01 agosto 2025

Alastair Crooke - Il movimento MAGA si sente tradito: è la fine per il mito di Trump?




Traduzione da Strategic Culture, 29 luglio 2025.

Il polverone del caso Epstein cresce. E diventa un catalizzatore per il profondo senso di alienazione che le masse provano nei confronti di alcuni strati della classe dirigente. Il pubblico, sia pure a malincuore, è rassegnato a interiorizzare il fatto che i suoi "governanti" siano dei mentitori e dei ladri abituali. Nonostante questo -in particolare all'interno della fazione del MAGA- ha comunque avuto sentore che all'interno del ceto governativo potrebbero covare vizi che considera troppo esecrabili anche solo per immaginarli. La gente ha capito che Trump era in un modo o nell'altro -sia pure solo come spettatore- legato ad ambienti in preda alla depravazione più totale.
È improbabile che la cosa gli verrà facilmente perdonata, o che gli sia perdonata proprio. Trump è stato eletto per smantellare tutte queste intricate reti di oligarchie, strutture di potere e servizi segreti che agiscono per interessi poco chiari. È quello che aveva promesso, il suo America First.
Cercare di distogliere l'attenzione del pubblico dalla vicenda Epstein probabilmente non avrà successo. Sfruttare, abusare e distruggere la vita di non si sa quante bambine secondo una condotta diabolicamente dissoluta in cui si mescolano potere e ricchezza è una cosa che va a toccare corde morali profonde: è impossibile cercare di sviare l'attenzione puntando il dito contro le mene finanziarie e altri giochetti da privilegiati. L'abuso -e peggio- inflitto a dei bambini appartiene a una categoria a sé stante, a una categoria infernale.
Trump può anche sostenere di non aver fatto nulla di giuridicamente sanzionabile. Sta di fatto che ormai è compromesso, e compromesso molto seriamente. Di conseguenza, come presidente potrebbe ritrovarsi a essere un'anatra zoppa, a meno che non si venga fuori un deus ex machina abbastanza potente da distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica.
Tanto per essere chiari, Trump resisterà con tutte le sue forze alla prospettiva di diventare un'anatra zoppa. Ed è qui che diventa pericoloso sul piano geopolitico. Trump ha bisogno di qualcosa che diventi una notizia distraente, ha bisogno di “vittorie”.
Ora come ora però si trova in una posizione di debolezza, in cui gli organismi per la sicurezza dello Stato e i loro alleati al Congresso stanno prendendo sempre di più il controllo della situazione. Allo stesso modo, molti esponenti della rete che collega politici e funzionari statunitensi, britannici e dello stato sionista a profondi legami commerciali e di intelligence saranno estremamente contrari a che venga fatta piena luce sul loro mondo. Singoli individui, tra cui la detenuta Ghislaine Maxwell, potrebbero rivelarsi pericolosi proprio come qualcuno che sta annegando e che in preda al panico si aggrappa alla persona più vicina facendola annegare con lui.
Il pedestre entourage che si occupa di politica estera per Trump ha limitato le iniziative presidenziali in materia erigendo una gabbia le cui sbarre hanno nomi come "arroganza" e "superbia".
Per l'Ucraina, Trump ha dato a Mosca cinquanta giorni di tempo per capitolare all'ultimatum di cessate il fuoco di Kellogg, se non vuole che la parola passi al cannone.
Le sanzioni del 100% sulle triangolazioni, che colpiscono principalmente le importazioni energetiche della Cina e dell'India dalla Russia, sono state categoricamente respinte dalla Cina e probabilmente lo saranno anche dall'India. Trump subirà le pressioni dei falchi del Congresso affinché faccia qualcosa per infliggere un duro colpo alla Russia.
Il problema è che l'arsenale è vuoto. Né gli Stati Uniti né l'Europa dispongono di scorte di armi significative in vista di una guerra. Anche se ordinassero missili o altre armi adesso, ci vorrebbero mesi prima della loro consegna.
Invece Trump di qualche diversivo o di qualche vittoria ne ha bisogno alla svelta.
Dal momento che negli arsenali non c'è gran che, Trump può solo far salire efficacemente la tensione usando missili a lungo raggio contro Mosca o contro San Pietroburgo. I missili Tomahawk con una gittata di duemila chilometri nell'arsenale degli Stati Uniti ci sono (e ne è stato discusso con la squadra di governo di Trump, secondo quanto riferito da David Ignatius).
E se questi missili Tomahawk, che sono vecchi, fossero abbattuti facilmente dalle forze russe? Beh, allora rimarrebbe un vuoto. Un vuoto grave. Perché non c'è nulla di intermedio tra qualche partita di armamenti dal valore simbolico (una manciata di missili Patriot) e le armi nucleari tattiche presenti nelle basi statunitensi, che potrebbero essere lanciate dai caccia schierati in Gran Bretagna.
A questo punto Trump piomberebbe verso un conflitto di vaste proporzioni con la Russia.
Un piano B esiste? Beh... sì. In alternativa all'escalation contro la Russia, si potrebbe bombardare di nuovo l'Iran.
Gli iraniani ritengono probabile un altro attacco contro la Repubblica Islamica, e Trump ha detto che potrebbe farlo. Quindi l'Iran si sta preparando al meglio per tale eventualità.
È possibile che Trump sia stato informato che la conseguenza di un attacco su larga scala contro l'Iran sarebbe l'effettiva smilitarizzazione dello stato sionista a mezzo missili balistici, con profonde ripercussioni sulla politica statunitense e sulla regione.
È anche possibile che Trump faccia finta di nulla e che preferisca a considerare lo stato sionista "tanto bravo", come disse durante l'attacco a sorpresa del 13 giugno.
E in Medio Oriente cosa sta succedendo? Sembra che Netanyahu stia brigando per aiutare Trump. Gaza è già una cosa scandalosa, sono scandalosi i crimini di guerra che vi vengono commessi, in una situazione che ha ottime prospettive di peggioramento.
Max Blumenthal riferisce che "quando Tucker Calson ha affermato che Epstein aveva legami con i servizi segreti dello stato sionista [e che questo spiegava] perché Trump sta insabbiando [il caso Epstein], nello stato sionista devono essersi spaventati. Neftali Bennett, ex primo ministro israeliano, è stato convocato per dichiarare che aveva avuto a che fare ogni giorno con il Mossad e che Jeffrey Epstein non lavorava per il Mossad e non era un agente per lo stato sionista. Ha poi minacciato Carson, dicendo "non lo tollereremo". Anche il ministro per gli Affari della diaspora ha denunciato Tucker Carson. È come se il rapporto tra il movimento conservatore statunitense e lo stato sionista si stesse incrinando a causa di Epstein", suggerisce Blumenthal.
Netanyahu forse intuisce che negli USA lo stato sionista rischia di passare qualche guaio, dato che i giovani statunitensi e i sostenitori del MAGA si stanno rivoltando contro un Trump che avrebbe tradito lo America First, sarebbe "corresponsabile" del massacro di Gaza, della guerra civile settaria in Siria guidata dagli USA e dallo stato sionista, dell'attacco contro l'Iran e del sacco del Libano.
Secondo i sondaggi, l'81% degli statunitensi vuole che vengano resi pubblici tutti i documenti relativi a Epstein. Due terzi –tra cui l'84% dei democratici e il 53% dei repubblicani– pensano che il governo stia nascondendo le prove relative alla lista dei suoi clienti e alla sua morte. Attualmente, il 53% disapprova l'operato di Trump.
Netanyahu è (forse di conseguenza) impegnato in una corsa frenetica per imporre la "Grande Israele". Imporre, perché la versione originale degli accordi di Abramo secondo ogni apparenza riguardavano la normalizzazione dei rapporti con lo stato sionista. Oggi, sotto la minaccia militare, gli Stati arabi sono costretti ad accettare le condizioni dello stato sionista e la sottomissione ad esso.
Si tratta di una parodia del vecchio concetto di un'alleanza di minoranze. Oggi le "minoranze" (che a volte sono maggioranze frammentate) vengono deliberatamente messe l'una contro l'altra. Gli Stati Uniti e lo stato sionista hanno nuovamente introdotto l'ISIS 2.0 in Medio Oriente. Le esecuzioni di alawiti, cristiani e sciiti in Siria ne sono la diretta conseguenza.
La prospettiva è quella di un Medio Oriente devastato, in cui solo le monarchie del Golfo fungono da isole obbedienti in mezzo a un panorama di guerre intestine, massacri su base etnica e balcanizzazione della politica.
Il nuovo Medio Oriente...?