Le gazzette fiorentine del 22 maggio 2011 riportano una notizia di un certo interesse.
Del fatto che a Firenze il piddì con la elle esistesse (al di là delle ciarle televisive e dell’abiezione abbrutita che ne costituiscono il fondamento della pratica politica) non se n’era mai accorto nessuno.
Solo che un conto sono le festicciole al ristorantino con le ragazzine poco vestite, le televisioncine, i comunicati stampa in cui si dà di terrorista al prossimo, i gazebi guardati a vista dai gendarmi. Un altro conto è invece quell'imbarazzante doppione previrtuale di vite tanto brillanti e tanto di successo, che ha l'angosciante nome di realtà.
Gli "occidentalisti" hanno con la realtà un rapporto che va dal distorto all'inesistente[*], ed è quindi ozioso chiedersi se abbiano mai considerato l'ipotesi che diffondere in modo impunito e sistematico denigrazione e menzogne per anni ed anni, oppure costruire intere carriere politiche sulla demonizzazione di avversari e gruppi sociali cui neppure si vorrebbe concedere diritto di parola non possano in fin dei conti rivelarsi comportamenti poco costruttivi.
Detto altrimenti, ci sono delle cose che non si devono fare, per esempio asserire nelle pubbliche assemblee che chicchessia sta tentando di avvelenare l'acquedotto o tacciarlo gratuitamente di prostituta e di tossicodipendente. Se il farlo diventa ordinaria amministrazione, ed anzi si costruiscono carriere su una visibilità mediatica costruita esclusivamente su asserzioni di questo tipo, si deve mettere in conto che il pur aborrito piano del reale possa risentirne, ed avere il buon gusto di limitare il proprio vittimismo al minimo indispensabile a tutelare le apparenze. Solo che per farlo è necessario un rapporto con la realtà molto diverso da quello degli "occidentalisti". Al primo apparire di essa, il vero "occidentalista" fugge come una lepre. E questo caso non fa eccezione.
In questo sabato di primavera il politicame "occidentalista" disturbato all'ora dell'aperitivo si è dunque mosso molto male, ed ancora peggio ha fatto la masnada di gazzettieri che da anni allaga Firenze di menzogne per conto della committenza. Possiamo illustrarne la ragione utilizzando materiale gazzettiero e propagandistico fornito dagli "occidentalisti" stessi.
Del fatto che a Firenze il piddì con la elle esistesse (al di là delle ciarle televisive e dell’abiezione abbrutita che ne costituiscono il fondamento della pratica politica) non se n’era mai accorto nessuno.
Solo che un conto sono le festicciole al ristorantino con le ragazzine poco vestite, le televisioncine, i comunicati stampa in cui si dà di terrorista al prossimo, i gazebi guardati a vista dai gendarmi. Un altro conto è invece quell'imbarazzante doppione previrtuale di vite tanto brillanti e tanto di successo, che ha l'angosciante nome di realtà.
Gli "occidentalisti" hanno con la realtà un rapporto che va dal distorto all'inesistente[*], ed è quindi ozioso chiedersi se abbiano mai considerato l'ipotesi che diffondere in modo impunito e sistematico denigrazione e menzogne per anni ed anni, oppure costruire intere carriere politiche sulla demonizzazione di avversari e gruppi sociali cui neppure si vorrebbe concedere diritto di parola non possano in fin dei conti rivelarsi comportamenti poco costruttivi.
Detto altrimenti, ci sono delle cose che non si devono fare, per esempio asserire nelle pubbliche assemblee che chicchessia sta tentando di avvelenare l'acquedotto o tacciarlo gratuitamente di prostituta e di tossicodipendente. Se il farlo diventa ordinaria amministrazione, ed anzi si costruiscono carriere su una visibilità mediatica costruita esclusivamente su asserzioni di questo tipo, si deve mettere in conto che il pur aborrito piano del reale possa risentirne, ed avere il buon gusto di limitare il proprio vittimismo al minimo indispensabile a tutelare le apparenze. Solo che per farlo è necessario un rapporto con la realtà molto diverso da quello degli "occidentalisti". Al primo apparire di essa, il vero "occidentalista" fugge come una lepre. E questo caso non fa eccezione.
In questo sabato di primavera il politicame "occidentalista" disturbato all'ora dell'aperitivo si è dunque mosso molto male, ed ancora peggio ha fatto la masnada di gazzettieri che da anni allaga Firenze di menzogne per conto della committenza. Possiamo illustrarne la ragione utilizzando materiale gazzettiero e propagandistico fornito dagli "occidentalisti" stessi.
Il 22 maggio 2011 le gazzette riportano scatti come questo.
Solo che qualche cosa di simile era successo oltre un mese prima, ed era stato denunciato con gli stessi toni e con un'immagine pressoché identica; la riprendiamo dal blog Pampalea, che in quell'occasione si chiese se qualcuno avesse scagliato una belpietra.
Solo che qualche cosa di simile era successo oltre un mese prima, ed era stato denunciato con gli stessi toni e con un'immagine pressoché identica; la riprendiamo dal blog Pampalea, che in quell'occasione si chiese se qualcuno avesse scagliato una belpietra.
Il dato interessante è rappresentato dalla propaganda esposta. Il blu degli sfondi slavato dal sole a fare da degno contorno a slogan tra il demenziale e l'insultante. Le due immagini campionano a meraviglia un mese di attivismo tanto fervido che nessuno si è neppure dato la pena di sostituire le affissioni che si stavano rovinando.
Un monumento al nulla.
Che torni pure al nulla cui appartiene.
[*] In questo, l'"occidentalismo" fiorentino supera abitualmente la soglia del ridicolo. Il materiale propagandistico visibile nelle foto dovrebbe fare capo ad una iniziativa chiamata "promotori della libertà". Il vocabolo promotore è comunemente associato alla figura incravattata del piazzista di polizze, che a sua volta rimanda ad una mitica età di abbondanza e di scaltra fannullaggine che per chi vive nel 2011 risulta tramontata da decenni, ammesso che sia mai esistita.
Un monumento al nulla.
Che torni pure al nulla cui appartiene.
[*] In questo, l'"occidentalismo" fiorentino supera abitualmente la soglia del ridicolo. Il materiale propagandistico visibile nelle foto dovrebbe fare capo ad una iniziativa chiamata "promotori della libertà". Il vocabolo promotore è comunemente associato alla figura incravattata del piazzista di polizze, che a sua volta rimanda ad una mitica età di abbondanza e di scaltra fannullaggine che per chi vive nel 2011 risulta tramontata da decenni, ammesso che sia mai esistita.
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