martedì 13 luglio 2010

Facebook. Vittime o assassini, stessa scheda.


Scrivevamo tempo fa che Facebook permette a morti già da vivi di far rivivere i morti. Le cose, ovviamente, sono peggiorate. Ed è stato un peggioramento velocissimo.
Con almeno una dozzina di episodi documentati nei soli primi giorni del luglio 2010, l'uccisione o il ferimento grave di mogli, ex mogli, fidanzate, ex fidanzate, compagne, amiche e così via stanno occupando il mainstream fruibile nello stato che occupa la penisola italiana. Da un punto di vista strettamente mediatico la questione non è diversa dalle tante che impestano l'agenda setting, dando per scontata l'assoluta indifferenza gazzettiera per le vittime e per i retroscena in cui maturano certi episodi. Tutta roba di cui, se mai, si deve evitare di far menzione: si rischia di incappare in figuracce inenarrabili[1], o -peggio- di rivelare che razza di fabbriche di zucchero filato costituiscano la quotidiana realtà, nemmeno tanto nascosta dietro i praticelli curati e le fabrichète, di un paese "occidentale".
Affrontare esplicitamente la questione è pericoloso da un terzo punto di vista. Come sa chiunque abbia affrontato anche con dedizione minima lo studio delle scienze sociali, le probabilità che una donna ha di subire violenza da parte di un parente, di un fidanzato o di un amico sono molto superiori di quelle di subirne da parte di un perfetto sconosciuto. Una constatazione elementare su cui il gazzettame non deve insistere, perché inficierebbe la propaganda con cui le forze politiche "occidentaliste" hanno convinto i sudditi che bivaccano nella penisola italiana di essere sotto la minaccia costante -tra le altre- di mostri lerci in kefiah piovuti dal deserto a rubarillaòro e a violentare bambine.
Una realtiva novità nel fenomeno, apprezzabile perfino da una scorsa al materiale gazzettiero disponibile, è il ruolo che le nuove tecnologie e soprattutto delle repellenti "identità" posticce costruibili tramite le "reti sociali" stanno assumendo nel determinare i comportamenti; in almeno uno dei casi attestati par di capire che la dissonanza tra "identità" posticcia e realtà sia stata parte non trascurabile del movente.
Le "reti sociali" in cui una parte crescente della popolazione si fa vanto di autoschedarsi forniscono anche in questi casi una misura di quello che non possiamo chiamare altrimenti che banalità del Male. Vittime e assassini, tutti accomunati dalla passione per la Nutella e per la Juventus. Il che significa che a tragedia consumata l'ultimo dei gazzettieri non deve fare altro che cercare un nome in rete e scrivere un bel fondo in cui ci si dilunga sulla passione per la Nutella della vittima e su quella per la Juventus del carnefice. O viceversa, tanto non cambia niente perché la costruzione di una "umanità" mediatica per entrambi i soggetti è affidata ai loro comportamenti di consumo in materia di Juventus e di Nutella, bandiere di un progetto di vita unico ed innovativo.
L'entusiasmo dell'autoschedatura di massa produce una melma in cui realtà e finzione, virtuale e concreto si intrecciano in modo sempre più stretto, e consegna all'eternità individui cristallizzati nel conformismo più tetro, inchiodati a quotidianità fotocopia intercambiabili come paia di calzini. Ci sono dubbi molto fondati sulla "sopravvivenza" e sulla resistenza al tempo delle informazioni raccolte nei database dei social network: comunque, chi aspira ad essere ricordato perché la domenica dorme fino a tardi o perché odia le zanzare si accomodi pure.



Ecco come la gazzetteria "occidentalista" tratta la questione, al meglio della sua coerenza e della sua prassi abituale.
Violenza a sinistra, seni esposti a destra. Coltellate a sinistra, corpi svestiti a destra. Prognosi riservate a sinistra, mercanzia femminile a destra.
Questa roba esiste anche in formato cartaceo, con la parola all'esperto e "lettere dei lettori" perfetti esempi di quella incompetente cialtroneria di massa che rappresenta un tratto essenziale dell'"occidente" contemporaneo.


[1] Non che ai gazzettieri importi. L'intero mainstream peninsulare ha tessuto le lodi dell'aggressione amriki all'Iraq ed appoggiato senza dubbio alcuno la montagna di menzogne sparse per giustificarla. Non abbiamo notizia di alcun gazzettiere che a nefandezza consumata si sia non diciamo ucciso con le sue mani, ma per lo meno dimesso porgendo al pubblico le sue scuse.

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