Nel maggio 2013 si tengono a Firenze delle consultazioni elettorali universitarie che i giovani e ben vestiti "occidentalisti" di Casaggì hanno dovuto affrontare in condizioni che il compiuto crollo dell'"occidentalismo" cittadino e la letterale dissoluzione per esso di ogni possibilità di azione sul piano della politica reale rendono facili da immaginare.
L'Università di Firenze non è ancora la copia di qualche mescita per sedicenti ricchi, e non ha similarità troppo strette con lo Hotel Mediterraneo. Sicché Casaggì e la sua propaganda non vi sono state accolte con troppa compostezza. Il che fa pensare che l'unica cosa che non ha subìto crolli di visibilità, ridimensionamenti o smantellamenti puri e semplici è l'impopolarità che la politica "occidentalista" riesce a destare a Firenze per il solo fatto di esistere e che è regolarmente destinata a sfociare in reazioni scomposte ed in episodi di aperta e manesca disapprovazione. Il fatto che gli "occidentalisti" possano azzardare iniziative pubbliche soltanto in ambienti presidiati in forze dalla gendarmeria è d'altronde uno dei più lodevoli aspetti della vita associata della città di Firenze.
L'immutabilità delle reazioni suscitate e il loro potenziale costo in meri termini di incolumità personale avrebbe portato qualunque altra organizzazione ad una profonda revisione di una pratica politica spettacolosamente indifendibile, anche soltanto per limitare danni e beffe al minimo indispensabile. Sicché, quella di Casaggì Firenze non può essere definita altro che perseveratio diabolica. Finiti i tempi delle affissioni abusive, Casaggì ha distribuito qualche risma di volantini come quello della foto, del quale abbiamo già trattato. Quando avranno finito di abbattere il muro dell'inefficenza, a Casaggì Firenze potranno provare a lanciare finalmente il quore oltre l'ostacholo, a tracciare il solcho con l'aratro e a difenderlo con la spada, a vivere il loro giorno da leoni meglio dei cento anni da pechora intanto che usano libro e moscetto con pari disinvoltura, come gli avanghuardisti moscettieri.
L'Università di Firenze non è ancora la copia di qualche mescita per sedicenti ricchi, e non ha similarità troppo strette con lo Hotel Mediterraneo. Sicché Casaggì e la sua propaganda non vi sono state accolte con troppa compostezza. Il che fa pensare che l'unica cosa che non ha subìto crolli di visibilità, ridimensionamenti o smantellamenti puri e semplici è l'impopolarità che la politica "occidentalista" riesce a destare a Firenze per il solo fatto di esistere e che è regolarmente destinata a sfociare in reazioni scomposte ed in episodi di aperta e manesca disapprovazione. Il fatto che gli "occidentalisti" possano azzardare iniziative pubbliche soltanto in ambienti presidiati in forze dalla gendarmeria è d'altronde uno dei più lodevoli aspetti della vita associata della città di Firenze.
L'immutabilità delle reazioni suscitate e il loro potenziale costo in meri termini di incolumità personale avrebbe portato qualunque altra organizzazione ad una profonda revisione di una pratica politica spettacolosamente indifendibile, anche soltanto per limitare danni e beffe al minimo indispensabile. Sicché, quella di Casaggì Firenze non può essere definita altro che perseveratio diabolica. Finiti i tempi delle affissioni abusive, Casaggì ha distribuito qualche risma di volantini come quello della foto, del quale abbiamo già trattato. Quando avranno finito di abbattere il muro dell'inefficenza, a Casaggì Firenze potranno provare a lanciare finalmente il quore oltre l'ostacholo, a tracciare il solcho con l'aratro e a difenderlo con la spada, a vivere il loro giorno da leoni meglio dei cento anni da pechora intanto che usano libro e moscetto con pari disinvoltura, come gli avanghuardisti moscettieri.
Colpisce la morigerata iconografia dei "professionisti tesserati odg", si fosse trattato di immigrazione e "battone negre" avremmo avuto la retata di nigeriane in megafoto; trattandosi di abbienti bravi cittadini c'è un'anodina e timiduccia foto di agente di repertorio che spippola su un pc di repertorio. E manco una foto fotuccia del prestigioso hotel teatro delle imprese, che se fosse stata la casa di uno che ha sparato su un politico o sulla sua scorta in divisa, avremmo anche la panoramica del suo cesso... complimenti ancora una volta a operatori che dimostrano l'assoluta assenza di servilismo e leccaculismo per i ricchi potenti locali. Anche nell'informare. Volete mettere!?!
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RispondiElimina...Un giorno lessi come due persone a pranzo in un ristorante udirono un gran clamore che veniva da fuori. Due individui ne stavano picchiando un terzo. I due avventori ne furono indignati e non potendo restare passivi di fronte a una simile vigliaccheria uscirono per difendere la vittima da una tale brutalità. Mentre si avvicinavano, sentirono dire dalla folla intorno:
“E un giornalista quello che stanno picchiando”.
“Ah, un giornalista...”, e tornarono tranquillamente a finire il loro pranzo.
La cosa accadde ai tempi di Turgenev, ed è lui che racconta questa storia.
Tchesslav Tchechovitch, Tu l'amerai - Ricordi di G.I. Gurdjieff, Roma 2004.