domenica 12 gennaio 2025

Firenze. Alessandro Draghi e Antonella Bundu nei peggiori bar di Caracas!

 

Antonella Bundu è una signora nessuno libera di comportarsi come meglio crede.
Anche di recarsi a Caracas nella Repubblica Bolivariana del Venezuela per un "Festival mundial internacional antifascista por un nuevo mundo" che difficilmente avrà un impatto apprezzabile sullo stato di cose presente. E di cui, soprattutto, ignoravamo l'esistenza.
E avremmo continuato a ignorarne l'esistenza se la cosa non avesse infastidito il micropolitico "occidentalista" Alessandro Draghi, che a Firenze fa il consigliere comunale e che deve essere venuto a conoscenza della cosa con un'occhiata al Libro dei Ceffi.
Gli "occidentalisti" hanno un'agenda politica di ferrea pochezza e non tollerano che avversari veri o presunti se ne discostino, quale che sia il motivo; nel caso specifico Alessandro Draghi avrebbe preteso prese di distanza, disconferme e abiure.
Si è dovuto accontentare di una risata in faccia, che il consigliere Dmitrij Palagi da lui chiamato in causa gli ha fatto recapitare a stretto giro. Rincarando anche la dose.
E cui va ad aggiungersi questo scritto, per il poco che può servire, in cui si approva l'iniziativa di Antonella Bundu in modo esplicito e convinto.

Al di là del registro linguistico adottato correntemente -in cui gli "occidentalisti" definiscono ideologico qualsiasi elemento anche lievemente difforme rispetto alla loro agenda e in cui viene indicato come dittatore qualsiasi Primo Ministro o Presidente non gradito- il comunicato di Alessandro Draghi tocca anche l'argomento dei rifugiati politici, che come tutti sanno sono le prime vittime del Male, a Caracas come a Tehran.
O anche a Pula o a Zadar.
Tutti posti dove qualcuno si alza una mattina e non avendo nulla di più costruttivo da fare comincia a tartassare questa o quella categoria provocandone il lacrimato esodo. E chi non ci crede è un terrorista nostalgico dei gulag.
La prassi è talmente abituale che temiamo fortemente di aver molto annoiato i nostri lettori, da tanti che sono stati i casi in cui la abbiamo indicata e derisa.
Nel caso specifico esiste però una corposa letteratura che attesta come molti postulati fuggitivi sfuggiti a postulate vessazioni si fossero trovati per decenni dalla parte di una borghesia compradora dai demeriti evidenti, nonostante quelli dei successivi esecutivi bolivariani e a prescindere da essi.
Anche nel ricordo di chi scrive, per remote vicende familiari, è rimasta l'immagine di una Caracas dove negli anni Settanta si importava da Miami persino il pane. La scrittrice cilena Isabel Allende, che è vissuta in Venezuela dal 1975 al 1988, avrebbe descritto i comportamenti esibiti dai privilegiati di quegli anni prendendo come esempio "una festa di compleanno, con tanto di orchestra e champagne, organizzata per il viziato cagnolino di una qualche signora dell'alta società... Il denaro sembrava crescere sugli alberi".
Poi il boom petrolifero è finito e verso il 1990 i "morte ai ricchi" iniziarono a risuonare per le strade e durante le manifestazioni; è comprensibile che i diretti interessati non abbiano apprezzato.
Questo non obbliga le persone serie ad accordare loro la palma del martirio.

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