sabato 4 maggio 2013

3 maggio. L'UNESCO e la giornata per la libertà di stampa


L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura è un'istituzione intergovernativa che intraprende iniziative a tutti i livelli.
Secondo l'obiettiva definizione di Miguel Martinez Firenze è un luogo di cui si costruiscono le fortune commerciali usando le ossa dei trisavoli come appendiabiti per stracci di moda, e in un contesto del genere le iniziative dell'UNESCO non possono che svolgersi in a fashionable way. Negli ultimi tempi a Firenze sono fashion i carretti da gelataio, cui si vorrebbe affidare la salvezza economica di interi scali aeroportuali, sicché l'UNESCO ha pensato di usarli per mandare in giro i propri attivisti a combattere i'ddegrado.
A livello mondiale l'UNESCO agisce in modo altrettanto logico e costruttivo, combattendo la prevaricazione e l'oppressione perpetrate dai regimi più truci con la promozione, il 3 maggio di ogni anno, della giornata della "libertà di stampa".
Di recente si è aggiunta anche la promozione della "sicurezza del gazzettiere", con la sihurézza a fare il paio con i'ddegràdo di cui sopra.
C'è da chiedersi se i risultati più concreti di questo darsi da fare non siano quelli documentati dall'immagine, che ritrae la pubblicità di un rotocalco andato nelle edicole della penisola italiana proprio all'inizio del maggio 2013.
Tra i titoli di copertina troviamo quanto segue.
Esclusivo. "Sarah in un tema aveva previsto la sua orribile fine"
Yara. "Ecco gli abiti che indossava quando fu uccisa. Sono strappati: ha lottato con forza!"
Erika e Omar. Lei scrive a un'amica "buona festa della mamma". Lui piange sulla tomba delle sue vittime.
...Un giorno lessi come due persone a pranzo in un ristorante udirono un gran clamore che veniva da fuori. Due individui ne stavano picchiando un terzo. I due avventori ne furono indignati e non potendo restare passivi di fronte a una simile vigliaccheria uscirono per difendere la vittima da una tale brutalità. Mentre si avvicinavano, sentirono dire dalla folla intorno:
“E un giornalista quello che stanno picchiando”.
“Ah, un giornalista...”, e tornarono tranquillamente a finire il loro pranzo.
La cosa accadde ai tempi di Turgenev, ed è lui che racconta questa storia.

Tchesslav Tchechovitch, Tu l'amerai - Ricordi di G.I. Gurdjieff, Roma 2004.

   

Nessun commento:

Posta un commento