sabato 28 novembre 2015

Per quale motivo il pubblico della "libera informazione" è tanto ostile allo Stato Islamico?


Una cosa non torna.
Il pubblico delle gazzette "occidentali", e segnatamente quello che è solito commentarne gli articoli, produce ogni giorno compendi forcaioli in cui un'autoconsapevolezza da larve carnarie si unisce ad un'incompentenza priva di qualunque limite. Il meccanismo della "libera informazione" si autoalimenta di queste interazioni e le utilizza per definire parte dei contenuti di ogni issue: tra i molti utili servigi che la "libera informazione" rende ogni giorno c'è quello di ritrarre la penisola italiana come popolata da nullafacenti in là con gli anni il cui principale traguardo nella vita è quello di freddare un ladruncolo sorpreso nei sei metri quadri di giardino del proprio terratetto condonato.
Negli ultimi tempi l'Islàmme e lo Stato Islamico sono importanti nello agenda setting, e questo li ha messi al centro delle elaborazioni di un consistente numero di mangiatori di maccheroni, cui la telematica fornisce un pulpito eccezionale perché permette loro di tutto e al tempo stesso li mette al riparo dalle reazioni scomposte che le stesse asserzioni procurerebbero loro in qualunque pubblica sede frequentata da persone serie.
Il problema è questo.
Da quanto si legge in giro, esistono testimonianze di una certa sostanza che fanno pensare che lo Stato Islamico sia la distopia finalmente realizzata che la feccia delle gazzette "occidentali" e i quattro quinti dell'elettorato vagheggiano ogni giorno: nessuno che fuma, strade impeccabili, tutti a lavorare, legge, ordine, disciplina, rispetto assoluto della religione e dei suoi simboli, e soprattutto proprietà privata tutelata con il più efficace dei sistemi.
Su tutto vigila la forza delle armi -con tanti saluti ai pacifinti- che ammettono un solo grado di giudizio: oltre a far piazza pulita del buonismo cattocomunista delle toghe rosse e del loro garantismo si arriverebbe a troncare persino i rapporti informali che sono l'essenza di ogni relazione sociale, contribuendo così alla realizzazione di quelle "pari condizioni di partenza" in cui la mano invisibile del mercato può agire regolatrice e indisturbata: nessun liberista potrebbe chiedere di meglio.
E il liberismo, nella sua versione più pura, è l'unica concezione del mondo che non incontra mai alcuna contestazione da parte di questa torma di buoni a nulla.
Il perché lo Stato Islamico trovi tanti detrattori proprio nel pubblico che maggiormente dovrebbe apprezzarne i rigori, dunque, è cosa che meriterebbe qualche serio supplemento di indagine.

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