sabato 17 dicembre 2022

La moschea di Firenze resiste allo sfratto

La Moschea degli Omayyadi di Damasco com'era nel 2007.
Se le gazzette possono ciarlare di moschee in "Occidente" mostrando folle dall'aspetto cencioso, in questa sede si affronta l'argomento ricorrendo a iconografie di segno -ovviamente- opposto.


Il 16 dicembre l'afflusso di centinaia di credenti ha impedito a Firenze lo sfratto della Masjid al Taqwa di Borgo Allegri.
La gendarmeria antisommossa avrebbe potuto tranquillamente averne ragione; gli "occidentalisti" e le loro gazzette non avrebbero chiesto di meglio; di qui la conferma (l'ennesima) della convinzione diffusa che gli ufficiali della gendarmeria abbiano in molti casi un'intelligenza e un senso dell'opportunità politica di molto superiori a quelle del politicame "occidentalista" e delle gazzette che sporca.
La moschea di Firenze si trova nel centro storico di una città gentrificata ed è ipso facto una presenza finanziariamente intollerabile, visto che la vicinissima piazza dei Ciompi è diventata il solito salotto cittadino e che il fondo occupato dalla Masjid al Taqwa potrebbe ospitare una mangioteca dove si vende a trentacinque quello che vale due. Conviene legalissimamente distruggere ogni residua esperienza di aggregazione poco redditizia e tentare la sorte: se proprio le cose vanno male si seguono esempi autorevoli, numerosi e documentati. A loro somiglianza, si mette con discrezione in valigia la propria collezione di carabattole costose (orologi, cravatte...) e si va a tentare la sorte altrove -magari in luoghi dove le moschee abbondano- lasciandosi andare anche a qualche invettiva contro la gretta ingratitudine di una città tanto poco comprensiva.
Le persone serie non frequentano mangioteche, non sfoggiano carabattole costose, non si fanno un'opinione delle cose consultando gli scrittarelli delle gazzette (e se lo fanno è per schernirne tanto gli autori quanto i lettori), traggono il loro reddito dal lavoro e non da investimenti industriali e immobiliari, e approvano senza condizioni la resistenza dei credenti di Borgo Allegri.
Le libertà si prendono; non si mendicano e non si comprano. 
 
 

sabato 10 dicembre 2022

Barbara Balzerani e Gabriele Toccafondi. Ogni promessa è debito


I tempi di chi lavora non sono quelli delle gazzette, e men che meno quelli di chi ricopre cariche elettive in qualche democrazia occidentale, ivi compreso lo stato che occupa la penisola italiana.
Solo dopo anni siamo riusciti a mantenere la promessa fatta a Gabriele Toccafondi e a presentare in questa sede le recensioni di tutti i libri di Barbara Balzerani editi da DeriveApprodi.
I nostri lettori ricorderanno la serqua di contumelie indignate che la presentazione di un libro di questa autrice in un centro sociale di Firenze provocò negli ambienti del democratismo rappresentativo e del gazzettificio che ad esso risponde.
Qualsiasi cosa dica, scriva o pensi chi vi ha militato, i corpi armati irregolari -anche se sconfitti e sciolti da decenni- vanno bene a L'avana, a Tehran, a Caracas; non certo in "Occidente" e nella Firenze occhiuta di mille telecamere, dove si ha ogni cura nel far sì che basti una scritta su un muro per attirare su ogni indiziato la curiosità della gendarmeria politica.
Le recensioni sono on line da diversi mesi, volta per volta pubblicizzate sul Cinguettatore. Se ne dà conto in questa sede approfittandone per presentare i peraltro minimi aggiornamenti nel CMS e nella grafica di iononstoconoriana.com.