mercoledì 22 gennaio 2025

Alastair Crooke - La crisi della competenza che sta dilagando in Occidente



L'esperto di studi strategici e saggista francese Aurelien ha scritto un articolo intitolato La strana sconfitta. La stranezza sarebbe data dalla curiosa incapacità dell'Europa di capire come stiano le cose in Ucraina o le sue dinamiche militari. Aurelien sottolinea la strana mancanza di realismo con cui l'Occidente ha affrontato la crisi
...e la dissociazione quasi patologica dal mondo reale che traspare da parole e iniziative. Eppure, anche se la situazione non fa che peggiorare e le forze russe avanzano ovunque, non c'è alcun segno che l'Occidente abbia incrementato il suo ricorso al principio di realtà nel farsi un concetto della questione; è molto probabile che continuerà a vivere nella sua realtà alternativa finché non dovrà per forza farne a meno.
Lo scrittore prosegue con alcuni dettagli (qui omessi) per spiegare perché la NATO non ha una strategia per l'Ucraina e non ha un vero piano operativo:
Ha intrapreso solo una serie di iniziative ad hoc, collegate da vaghe aspirazioni che non hanno alcun legame con la vita reale e dalla speranza che 'succeda qualcosa [di positivo]. I nostri leader politici nell'Occidente di oggi non hanno mai dovuto sviluppare competenze del genere. Ma in realtà è anche peggio: non avendo sviluppato di queste competenze e non avendo consiglieri che ci abbiano pensato al posto loro, non possono davvero capire cosa fanno i russi, come e perché lo fanno. I leader occidentali sono come spettatori che non conoscano le regole degli scacchi o del go, e cerchino di capire chi sta vincendo. Qual era esattamente il loro obiettivo? Ora non sono più ammesse risposte come "mandare un messaggio a Putin", "complicare la logistica russa" o "migliorare il morale in patria". Quello che voglio sapere è cosa ci si aspetta in termini concreti. Quali sono stati i risultati concreti della loro messaggistica? Possono garantire che i messaggi saranno compresi? Avranno previsto le possibili reazioni dei russi? Che faranno a quel punto?
Il problema essenziale, conclude Aurelien, è che
La classe politica e i suoi manutengoli non hanno idea di come affrontare queste crisi, e nemmeno di come fare a capirle. La guerra in Ucraina coinvolge forze il cui ordine di grandezza è superiore a quello che una qualsiasi nazione occidentale abbia schierato in operazioni dal 1945... Invece di veri obiettivi strategici, hanno solo slogan e proposte velleitarie.
In parole povere, l'autore spiega che per complesse ragioni legate alla natura della modernità occidentale le élite liberali non sono competenti o professionali in materia di sicurezza, semplicemente. E non comprendono la natura della questione.
Il critico culturale statunitense Walter Kirn fa affermazioni simili riguardo ad un contesto molto diverso e tuttavia correlato in California Fires and America's Competency Crisis, Gli incendi in California e la crisi di competenza dell'AmeriKKKa.
Los Angeles è in fiamme, eppure i leader californiani sembrano impotenti; questo rivela che per una generazione sono stati fatti investimenti pubblici in servizi non essenziali [lasciando le autorità in difficoltà di fronte al verificarsi degli incendi, che era comunque qualcosa di previsto].
All'inizio del mese, in un podcast di Joe Rogan, un vigile del fuoco ha detto: "Col vento giusto un incendio che inizierà nel posto giusto divamperà attraverso Los Angeles fino all'oceano, e noialtri su questo non possiamo farci un accidente".
Kirn osserva:
Questo non è il primo incendio o la prima serie di incendi a Malibu. Anche pochi anni fa ci sono stati grandi incendi. Ce ne sono sempre stati. Sono inevitabili. Ma visto che è stata costruita questa città gigantesca in luoghi tanto vulnerabili, provvedimenti che possono essere adottati per contenere e prevenire il peggio esistono.
Dare la colpa al cambiamento climatico, come ho detto, va benissimo se c'è da farsi una ragione di quello che succede. Ma niente di tutto questo è cominciato ieri. Io rilevo soltanto una cosa; è stato fatto tutto il possibile per prepararsi a una situazione inevitabile, che non è possibile scongiurare e che rispetto ai casi analoghi in passato è diversa forse per la portata, ma non certo nel tipo? I responsabili sono all'altezza del loro compito? Non sono molti i segnali a loro favore. Non sono stati in grado di affrontare problemi come i senzatetto, anche quando incendi non ce n'erano. Chiedersi quindi se si è pensato a tutto, se si è fatto tutto bene, se agli idranti arrivava abbastanza acqua, se gli idranti funzionavano proprio, cose del genere, se i vigili del fuoco erano adeguatamente addestrati o dotati di personale adeguato, sono tutte domande che verranno fuori.
Per quanto riguarda la questione della competenza, penso che ci sarà molto materiale per arrivare a concludere come l'accaduto sia stato aggravato dall'incompetenza. La California è uno Stato noto per aver speso un sacco di soldi in cose che non funzionano, in linee ferroviarie ad alta velocità che poi non vengono mai costruite, in progetti di costruzioni e di infrastrutture di ogni genere che poi non vengono mai realizzati. E in questo contesto, penso che l'accaduto sarà devastante per l'architettura del potere in California.
In un senso più ampio, però, quanto successo ricorderà alla gente che una politica che da anni si basa sul linguaggio e su costrutti filosofici come l'inclusività e così via, sarà percepita come fallimentare in uno dei suoi compiti essenziali, quello di proteggere le persone. E il fatto che queste persone siano potenti, influenti e privilegiate farà sì che questo avvenga più rapidamente e in modo più rimarchevole.
Al che il suo collega, il giornalista Matt Taibbi, risponde:
Tornando a termini generali, abbiamo una crisi di competenza in questo Paese. Una crisi che ha avuto un impatto enorme sulla politica ameriKKKana.
E Kirn:
Penso che i cittadini si preoccuperanno meno delle questioni filosofiche e/o politiche di ampia portata, dell'inclusività e così via, e che si aspetteranno invece che i disastri naturali vengano affrontati con un minimo di competenza. In altre parole, questo è un momento in cui le priorità stanno cambiando e credo che sia in arrivo un grande cambiamento, un grande, grande cambiamento, perché sembra che abbiamo affrontato questioni voluttuarie, e certamente abbiamo affrontato i problemi di altri Paesi, l'Ucraina o chiunque altro, stanziando finanziamenti massicci. In questo momento ci sono persone in North Carolina che stanno ancora riparando i danni di un'alluvione e stanno vivendo un momento molto difficile con l'arrivo dell'inverno. E l'inverno a Los Angeles non è proprio lo stesso, o comunque non diventa parimenti rigido, credo.
Quindi, guardando al futuro, non è una questione di colpe, ma di cosa vorrà la gente, di cosa apprezzerà, di cosa considererà meglio. Le priorità cambieranno? Penso che cambieranno parecchio. Los Angeles sarà una pietra di paragone per rapportarsi in un modo diverso alla questione della cosa pubblica.
Insomma, possiamo toccare con mano questo scollegamento dalla realtà e una conseguente crisi di competenza sia in California che in Ucraina o in Europa. Dove affondano le radici di questo malessere? Lo scrittore statunitense David Samuels ritiene che la risposta sia questa:
Nei suoi ultimi giorni di mandato... il presidente Barack Obama ha preso la decisione di imporre un nuovo corso al Paese. Il 23 dicembre 2016 ha firmato il Countering Foreign Propaganda and Disinformation Act, che usava l'armamentario linguistico della difesa della patria in nome di una guerra dell'informazione offensiva e a tempo indeterminato. Una guerra che fondeva le infrastrutture della sicurezza con le piattaforme dei social media, laddove si supponeva si combattesse questa guerra.
Tuttavia, il crollo della piramide mediatica del XX secolo e la sua rapida sostituzione con dei social media che sono delle piattaforme monopolistiche hanno reso possibile alla Casa Bianca di Obama vendere la propria politica -e riconfigurare gli atteggiamenti e i pregiudizi sociali- secondo modalità completamente nuove.
Durante gli anni di Trump, Obama ha usato gli strumenti dell'era digitale per crearsi un centro di potere del tutto nuovo. Un centro di potere fondato sulla sua posizione unica di capo del Partito Democratico, anche se non è mai stato nominato per tale carica. Un Partito Democratico che è riuscito a rimodellare a sua immagine e somiglianza, scrive Samuels.
La macchina dell'avallo sociale che Barack Obama e David Axelrod (un consulente politico di Chicago molto affermato) hanno costruito per sostituire il Partito Democratico era, nella sua essenza, un dispositivo per indurre le persone ad agire contro le loro stesse convinzioni facendogliele sostituire con altre, nuove e "migliori", tramite l'applicazione controllata dall'alto verso il basso della pressione sociale. Trasformando di fatto il costrutto di Axelrod in una "macchina per pensare onnipotente". Suggerisce Samuels:
L'espressione "camere a eco" descrive il processo con cui la Casa Bianca e la suo più ampio sottobosco di think tank e ONG hanno deliberatamente creato una classe completamente nuova di esperti che si accreditano reciprocamente sui social media per promuovere affermazioni che in precedenza sarebbero state considerate marginali o non credibili.
L'obiettivo era che un battaglione di assistenti, armati di computer portatili o di smartphone, facesse una bandiera dell'ultimo meme ispirato al partito, gli facesse eco immediatamente e lo ripetesse sulle piattaforme mediatiche dando l'impressione che una marea schiacciante di consenso stesse colmando. In questo modo le persone avevano l'impressione che esistesse l'avallo sociale e quindi un ampio consenso pubblico verso istanze che in precedenza non avrebbero mai sostenuto.
Il punto in cui questa analisi ha fallito è proprio lo stesso in cui il gruppo di lavoro di Obama ha fallito l'analisi del fenomeno Trump: i maghi della macchina per l'avallo sociale sono diventati prigionieri della stessa macchina che hanno costruito. Il risultato è stato un mondo di specchi in rapido movimento, in grado di generare la velocità necessaria per cambiare l'aspetto di "ciò che la gente crede" letteralmente da un giorno all'altro. La variante digitale dell'"opinione pubblica", appena fabbricata, veniva radicata negli algoritmi che determinano la diffusione delle mode sui social media, in cui la massa moltiplicata per la velocità equivale al momento, laddove la velocità è la variabile chiave. Nei quattro anni successivi è stato come se si stesse diffondendo una febbre da cui nessuno era immune. Coniugi, figli, colleghi e superiori al lavoro iniziavano a scandire con la convinzione di veri credenti slogan che avevano imparato solo una settimana prima. Era l'insieme di questo apparato, non solo la capacità di creare tweet intelligenti o d'impatto, a costituire la nuova forma di potere del partito. Alla fine, però, il giocattolo si è rotto.
E la credibilità delle élite è implosa.
Il resoconto di Samuels è un crudo avvertimento sui pericoli che sorgono dal divario tra la realtà vera e propria e una realtà inventata che però potrebbe essere trasmessa e gestita con successo dalla Casa Bianca. "Questa possibilità ha aperto le porte alla possibilità di un nuovo disastro su larga scala, tipo la guerra in Iraq", suggerisce Samuels. Che non cita specificamente l'Ucraina, anche se la cosa è implicita in tutto il suo argomentare. Sia la storia di Obama raccontata da David Samuels che quella sugli incendi in California raccontata da Walter Kirn rafforzano quanto Aurelien sostiene a proposito dell'Ucraina, sull'incompetenza militare europea e sulla mancanza di professionalità sul campo; si sta permettendo la formazione di un divario tra una narrazione artefatta e la realtà. "Il che", avverte Samuels, "significa che avendo abbastanza denaro a disposizione gli operatori potrebbero creare e rendere operative reti di 'attivisti' e di 'esperti' che si rafforzano a vicenda nel presentare come valido un arco di messaggi che manderebbe in cortocircuito i metodi tradizionali di verifica e di analisi, e che indurrebbe attori inconsapevoli e membri del pubblico a credere che cose cui non avevano mai creduto o di cui non avevano mai sentito parlare prima siano in realtà non solo plausibili, ma già ampiamente accettate all'interno dei loro specifici gruppi di pari".
È la strada verso il disastro. Disastro che nel caso del conflitto in Ucraina significa il rischio di una catastrofe nucleare.
Una "crisi delle competenze" che si estende su terreni tanto vari finirà per innescare un ripensamento del tipo su cui insiste Walter Kirn, che è uno scrittore esperto di mutamenti culturali?

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