Traduzione da Strategic Culture, 4 marzo 2019.
Siamo diventati come Roma? Questa domanda risuona insistente negli incontri dei vari conservatori, libertari e cattolici ameriKKKani. L'AmeriKKKa è avviata sulla stessa strada dell'impero romano? Decadenza della burocrazia, debito pubblico enorme, apparato militare logorato, sistema politico che sembra incapace di reagire alle sfide: "il tardo impero romano pativa di questi mali, e alcuni temono che anche l'AmeriKKKa contemporanea ne soffra," scrive The American Conservative, una pubblicazione che ha seguito con costanza questa linea e che nel corso di svariati anni ha visto crescere il proprio pubblico. Si noti che non è lo stesso pubblico che sostiene il vicepresidente Pence, che con la sua politica all'insegna dell'estatico è invece esponente del letterale insistere evangelico e fondamentalista su una imminente redenzione.
Lo American Conservative scrive anzi:
Se i libertari di destra temono un crollo strutturale, i conservatori per cultura e per religione inseriscono nel dibattito una dimensione morale e spirituale. Il crescente edonismo, il diluirsi dell'osservanza religiosa, il persistente crollo dell'istituzione familiare e la generale mancanza di coerenza culturale agli occhi dei tradizionalisti rappresentano i sintomi di una prossima Età Oscura.
La narrativa cui essi ricorrono a fronte di simili timori è questa: attorno al 500 d.C., una generazione dopo che i Franchi [sic, n.d.t.] avevano deposto l'ultimo imperatore romano un giovane umbro (una provincia agricola della penisola italiana) venne mandato dai ricchi genitori a Roma per completarvi la propria educazione. Disgustato dalla decadenza dell'Urbe, fuggì nei boschi per ritirarsi in preghiera da eremita.
Si chiamava Benedetto. E arrivò a fondare una decina di comunità monastiche alla cui celebre regola viene attribuito il merito di aver aiutato la precedente cultura e i suoi valori a sopravvivere ad un periodo difficile. Il professor Russell Hittinger ha riassunto la lezione di Benedetto a fronte delle epoche oscure in questo modo: "Come vivere la vita nella sua pienezza. Non una vita di successo mondano, quanto una vita di successo umano".
Come può la figura di un monaco medievale avere una qualche rilevanza per la nostra epoca laica? Secondo il filosofo morale Alasdair MacIntyre i monaci dimostrano che è possibile costruire "nuove forme di comunità al cui interno si può vivere secondo regole morali" nel corso di epoche oscure, forse compresa anche la nostra.
MacIntyre avanza un "suggerimento inquietante": che il tenore del dibattito morale di oggi -la sua veemenza, la sua assenza di confini- sia il risultato diretto di una catastrofe avvenuta nel nostro passato. Una catastrofe di dimensioni tali da aver quasi estromesso dalla nostra cultura la questione morale e dall'averne estromesso il vocabolario dal linguaggio corrente. Tale catastrofe sarebbe l'illuminismo europeo, che ci avrebbe lasciato oggi in mano solo i frammenti di una più antica tradizione e tramite il quale il nostro discorso morale -che usa termini come "buono", "giustizia" e "dovere"- sarebbe stato privato del contesto che lo rende comprensibile.
Scrive Rod Dreher, autore de L'Opzione Benedetto: "Secondo MacIntyre anche noi ci troviamo a vivere in un epoca catastrofica affine al crollo dell'impero romano; la catastrofe si cela sotto la nostra libertà e la nostra prosperità." Dreher continua affermando che "nel suo importante testo del 1981 intitolato Dopo la virtù MacIntyre sosteneva che il progetto illuminista ha sì separato l'uomo dalle sue radici tradizionali, ma non è riuscito a produrre una moralità vincolante basata sulla sola Ragione. Inoltre, l'illuminismo ha esaltato l'individualità autonoma. Di conseguenza, viviamo in una cultura di caos morale e di frammentazione nel cui contesto molti problemi sono semplicemente impossibili da definire. MacIntyre afferma che il mondo contemporaneo è una selva oscura, e che per trovare la dritta via occorrerà fondare nuove forme di vita comunitaria.
Opzione Benedetto quindi è un'espressione che fa riferimento a quanti, nell'AmeriKKKa di oggi, non identificano più la continuazione della civiltà e di una comunità di valori morali col mantenimento di un impero ameriKKKano e che sono quindi propensi a edificare forme comunitarie a livello locale come luoghi di resistenza cristiana contro ciò che l'impero rappresenta. In termini meno grandiosi, l'Opzione Benedetto -o Ben Op- indica i cristiani [e i lettori dello American Conservative] che accettano la critica della modernità avanzata da MacIntyre."
L'Opzione Benedetto non è un invito alla vita monastica. Di per sé è intesa come un modo più pratico per questo settore del pubblico ameriKKKano per riuscire a vivere nella modernità contemporanea senza appartenere ad essa. Dove abbiamo già sentito qualcosa del genere? Nelle riflessioni postbelliche del filosofo Julius Evola, che sono le riflessioni di un tradizionalista radicale. In Gli uomini e le rovine perorava la necessità di difendersi e di resistere contro il disordine dell'epoca contemporanea. E sono stati gli scritti di Evola e di altri pensatori dello stesso genere a sostenere gli intellettuali russi durante l'"evo oscuro" degli ultimi tempi del comunismo e poi del neoliberismo scatenato. Sono stati in genere suggerimenti come questi ad aiutare l'elaborazione del concetto di eurasiatismo, sebbene le sue radici arrivino fino alla Russia del 1920.
L'eurasiatismo è un riflesso della tendenza contemporanea, vivace soprattutto in Russia ma dalla portata ben più ampia, favorevole al sostegno del pluralismo (il principale pilastro del "populismo" contemporaneo) o, in altre parole, della "diversità" che privilegia le varie culture, le varie narrative, le varie religiosità, legami di sangue, di territorio e di lingua. Questo concetto corrisponde alla perfezione con l'idea di MacIntrye secondo cui è la tradizione culturale che in quanto tale dota di senso vocaboli come "bene", "giustizia" e "destino". "Se manca una tradizione la questione morale non dispone di agganci e diventa un teatro delle illusioni in cui il centro della scena è occupato dalla mera indignazione e dalla semplice protesta."
L'idea è quella di un raggruppamento di "nazioni" e di "comunità", ciascuna delle quali si richiama alla propria identità e alla propria cultura di base -l'AmeriKKKa essendo "ameriKKKana", la Russia essendo "russa" secondo la propria cultura- e non si permette di soccombere alle costrizioni di un impero cosmopolita in cui ogni diversità è appiattita.
Ovviamente tutto questo stride con il principale assunto ameriKKKano di un ordine mondiale omologato e basato sulle regole. E rappresenta un chiaro rifiuto dell'idea che il melting pot cosmopolita possa risultare in una vera identità o in un vero fondamento morale. Perché "senza il concetto di destino (ovvero dell'esistenza di una direzione e di uno scopo per la vita umana) a servire come misura di aggiustamento sul piano morale, in esso i giudizi di valore perdono ogni carattere fattuale. Ovviamente, se i valori perdono incidenza fattuale non esiste appello ai fatti che possa ripianare un disaccordo in materia di valori".
Dreher parla in modo esplicito della sua opposizione radicale. Della Opzione Benedetto dice che "si potrebbe anche dire che si tratta della prospettiva di progresso di una tradizione e del ritorno alle origini, contrapposta a un'epoca che radici non ne ha".
Mettiamo in chiaro una cosa. I conservatori statunitensi che credono di aver trovato in MacIntyre un facile alleato "non riescono ad afferrare la sua concezione del tipo di politica che servirebbe a sostenere la virtù, intesa come ogni qualità necessaria a intraprendere un percorso di vita."
MacIntyre scrive chiaramente che il suo problema rispetto alla maggior parte degli orientamenti del conservatorismo contemporaneo sta nel fatto che "i conservatori imitano i tratti essenziali del liberalismo. L'impegno conservatore per un modo di vivere determinato dal libero mercato sfocia nell'individualismo e in una psicologia morale che è in antitesi a una tradizione virtuosa proprio come lo è il liberalismo. Conservatori e liberali inoltre cercano entrambi di ricorrere alla potenza dello stato contemporaneo a sostegno delle rispettive posizioni in un modo che non ha nulla a che vedere con il modo in cui MacIntyre concepisce la pratica sociale necessaria al bene comune".
Quello che interessa a un osservatore spassionato è il modo in cui Dreher, autore de L'Opzione Benedetto, si colloca all'interno del contesto politico statunitense.
A destra abbiamo assistito sgomenti alla Trumpizzazione (sic) e abbiamo sofferto duramente per il disastro di Kavanaugh; in molti siamo giunti alla conclusione che [nonostante tutto] non abbiamo altra scelta che votare per i repubblicani alle elezioni di novembre, non foss'altro che per autodifesa (il riferimento è al novembre 2018).Lasciate che citi due passaggi da L'Opzione Benedetto:La cultura di sinistra, ovvero il mainstream ameriKKKano, non ha alcuna intenzione di vivere in una pace postbellica. Essa si sta spingendo avanti con un impegno duro e incessante, un impegno favorito dalla incoscienza di quei cristiani che imitano il liberalismo e che non si rendono conto di cosa stia succedendo. Non fatevi ingannare: la squassante vittoria presidenziale di Donald Trump ci ha nel migliore dei casi dato un po' di tempo in più per prepararci all'inevitabile (corsivo di A. Crooke).[Coloro] che credono che la politica sarà sufficiente non si troveranno pronti a quanto succederà quando i repubblicani perderanno la Casa Bianca e/o il Congresso, cosa che è inevitabile. La nostra politica è diventata talmente sulfurea che ci sarà un contraccolpo tremendo, un contraccolpo che ricadrà innanzitutto sui conservatori in campo sociale e in campo religioso. Quando i democratici riprenderanno il potere i cristiani conservatori se la vedranno molto brutta.
L'Opzione Benedetto, detto altrimenti, rappresenta un altro importante sguardo su quella che il professor Mike Vlahos ha descritto come il prossimo incombente episodio della mai risolta "guerra civile" ameriKKKana: "l'AmeriKKKa di oggi si sta dividendo secondo due visioni sul futuro del paese; la virtù rossa pensa a una continuità della famiglia e della comunità nel contesto di una comunità nazionale affermata sul piano pubblico. La virtù blu pensa a comunità frutto di scelta individuale, in cui fa da mediatore il rapporto dell'individuo con lo stato. Queste due concezioni dell'AmeriKKKa sono da decenni una opposta all'altra e fino a oggi hanno tenuto a freno l'irrompere della violenza; nel loro aspro contrapporsi [di adesso] esiste come la sensazione di un moto in direzione di una decisione irrevocabile."
"Oggi esistono in inconciliabile opposizione fra loro due percorsi parimenti legittimi... Il rosso e il blu sono già oggi la rappresentazione di uno scisma religioso irreparabile, dal punto di vista dottrinale ancor più aspro di quello che divise i cattolici dai protestanti nel sedicesimo secolo. A vincere la guerra sarà la fazione che riuscirà a catturare la bandiera (dei media sociali) e che diventerà il depositario autentico della virtù ameriKKKana. Entrambe le parti si sentono i campioni della rinascita nazionale, chiamati a far piazza pulita degli ideali corrotti e a realizzare pienamente la promessa ameriKKKana. Entrambe sono convinte di essere, esse sole, le detentrici della virtù."
Potremmo concluderne che questa Opzione Benedetto non è che una manifestazione esclusiva del contesto ameriKKKano che ha poca importanza per il resto del mondo. Ma avremmo torto. Innanzitutto MacIntyre fa risalire l'origine della tradizione morale alla letteratura tradizionalista omerica, ovvero alle sue radici presocratiche e a quella "società eroica" che è diventata ricettacolo di racconti morali sui valori incorruttibili: narrative che hanno la peculiare abilità di finire per incarnarsi nella vita delle comunità che ne hanno considerazione. E che considra la comunità in quanto tale un personaggio di una narrativa morale destinata a perdurare nella storia.
Detto altrimenti, l'Opzione Benedetto non ha affatto un fondamento esclusivo nel cristianesimo. Anzi, MacIntyre suggerisce che questa narrativa fornisca una migliore spiegazione dell'unicità di ogni vita umana. Il sé gode di continuità perché ha avuto la parte di personaggio unico e centrale di una singola storia: la narrativa della vita di una pesona. Secondo MacIntyre, "nell'occupare questi ruoli diventiamo al tempo stesso i comprimari delle vite altrui, così come gli altri lo diventano della nostra. Le storie di vita dei membri di una comunità si mescolano e si intersecano. E questo intreccio è il tessuto della vita comunitaria... perché la storia della mia vita è sempre inserita nella storia delle comunità che concorrono a definire la mia identità". Questo concetto ci riporta direttamente a Omero.
In secondo luogo, trascureremmo qualcosa di fondamentale che unisce la pulsione verso l'Opzione Benedetto al più ampio contesto della reazione contro il globalismo mondano contemporaneo, che collega la propria "redenzione" a un processo teleologico di fusione delle identità culturali in cui appartenenza etnica e di genere diventano una questione di volontà personale e dunque non sono mai definitive.
Questa critica arriva da un importante settore del pubblico conservatore ameriKKKano che vota per Trump nonostante sia consapevole dei suoi difetti, ed è una critica che potrebbe avere risonanza ancora maggiore in altri settori di pubblico al di fuori dagli USA. Come indica Rod Dreher, che ha iniziato la sua campagna fin dal 2006, chi fa parte di quel pubblico ne comprende già le implicazioni. Dreher dice:
Eh, io non sono neanche cattolico. E allora? Noi ortodossi pensiamo che [Benedetto] sia uno dei nostri, come lo sono tutti i santi precedenti lo scisma. Ma non importa. [I cristiani] hanno bisogno di scrutare profondamente nella storia della Chiesa per trovare le risorse necessarie a reggere l'urto della modernità. San Benedetto è una di queste risorse. Dal momento che le nostre ecclesiologie sono diverse, una Opzione Benedetto cattolica avrà un aspetto differente rispetto a una protestante; una ortodossa sembrerà a sua volta diversa. E questo va bene. Basandoci sul fine ultimo della Opzione Benedetto, possiamo essere in grado di lavorare ecumenicamente insieme.
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