli "occidentalisti" impongono con ogni mezzo a sudditi benissimo disposti ad accettarla è nota: mangia il tuo pane e, se puoi, anche quello del tuo vicino. L'ottundimento imperante ed indiscusso impedisce perfino di ridere di scherno a cospetto di "occidentalisti" politici incessantemente invocanti la "libertà"; non esiste consultazione elettorale in cui l'"occidentalismo" non presenti come salvifici ed improcrastinabili interventi repressivi di qualunque genere, presentati dalla feccia gazzettiera con toni tra il compiacente e il bozzettistico assieme ad una demonizzazione ebete e pornografica di qualunque presunto avversario.
Un esempio? In una zona della penisola italiana chiamata Toscana, durante l'ultima campagna elettorale, l'"occidentalismo" politico ha basato per intero la propria comunicazione propagandistica sulla denigrazione del sistema sanitario e sulla costruzione di un campo di concentramento.
Una condotta del genere rende pressoché sterile il tentare di indentificare maîtres à penser o linee guida di ispirazione teorica i cui assunti trovino una traduzione operazionale effettiva. Ma non basta.
L'"occidentalismo" politico ha come primo effetto l'abbandono del campo da parte di chiunque abbia un minimo di rispetto di sé. Conseguenza, il suffragio dei sudditi premia invariabilmente pornocrati, buoni a nulla, piccini, incolti, mangiatori di maccheroni, minus habentes, pulcinella di periferia, spazzatura da stadio, scarti di anticamera e frequentatori di prostitute; tutti individui ritenuti, con pieno diritto e con piena ragione, vicini alla gente.
Il risultato sono le istituzioni ridotte ad una fogna, al punto da disgustare perfino chi non ha problemi a riconoscersi nell'"occidentalismo" di governo. I canti trionfanti da avvinazzati con cui gli "occidentalisti" salutano le loro vittorie hanno come contraltare crescenti settori dell'opinione pubblica che li avversa apertamente, rifiutando di partecipare a quella spregevole spartizione di sportule miserabili chiamata "democrazia rappresentativa", e che avversa apertamente anche una loro sedicente controparte che da tempo immemorabile fa di tutto per copiarne le istanze e gli atteggiamenti, confidando in chissà quale crescita di consensi.
La lettera che segue sta facendo il giro delle gazzette in questa metà aprile 2010. La new, nel momento in cui scriviamo, è ancora attuale e priva di una vera e propria conclusione; abbiamo due motivi per diffidarne a priori e per riportare tutto con amplissimo beneficio d'inventario. Innanzi tutto il materiale è di esclusiva fonte gazzettiera, in secondo luogo la nostra conoscenza diretta della cittadina di Adro e dei suoi sudditi rasenta lo zero assoluto.
Secondo i gazzettieri il borgomastro di Adro, "occidentalista" tutto d'un pezzo (e qui sono prevedibili le battute sul materiale di cui è fatto, questo pezzo) avrebbe tolto il vitto scolastico a svariate decine di bambini i cui genitori, già messi malissimo per proprio conto, non avevano pagato la mensa.
Il legalitarismo da due soldi che è uno dei pilastri dell'"occidentalismo" peninsulare troverà la cosa sicuramente logica e giusta, ma chi disprezza qualunque iniziativa del genere che venga messa in atto dalle figure istituzionali di uno stato specializzato in condoni fiscali e che dilapida miliardi per missioni militari che non gli valgono nemmeno la riconoscenza dei (molto presunti) beneficiati, non può che rispondere con un ghigno sprezzante. Va anche detto che i mustad'afin residenti in Lombardia, la zona in cui Adro si trova, costituiscono la base stessa della ricchezza viziata e "occidentalista" che la propaganda trasforma in suffragi. Ottimi come braccia, ci si fa un vanto di non considerarli cittadini e di scavar loro la terra sotto i piedi con ogni mezzo, confidando in una impunità assoluta che è durata anche troppo e la cui fine auspichiamo non soltanto prossima, ma quanto più traumatica e spaventosa possibile.
Per farla breve, un tale di Adro si sarebbe stufato di questo cabaret sifilitico, ed avrebbe saldato di tasca propria le pendenze, accompagnando il pagamento con la lettera che segue.
Le asserzioni del testo sono lontanissime da noi, che nella stessa situazione ci saremmo limitati a versare la cifra necessaria non essendo un mistero per nessuno in quale concetto teniamo certi scaldatori di poltrone; non ne condividiamo neppure l'impianto di fondo dal momento che la nostra considerazione di una "legalità" che si accanisce sistematicamente sugli ultimi è molto vicina allo zero e che non vediamo per quale motivo i "costumi" e le "leggi" che stanno accompagnando la società "occidentale" verso la dissoluzione ultima dovrebbero essere degni di un qualche rispetto. Ci pare anche che l'anonimo scrittore abbia un concetto scelleratamente ottimistico dei politici "occidentalisti". Tuttavia la lettera merita di essere riportata a indicazione del fatto che la marmaglia "occidentalista" è riuscita a schifare perfino il proprio elettorato, che null'altro ha fatto che esprimere un minimo di buon senso.
Vediamo quanto ci mettono, adesso, per dargli del terrorista.


Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film L'albero degli zoccoli. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene.

È per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica. A scanso di equivoci, premetto che: non sono "comunista". Alle ultime elezioni ho votato per Formigoni. Ciò non mi impedisce di avere amici di tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona. So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell'educazione.

Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell'Ucraina. Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l'insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male. I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l'asticella dell'intolleranza di un passo all'anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, rna potrei portare molti altri casi.

Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo? Che non mi vengano a portare considerazioni "miserevoli". Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino...). Ma dove sono i miei sacerdoti? Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo? Vorrei sentire i miei preti "urlare", scuotere l'animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il "commercio".

Ma dov'è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare "partito dell'amore". Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l'Italia. So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti "compagni che sbagliano". Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le belle cose e case. Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1.200 euro mese (regolari).

Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l'amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno? Ma quanto rendono (O quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto? Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? È già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.

IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI. Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro. Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.

E CHI SEMINA VENTO, RACCOGLIE TEMPESTA! I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L'età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quel giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi? E se non ce li volessero piu cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. È anche per questo che non ci sto. Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani. Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all'uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l'amministrazione.

In tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l'anno scolastico 2009/2010. Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno a vorranno pagare il costa della mensa residua resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa. Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varrà la spesa. Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del "grande fratello".

Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie. Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo. Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo. Posso sopportarlo. L'idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce. Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di eredito c'e, ma solo per tutto il resto.

Un cittadino di Adro

martedì 13 aprile 2010

Consulta degli studenti, Torselli (Pdl): “L’aggressione degli estremisti di sinistra è di una gravità inaudita”


Una mattina di metà aprile l'arrivo di una ventina di contestatori ha provocato qualche tafferuglio alla riunione di un arnese che si chiama "consulta provinciale degli studenti", e che ci è pressoché sconosciuto: in materia di frequenza e di diplomi abbiamo da svariati lustri fatto la nostra parte e di questa "consulta degli studenti" abbiamo qualche contezza solo perché la propaganda politica "occidentalista" è stata costretta a far riferimento ad essa pur di magnificare almeno una vittoria politica a Firenze.
Il titolo in oggetto fa riferimento alla versione dei fatti di un esponente "occidentalista" del Consiglio comunale fiorentino; tra il poco che sappiamo di questo signore c'è che l'età delle scuole secondarie l'ha passata da un pezzo, cosa che sarebbe di per sé sufficiente per esortarlo ad alzare un tantino il livello dei suoi interessi. La sua versione dei fatti è il nome che si dava in tempi più normali a quella che le gazzette di oggi definirebbero "la sua verità"; noi, convinti che per lo più la verità sia una e soprattutto del fatto che tra essa e le gazzette ci sia un rapporto piuttosto evanescente, ci atterremo con piacere alla vecchia definizione.
Dunque: Francesco Torselli statuisce la gravità assoluta dell'accaduto -qualche spintone, un volantino, un comunicato da leggere, qualche coro neanche lontanamente paragonabile per ridondanza pragmatica a quelli della marmaglia palloniera- e lo paragona senza por tempo in mezzo ai periodi più "cupi" degli anni Settanta. Che sono stati esaltanti per molti, prima che l'eroina si mangiasse via una generazione mietendo imparziale, e che nei ricordi di chi scrive sono un periodo in cui gli individui erano individui e non lasciavano che fossero il mercato ed i comportamenti di consumo a definire la loro identità. Un periodo normale, in cui lo squallore disperato e quotidiano dei giorni d'oggi poteva al massimo trovar posto in qualche romanzo di fantascienza particolarmente incline al pessimismo.
In anni più normali gli estimatori di Codreanu non vantavano i propri successi istituzionali e non facevano torto marcio alle proprie convinzioni infarcendo lo sterminato numero di gazzette a loro disposizione con comunicati stampa perennemente intonati su un continuum che va dall'entusiasmo forsennato le (poche) volte che le cose vanno bene e al vittimismo più cupo le (molte) volte che le cose vanno male.
Va ricordato che non più tardi di un mese fa lo stesso Francesco Torselli è stato araldo di una vera e propria operazione delatoria, messa in atto con lo scoperto appoggio del gazzettame più inquadrato; commentando la cosa asserimmo che la delazione non è un'arma politica di eccelsa nobiltà e che presenta una brutta tendenza al doppio taglio.
Ma passiamo oltre, perché è del registro linguistico della propaganda "occidentalista" e dei tempi più normali che abbiamo intenzione di parlare.
Negli anni stigmatizzati dagli "occidentalisti" non si gridavano slogan e non si tiravano spintoni.
Si ammazzava e si moriva.
Si ammazzava nelle maniere più efferate e si moriva in quelle più spaventose, ogni giorno; un estimatore di Codreanu dovrebbe saperlo bene visto che l'ammazzare -e soprattutto il farsi ammazzare eroicamente erano obiettivi perseguiti in piena consapevolezza all'interno della formazione politica fornita dai cuib. Dovrebbe saperlo tanto bene da non componere parva magnis.
In secondo luogo è bene ricordare un altro paio di cose.

La prima è che non si capisce per quale motivo l'"occidentalismo" fiorentino si trovi tanto a disagio davanti a qualche contestazione. Parrebbe di capire che il relativissimo consenso di cui gode si regga su basi eccezionalmente labili, propaganda nonostante, e che le denunce penali siano prassi ordinaria per il rinforzo di essa propaganda; si veda il caso già riportato , in cui si ventila addirittura il ricorso alla Corte dei Conti per neutralizzare i danni che una mazzetta di fotocopie ha fatto alla vulgata "occidentalista" della storia contemporanea. I sudditi dello stato che occupa la penisola italiana non si lamentino poi delle lentezze in cui incappa la macchina burocratica ed amministrativa, costretta a tener conto anche di queste pensate.

La seconda cosa che ci viene in mente riguarda un episodio in cui violenza distruttiva è stata usata davvero; uno degli ultimi verificatisi a Firenze, con la sola esclusione di pochi delitti ascrivibili al comportamento fortemente disturbato dei loro esecutori. All'inizio di dicembre del 2006 una roba palloniera ("partita", la chiamano) si concluse con l'incendio dell'automobile di una gendarmeria tra quelle, pletoriche, presenti nello stato che occupa la penisola italiana. Chi volesse, potrebbe trovare dovizia di dettagli in merito sulle gazzette dei giorni seguenti; invano cercherebbe, sui siti istituzionali, comunicati stampa "occidentalisti" che stigmatizzassero l'episodio: eppure l'"occidentalismo" politico vive proprio di comunicati stampa e di saturazione dei mass media.
Nulla di strano. Il sordido ed infero culto del pallone attrae torme di potenziali elettori "occidentalisti" e non è davvero il caso di rovinarsi il bacino elettorale anche solo menzionando episodi come questo.
A Firenze in particolare l'"occidentalismo" politico difende a spada tratta una cosa che si chiama "pallone travestito" o roba del genere; né più né meno che un annuale regolamento di conti tra marmaglie rivali i cui componenti si conoscono tutti tra di loro, e che hanno nella circostanza l'occasione per regolare un anno di pendenze accumulate in attività tra il nebuloso e lo scaltro. Anni fa il "pallone travestito", né più né meno che una rissa istituzionalizzata paludata dagli orpelli con cui si paludano le tradizioni inventate, raggiunse tali eccessi sanguinosi che l'amministrazione comunale fece intendere di non volerne più sapere. Gli "occidentalisti" andarono su tutte le furie.
Sottolineare la sostanziale incoerenza di simili difensori della leggeddellòddine impegnati pellasihurezzacoontriddegrado non basta.
Va ricordato che sono gli individui come questi a costituire i pilastri umani su cui si reggono i tagli scolastici della Gelmini, la TAV, i grandi ed inutili lavori, la CIA che fa quel che diavolo le pare, le notti in discoteca di Ignazio Benito Maria La Russa, le mimetiche da operetta di Ignazio Benito Maria La Russa, le passeggiatine in Afghanistan di Ignazio Benito Maria La Russa, l'aggressione all'Iraq, la pretesa-barzelletta del disarmo di Hizbollah, il controllo unificato di mezzi d'informazione che fanno in blocco rimpiangere l'obiettività e la concretezza della Pravda, i campi di concentramento travestiti da CIE, l'appoggio incondizionato a furbacchioni travestiti da imprenditori ed azionisti, gli scudi fiscali per i furbacchioni travestiti da furbacchioni, i rastrellamenti da SS nel distretto tessile pratese, le pacche sulle spalle tra sionisti veccchi e nuovi mentre a Gaza si muore sotto il fosforo, i terremoti-passerella, le carceri infernali, gli sciali miliardari per le festicciole tra potenti, la militarizzazione della vita sociale, il clima artefatto e demenziale di terrore quotidiano, la gigantesca fogna di favori sessuali ed elettorali che costituisce per intero l'arena politica, ed i gendarmi che prendono a calci i ragazzini sotto l'occhio compiaciuto della spazzatura umana che impesta le redazioni amiche.
E l'elenco sarebbe ancora lungo.

I giovani "occidentalisti": come vorrebbero dare a intendere di essere...

...E come sono davvero. (Fonte: Miguel Martinez)

Le immagini che riportiamo mostrano che il gap tra propaganda e realtà non potrebbe essere più ampio, da ogni punto di vista. Chissà cosa avrebbero pensato quelli della XII Legio Fulminata, le cui tracce abbiamo potuto vedere con i nostri occhi nei dintorni di Qobustan lasciate con ogni probabilità dopo una marcia partita da Palmyra o da Dura Europos, della sfacciata propensione alla delazione che gli "occidentalisti" sono tenuti a coltivare fin dall'adolescenza...

domenica 11 aprile 2010

Firenze: "anarchici scatenati"?


Firenze, anarchici scatenati
In 150 assaltano e devastano il centro storico: venti denunciati Il centro storico devastato dalla violenza degli anarchici, impianti di videosorveglianza distrutti, istituti bancari danneggiati. E ancora: muri imbrattati con la vernice e scritte offensive conto la magistratura.


I poster fotografati in Santa Croce hanno mantenuto le promesse e il 10 aprile un corteo anarchico formato da qualche centinaio di quei mustad'afin che il gazzettame crede di poter calpestare a proprio comodo ha percorso le vie del centro accanendosi contro un paio di bancomat e contro un paio di micropolitici sgraditi.
Nel complesso una piccola ma salutare ventata di insihurezzeddegràdo.
Le righe riportate qui sopra, invece, sono il modo che "Il Giornale della Toscana" ha di riportare la questione.
La devastazione di un centro storico europeo, specie se esteso come quello fiorentino, comporterebbe una mano d'opera volenterosa e preparata, dotata di ben altri strumenti che qualche secchio di vernice e soprattutto ben più numerosa di quella che ha partecipato alla manifestazione. Nonostante la lodevole profusione di malafede demente, un paio di bancomat tinti di nero e qualche telecamera levata di mezzo sono poca roba perfino per questa gazzettina, costretta dunque a relegare il tutto nelle pagine interne spedendo in prima, invece, una roba di pallone e pallonieri.
Se le gazzette "occidentaliste" limitassero la sfera delle proprie trattazioni al pallonaio, ai bucatini all'amatriciana, alla cocaina e ai genitali femminili i nostri risentimenti e il nostro disprezzo nei loro confronti quasi non avrebbero ragione d'essere, e le tirature rimarrebbero pressoché invariate dal momento che i sudditi che bivaccano nella penisola italiana non riscono a concepire alcunché che travalichi questi quattro settori. Così non è, e i mustad'afin fiorentini sono tra le crescenti categorie che hanno fatto le spese per molti anni del canaio demonizzatore che contraddistingue l'operato quotidiano dei gazzettieri. Basta poco o nulla per attirare l'attenzione di un cialtronismo linciatore ubiquo e quotidianamente avido di prede, esattamente come una roba che chiamano "giustizia" e che nei fatti applica la "legge" ai poveri e la interpreta per i ricchi.
L'atteggiamento più comune nei confronti del tritacarne umano costituito dalla sinergia di queste due realtà è per solito di noncuranza, nella malriposta certezza che certe cose succedano sempre e solo agli altri. I mustad'afin che non hanno devastato Firenze esulano da questo atteggiamento e ricordano agli astanti come stanno le cose.
Istituti bancari e telecamere vengono presi di mira perché laddove domina la weltanschauung "occidentalista" hanno un'oscena e blasfema valenza sacrale che li rende letteralmente oggetto di venerazione. Al pari di quelle gigantesche scatole di Skinner chiamate ipermercati, purtroppo cresciuti come funghi velenosi anche in realtà più normali come quella di Damasco o di Baku, in cui ogni giorno viene allestita una demoniaca parodia di vita relazionale. A guardia di tutto si ergono gendarmeria, eserciti privati ed una sordida gazzetteria gurdjeffiana; il compito di tutti e tre è quello di catalogare, schedare e reprimere qualunque comportamento diverso da quelli di consumo.
Si noti, nelle righe riportate, il rilievo dato alle "scritte offensive contro la magistratura". Gli appartenenti alle formazioni politiche "occidentaliste" che operano nella penisola italiana sono famosi per l'estrema disinvoltura con cui trattano il potere giudiziario. In altre parole, ricchi e potenti possono irridere e disprezzare chi vogliono e con ogni mezzo, i mustad'afin in galera devono creparci. Nulla di strano, intendiamoci, si tratta della traduzione operazionale di quei postulati di disuguaglianza e di ingiustizia sociale che sono la base stessa dell'"occidentalismo". A far credere ai sudditi che ad esserne colpiti siano solo negri, munsurmani, finocchi, comunisti ed ebrei (no, gli ebrei non si può più) ci pensa la propaganda.
La città di Firenze costituisce una realtà difficile per l'"occidentalismo" perché vi sopravvivono ostinati anticorpi sociali che impediscono la completa mercantilizzazione dei rapporti umani e sono responsabili di un contesto sociale che può essere presentato come degradato solo facendo sistematico ricorso alla menzogna.
Nel caso degli anarchici che hanno indetto la manifestazione di ieri perché abituali oggetti delle non desiderate attenzioni del tritacarne su sommariamente descritto, questo significa essere portati in tribunale con accuse da ergastolo che cadono dopo sette minuti di udienza, e letteralmente crocifissi da un gazzettaio improntato alla più assoluta impunità menzognera, curiosamente definita "libertà di informazione". Basta un episodio per dare un'idea di come funzionino le cose. Nel volantino che convocava la manifestazione del 10 aprile 2010 si poteva leggere che il 29 novembre 2007 la gendarmeria irruppe in due stabili occupati e in varie abitazioni fiorentine, cercando armi che non c'erano e sequestrando di fatto acuni stencil e delle cartucce per sparachiodi... che il gazzettame trasformò istantaneamente in bossoli per armi da sparo.
L'errore comune e condiviso, non lo si sottolineerà mai abbastanza, sta nel credere che queste traversie tocchino sempre e solo a qualcun altro, sperabilmente proveniente da qualcuno degli infiniti gruppi minoritari suscettibili di funzionare come capri espiatori.

sabato 10 aprile 2010

Firenze: un giorno di aprile n'i'ddegrado, senza sihurezza...



Una mezza giornata libera all'inizio di aprile è l'ideale per un giro più o meno lungo per il centro di Firenze, svolto facendo attenzione ai particolari e tenendo la macchina fotografica a portata di mano; chissà che non si trovi qualcosa di utile per dileggiare una volta di più la canea gazzettiera, i suoi degradi, le sue sihurezze, le sue tolleranzezzèro e tutto il resto della pornografia "occidentalista" che hanno anche la faccia di chiamare "informazione libera".
Dicono che l'ennesimo tour giornalettistico intentato da un troppo diffuso e centocinquantenario gazzettino locale alla ricerca d'i ddegrado e dell'insihurezza che gli è colpa degli zzingari e dell'islàmme non abbia propriamente prodotto i frutti sperati, incappando in gente che col vocabolo extracomunitario tende ad indicare gli intoccabili giapponesi e gli intoccabilissimi studenti amriki, questi ultimi spesso impegnatissimi a dimenticare la "libertà" che nel loro paese rende problematico anche bersi una birra in santa pace riempiendosi di alcool fino a ridursi in condizioni da far spavento.
Le cantonate della zona di Santa Croce sono da anni piene di manifesti anarchici; una lettura dalle sedici alle sessantatré volte più interessante di qualunque gazzettino infarcito di macchinate di gendarmi o di puntigliosi resoconti sull'ultimo locale distrutto da qualche straricco viziato e tossicodipendente.
Quello qui riprodotto avverte di un corteo e riporta il testo che segue.

Contro di loro se sei solo sei un pazzo, se sei più di due sei un terrorista.

Di cosa hai terrore?
Di perdere il lavoro col mutuo casa da pagare? O che la casa te la confischino per farci passare sopra l'autostrada, il tav o il ponte sullo Stretto? Di ammalarti e di non riuscire a curarti? Eppure prima dell'inceneritore non ti ammalavi mai... E l'ansia emergenziale e forcaiola dei giornali e dei politici, non ti terrorizza?

No, forse no. Forse hai il terrore delle scritte sui muri, di un concerto in piazza ma senza i permessi, di un volantino o di un corteo. Di uno stabile vuoto se lo occupano illegalmente, della gente che non vuole inceneritori, autostrade, galere; forse hai il terrore dello sberleffo all'autorità, dell'irrisione della politica, di chi sabota lo sfruttamento.

Il 16 aprile a Firenze vanno a processo 19 anarchici accusati di "terrorismo" per una serie di azioni dimostrative, cortei non autorizzati, occupazioni. Intanto, politici, sbirri e giornalisti alimentano una campagna ossessiva che trasforma ogni diversità in minaccia, ogni telecamera in un'amica, ogni sovversivo in terrorista.

Chi ti terrorizza davvero?

Per noi terrorista è chi usa il terrore per controllare, reprimere, imporre a tutti i propri meschini interessi.

Terrorista è lo Stato.

venerdì 9 aprile 2010

Comune di Bollate, Comune di Sesto S. Giovanni - "Tutto ha un prezzo"



Trent'anni di ricette amministrative e governative all'insegna della cosiddetta "economia di mercato" hanno distrutto il tessuto sociale della penisola italiana in misura tanto maggiore quanto più ligia è stata la loro applicazione, accompagnata come un corollario dalla demonizzazione di ogni forma di dissenso, politico o meno.
I più evidenti frutti del securitarismo elettorale con cui la marmaglia politicante ha ammantato istanze destinate al proprio esclusivo interesse sono ogni giorno sotto gli occhi di tutti: è sufficiente dissentire a voce alta su qualche questione palloniera o adottare comportamenti che non siano improntati ad un consumismo forsennato e sommamente imbecille per doversela vedere con la squadra politica della gendarmeria. Gli autentici vermi del creato che sgazzettano per conto della classe dominante non chiedono di meglio: un nemico nuovo ogni giorno contro cui aizzare i sudditi, ebefrenicamente disposti a scatenarsi contro chiunque dia l'impressione di esser messo appena un po' peggio di loro e di poter essere impunemente destinato allo scempio, come si usa tra quelle galline o tra quelle iene ingiustamente considerate in modo negativo, visto il molto che avrebbero da insegnare in tema di vita sociale ai sudditi che bivaccano nella penisola italiana.
Scaraventata alle ortiche in tempi di presunte vacche grasse qualunque forma di solidarismo sociale e statuiti i consumi come unico metro per la dignità umana, i contesti sociali più "occidentalizzati" della penisola stanno producendo disperazione a tonnellate, isolamento sociale a caterve e disperati a battaglioni. Il destino ordinario non soltanto delle nuove generazioni, ma anche di una parte crescente delle vecchie è dato dalla pura e semplice sopravvivenza consentita da qualche "lavoro" mai troppo precario, mai troppo poco retribuito.
Nel corso degli ultimi dieci anni gli attacchi mediatici contro il dissenso non hanno mai conosciuto soste ed hanno avuto portata ed intensità industriali. Tra le ultimissime vittime la Chiesa cattolica, un'istituzione già malmessa per proprio conto e non certo esente da colpe anche gravi, presentata nel migliore dei casi come una congrega di pervertiti: gli ostacoli che la Chiesa pone all'"economia di mercato" ostentando soprattutto a basso livello gerarchico quella sua assurda voglia di giustizia sociale sono evidentemente intollerabili agli occhi di "occidentalisti" che ad essa si rivolgono con intenti esclusivamente manipolatori. I mezzi per scavarle la terra sotto i piedi non devono dunque essere lesinati.
Tra i risultati più curiosi e inaspettati della situazione, quello di vedere anarchici e boy scout mescolati nei cortei e nelle manifestazioni.
Gli "occidentalisti" distruggono da anni in piena consapevolezza qualunque cosa si opponga alla loro morale da campo di sterminio. Mangia il tuo pane e, se puoi, anche quello del tuo vicino.

In questa situazione, i tentativi di preservare un minimo di coesione e di giustizia sociale appaiono per quello che sono: conati ridicoli e privi di qualsiasi efficacia, che originano dalla stessa forma mentis e dallo stesso modus operandi che hanno prodotto la situazione in cui coloro che non si rassegnano a bivaccare vivono nella costante accettazione del male minore.
E' il caso di una serie di campagne propagandistiche intraprese da alcune amministrazioni comunali di una zona nel nord della penisola italiana, chiamata Lombardia.
In Lombardia le istanze "occidentaliste" imperversano scatenate da decenni più che altrove, e più che altrove ogni agenzia socializzatrice che cialtroni in cravatta e scarti della politica di quartiere percepiscano come minimamente d'intralcio deve fare i conti con i cani da linciaggio della "libera stampa".
L'"occidentalismo" elevato a sistema di governo ha prodotto -ed era risultato notissimo e messo abbondantemente in conto- una generazione di sradicati, in cui non esiste alcunché che possa canalizzare costruttivamente un dissenso ed un disagio destinati a sfogarsi a volte in esplosioni di vandalismo, e più spesso in una sorda violenza quotidiana interpersonale, intrisa di quel consumismo da disperati fatto di stracci ed apparati d'alta tecnologia che i possessori il più delle volte non sanno neppure utilizzare. In un contesto globalizzato infatti dal punto di vista dell'abbigliamento e degli obiettivi di consumo non esiste più alcuna differenza tra un pastore tagiko, un fellah siriano ed un frontebassa di periferia cui qualcuno ha fatto credere di essere superiore a chissà chi.
Le amministrazioni locali sono, ovviamente, preoccupate della prima parte della questione, quella che ha a che fare con i vandalismi. L'altra parte, quella di un contesto sociale che è specchio dell'inferno ma che continua a produrre clienti pressappoco solvibili a loro non interessa, anzi, finché si mordono tra loro....
Il gazzettaio dell'aprile 2010 presenta appunto con un certo rilievo una campagna propagandistica che vorrebbe "sensibilizzare" contro i vandalismi degli arredi urbani. Esiste anche una galleria fotografica da cui abbiamo ripreso l'immagine che riportiamo e su cui torneremo più avanti.
Nelle intenzioni, l'idea sarebbe quella di contrastare i vandalismi indicando concretamente quanto costano gli arredi urbani etichettati. L'iniziativa viene presentata sui siti del comune di Bollate e di Sesto San Giovanni. Notiamo che a Bollate l'iniziativa costituisce un "intervento educativo".
Ora, il fatto che tutto abbia un prezzo è una delle cose che i giovani sudditi imparano per prime nella vita, ed è proprio uno degli assunti alla base di quel contesto di consumismo dittatoriale di cui il vandalismo è l'unica, in una devastante costellazione di conseguenze, da cui l'"occidentalismo" sihurezzeddegràdo sia infastidito. A nostro avviso gli ideatori della campagna stanno confondendo le cause con gli effetti al punto che non ci sorprenderemmo se venissimo a sapere che hanno reclutato una muta di volpi per affidare ad essa la custodia di svariati pollai.
A Sesto San Giovanni spiegano anche che la campagna è stata ideata da una società di grafica e comunicazione che ne ha fatto dono all'amministrazione. Nulla da eccepire: se c'è qualcuno che ha interiorizzato a proprio profitto quanto sia vero che tutto ha un prezzo, sono proprio gli operatori della comunicazione.

Una gazzetta riporta questa foto. Perfino la didascalia è interessante e rivelatrice. In prima linea, come se si trattasse di andare in guerra. L'entusiasmo redazionale è stato tale che non hanno neppure pixelato i volti dei minori, secondo l'ultima demenziale tendenza in materia di "protezione dei minori" e di sihurezzacontriddegràdo.

L'assunto che tutto abbia un prezzo, tuttavia, ci ha fatto venire in mente qualcosa d'altro. Ci ha fatto venire in mente un romanzetto amriki di qualche anno fa, in cui il protagonista Leland Gaunt, negoziante, espone ad un trasognato cliente in via di diventare aiuto-negozio la seguente visione del mondo.

"...Vedi, Asso, in affari io mi baso su un semplice principio. Vorresti sapere quale?"
"Sicuro."
E Asso era sincero.
"Tutto è in vendita. E' la mia filosofia. Tutto si può vendere."
"Tutto si può vendere," ripeté Asso con entusiasmo. "Cavoli! Grandioso! Giusto! Grandioso!"

Tutto è in vendita, quindi tutto ha il suo prezzo.
Leggendo il libro si scopre che Leland Gaunt è Satana, il Lapidato.