domenica 20 novembre 2016

Stefano Esposito contro il centro sociale torinese Askatasuna


Questo ben vestito ha l'espressione da potenziale acquirente del Colosseo che hanno spesso i massimi esponenti della politica rappresentativa.
Si chiama Stefano Esposito, ed abbiamo già avuto occasione di deriderlo un po'.
Nel novembre 2016 ha trovato da ridire su una presentazione libraria in programma in un centro sociale torinese.
Come abbiamo già fatto in altre occasioni (in un caso in risposta ai piagnistei di un prèside fiorentino, in un altro per deridere un sovrappeso sedicente esperto di storia contemporanea), ci impegniamo ad acquistare immediatamente il volume oggetto dell'iniziativa che ha tanto irritato costui e a redarne quanto prima una recensione: si tratta di "L'egemonia digitale. L'impatto delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro", ed il suo autore è Renato Curcio.
A fronte degli Stefano Esposito, le persone serie non possono reagire che comportandosi in maniera esattamente opposta a quella da loro auspicata.

2 commenti:

  1. Che un ex brigatista o un ex ideologo delle Brigate Rosse scriva un libro non lo trovo per nulla scandaloso, anche Hitler ne scrisse uno e venne tradotto in tutto il mondo. Che due ex brigatisti invece vadano alla scuola superiore di magistratura per spiegare ai futuri magistrati come applicare la legge, come accaduto di recente, questo lo trovo invece assolutamente scandaloso e provocatorio: non si lamentino poi se li chiamano "Toghe rosse".

    RispondiElimina
  2. Nel "paese" dove mangiano spaghetti insiste da molti anni, nel mainstream e fuori, una costellazione di ben vestiti che chiama "terrorismo" qualunque cosa non le procuri un reddito. A questa si affianca la prassi abituale di ammettere, concedere, permettere qualsiasi cosa purché commessa per arricchimento.
    In questa sede ci si comporta in modo opposto con pari noncuranza per le sfumature.

    RispondiElimina