All'inizio di novembre 2016 a Firenze si tiene un'assemblea filogovernativa; su eventi del genere, ripetuti nella stessa sede nel corso degli anni, il boiscàut di Rignano sull'Arno ha basato molto del suo operato propagandistico.
Il problema è che il "partito" di Matteo Renzi non è più distinguibile da nessun punto di vista ed in nessun punto programmatico da quello dei suoi sedicenti avversari. Non pochi di costoro -ivi compreso lo strepitoso Denis Verdini che i nostri lettori ricorderanno come ideatore de "Il Giornale della Toscana"- hanno cambiato casacca appena le cose si sono messe male, secondo lo stile che rende i sudditi dello stato che occupa la penisola italiana oggetto di logico ed abituale scherno da parte dei politici e dei privati cittadini che fanno capo a compagini più serie.
Per garantire la riuscita dell'iniziativa propagandistica dei governativi la gendarmeria ha vietato un corteo di protesta. Una prassi poco consueta a Firenze dove centinaia di cortei hanno percorso il centro storico per decine di anni e dove ancora si ricorda sghignazzando lo scagnare orgiastico che la stessa feccia "occidentalista" oggi salita sul carro di Matteo Renzi pur di continuare a frequentare ristoranti levò all'epoca del Social Forum del 2002.
I risultati non potevano essere che quelli desiderati dai governativi: manifestanti contro gendarmeria antisommossa, in uno spettacolo ottimo per le televisioncine. L'identità assoluta con i partiti "occidentalisti" ha finalmente messo anche i simpatizzanti -e soprattutto le simpatizzanti- del Partito Democratico in condizioni di poter legittimamente esprimere preoccupazioni per le vetrine del centro. L'atteggiamento è sempre lo stesso: le manifestazioni, i cortei e soprattutto gli scontri con la gendarmeria vanno bene, anzi, benissimo... purché avvengano a Tehran.
I filogovernativi hanno passato la giornata a picchiettare sui ciarlòfoni e a cinguettare e a pubblicare ciance sul Libro dei Ceffi intanto che facevano finta di ascoltare una successione di oratori; l'argomento principale delle discussioni era un corpus di modifiche costituzionali volto a rendere il residuale democratismo meno fastidioso possibile per il manovratore, presentato con i pretesti del risparmio e della semplificazione. In sostanza si pretende che una costituzione nata da una guerra di liberazione e da una generazione adusa agli allarmi aerei, alle tessere annonarie ed allo studio assiduo e diligente venga modificata ed emendata da esponenti di una generazione e di un gruppo sociale che non ha mai saltato un pasto in vita propria e che ha frequentato più discoteche che librerie. Un'iniziativa sul cui merito, sulle cui modalità e sulla cui liceità qualunque persona seria può esprimere fondati dubbi.
La foto in alto correda articoli di gazzetta dell'estate 2015: Matteo Renzi garantiva "pieno sostegno" a Recep Tayyip Erdogan, un signore che in materia di modifiche costituzionali può senza dubbio costituire un ottimo modello. Si noti che nonostante si viva nell'epoca del fotoritocco indiscriminato le redazioni continuano a scegliere con estrema cura gli scatti che ritraggono Renzi, mettendone ogni volta in luce l'espressione acuta e determinata.
Molto semplicemente...se mi metto a tirare pietre o bastoni con il volto coperto, un polizia civile DEVE proteggere i buoni. Che non sono quelli con il volto coperto. Anche i poveretti come me che si son fermati alla terza media e non compongono quel vostro formidabile substrato islamista-terzomondista-anticapitalista-palestinista-abbassoquellichesonobellihannoficaesoldimentrenoispessoancheemaniamocattiviodori ( i centri sociali, in una parola..)...
RispondiEliminaSì, Lance Forver, certo.
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