L'ufficio toponomastica del Comune di Firenze deve essere una sorta di catalizzatore di nequizie di ogni specie. Nonostante l'amministrazione cittadina abbia da molto tempo adottato una linea politica assolutamente indistinguibile da quella "occidentalista", alcuni particolari rivelano ostinatamente una deep town (non potendosi parlare di un deep state) cocciutamente refrattaria alla propaganda e alle parole d'ordine.
Dopo aver imposto per legge una ricostruzione propagandistica di quanto avvenuto ai confini orientali dello stato che occupa la penisola italiana alla metà del XX secolo, le formazioni politiche "occidentaliste" hanno messo in cima all'agenda dei propri rappresentanti locali la sua traduzione pratica, con particolare attenzione alla dedica di vie, strade e parchi cittadini.
A Firenze i mariti delle foibe hanno avuto da tempo il dubbissimo onore di uno squallido parcheggio.
L'agenda "occidentalista" ha fatto attenzione anche ad Oriana Fallaci, cui è toccata una piazza ben isolata dagli stabili di abitazione. Il che è un ottima cosa: evita di doverne pronunciare il nome comunicando o chiedendo un indirizzo.
A Jan Palach è toccata una rampa stradale di periferia, e non certo fra un golf club e una beauty farm.
Norma Cossetto è stata insignita alla memoria con uno scampolo di aiuole a bordo strada in un quartiere molto periferico e storicamente piuttosto problematico.
Con una lapide recante un marchiano errore di scrittura.
A quel punto, persino i postulatori hanno avuto qualche piccolissimo dubbio. Essere presi in giro non piace a nessuno.
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