Dopo colpevolissimi dodici mesi di oblio manteniamo la promessa fatta ai nostri lettori e ci occupiamo del volumetto che Barbara Balzerani presentò al Centro Popolare Autogestito Firenze Sud il 16 marzo dello scorso anno.
La recensione è disponibile qui; il libro non tratta argomenti consueti per questa sede, ma abbiamo ritenuto indispensabile occuparcene perché qualsiasi lettura minimamente seria che riesca a infastidire i frequentatori di ristoranti che abbondano nel democratismo rappresentativo e nel mainstream è ipso facto degna di attenzione.
Se avessimo saputo quale cagnara gazzettiera si sarebbe levata dietro una presentazione libraria -non che gli indizi mancassero- anziché una copia ne avremmo acquistate almeno cinque, e le avremmo fatte debitamente dedicare e autografare attendendo con pazienza il nostro turno per quanto lunga potesse essere la fila.
Il Centro Popolare Autogestito Firenze Sud organizza eventi simili a decine ogni anno fin dal 1989, per lo più nell'indifferenza generale com'è ovvio che sia in un "paese" dove dicono di tutelare la libertà di opinione.
In questa circostanza invece in mezzo al pubblico si trovava anche una concentrazione di gazzettieri sorprendentemente alta, cosa che aggiungeva sospetto a sospetto. Il gazzettame "occidentalista" è specializzato nel presentare mediaticamente nel peggior modo possibile qualsiasi cosa, secondo un copione che nel corso degli anni è servito a delegittimare gruppi non importa quanto numerosi e individui non importa quanto rispettabili. Non c'è giudice di cui non si possano criticare i calzini, non c'è corteo di cui non si possano fotografare le cartacce, non c'è potenziale avversario che non possa essere lordato con accuse allucinate quel tanto che basta a essere tolto di mezzo.
Ci vollero quasi due ore ma alla fine la relatrice affermò che "quello della vittima era diventato un mestiere". Non occorreva altro: le gazzette ne fecero una bandiera per una settimana circa.
Il problema è che alla feccia gazzettiera di stretta osservanza "occidentalista" si unì anche quella che tanto tiene a distinguersene; purissima coincidenza voleva che il partito democratico di Firenze stesse finendo di allinearsi alle posizioni "occidentaliste" anche in questo settore ed era in corso un certo travaso di ben vestiti da una formazione "occidentalista" cadente al pari del suo fondatore a un partito democratico ormai saturo delle "idee" e dei "programmi" di un boiscàut di Rignano, e quindi più che pronto e più che disponibile a ricorrere agli stessi identici sistemi.
I tempi della ragione tuttavia non sono quelli del tornaconto mediatico; è bastato attendere qualche tempo perché la stessa feccia gazzettiera servisse a reti unificate gli alti gradi governativi del "paese" dove mangiano spaghetti, sommariamente travestiti da gendarmi, mentre attendevano all'aeroporto il rimpatrio forzato di un individuo puntigliosamente braccato per una quarantina d'anni scavalcando in questo di amplissima misura le sue stesse vittime. E facendo trarre a qualsiasi persona seria le debite considerazioni su chi avesse ragione e chi no.
La recensione è dedicata, con i sensi della più assoluta disistima, a uno dei ben vestiti di cui sopra che si chiama Gabriele Toccafondi.
Questo signore è riaffiorato come candidato di una lista elettorale collegata al partito democratico perché nel maggio 2019 è prevista l'elezione del nuovo borgomastro di Firenze; chissà che anche questo episodio non chiarisca le idee a qualcuno.
Nessun commento:
Posta un commento