venerdì 14 marzo 2025

Alastair Crooke - L'Europa e il cambiamento: il Make AmeriKKKa Great Again, Trump e la rifondazione di un mondo

 


Traduzione da Strategic Culture, 11 marzo 2025.

Il presidente Trump vuole chiudere la questione ucraina, punto e basta. Così potrà andare avanti rapidamente, normalizzare i rapporti con la Russia e avviare il suo piano di ridefinizione complessiva di un nuovo ordine mondiale, un quadro d'insieme che metterà fine alle guerre e faciliterà le relazioni commerciali.
L'Europa finge di non afferrare quella che è l'essenza della questione: la fine del conflitto in Ucraina è semplicemente il punto di partenza di tutta la logica e di tutto l'impianto su cui Trump si è basato e che è rappresentato da una completa ridefinizione del panorama geopolitico. L'Ucraina, in parole povere, altro non è che un ostacolo al perseguimento dell'obiettivo che Trump considera essenziale, che è il riassetto globale.
Starmer, Macron e gli ambienti orientali delle élite europee sono ciechi di fronte alle implicazioni di un orientamento mondiale che si sta ridefinendo attorno alla politica e all'etica tradizionaliste statunitensi. Non si rendono conto nemmeno di quanto sia rabbioso il mondo di Trump che si cela dietro questa rivoluzione nascente e di quanto questa rabbia sia a malapena tenuta a freno. "La destra del Make AmeriKKKa Great Again non ha nessuna delle inibizioni dei suoi predecessori. Sta progettando di sfruttare il potere che le deriva da aver rimesso le mani sullo Stato per annientare i suoi nemici", scrive Allister Heath.
La classe dirigente europea è in difficoltà e sempre più isolata, in un mondo che si sta spostando a destra a una velocità vertiginosa. "Gli Stati Uniti sono ora il nemico dell'Occidente", afferma il Financial Times. I leader europei non lo capiranno mai.
La realtà è che gli Stati Uniti sono ora impegnati a mettere in ginocchio la politica estera europea. E stanno per iniziare a esportare i tradizionali valori repubblicani statunitensi con l'intenzione di smantellare il sistema di credenze woke europeo. Le classi dirigenti europee sono lontane dalla base e non sono riuscite a rendersi conto di come i loro interessi siano minacciati (uno scenario delineato qui).
L'amministrazione Trump sta cercando di ricostruire una Repubblica in difficoltà, e gli statunitensi di quest'epoca nuova non si curano dell'ossessione europea per le antiche faide e per le guerre che ne derivano.
Secondo quanto riferito, Trump guarda con totale disprezzo alle millanterie britanniche ed europee per cui quello che non lo faranno gli Stati Uniti, lo farà l'Europa. Dopo tre anni di batoste in Ucraina la classe dirigente di Bruxelles sostiene di essere ancora in grado di infliggere una sconfitta umiliante al presidente Putin.
A un livello più recondito tuttavia l'amministrazione Trump, impegnata nel compito di abbattere quello stato profondo che considera un nemico assoluto, si rende conto (giustamente) che l'apparato bellico britannico resta unito alla sua controparte statunitense, come parte della sua meta-struttura globale. E la componente essenziale più antica e profonda di esso è sempre stata la distruzione della Russia e il suo smembramento. Di conseguenza, quando in un discorso alla Nazione tenuto il 5 marzo Macron ha respinto l'idea di un cessate il fuoco in Ucraina e ha dichiarato che "la pace in Europa è possibile solo con una Russia più debole" definendo la Russia una minaccia diretta per la Francia e per l'intero continente, molti nel mondo di Trump hanno interpretato questa dichiarazione provocatoria ("la sconfitta della Russia da parte dell'Ucraina è preferibile alla 'pace'") come nulla più che il prodotto di un Macron e di uno Starmer che fanno da ventriloqui per gli obiettivi dello stato profondo statunitense.
Questa idea è corroborata dall'improvvisa pletora di articoli apparsi sui mass media sotto controllo europeo, secondo cui l'economia russa è molto più debole di quanto sembri e potrebbe crollare durante il prossimo anno. Naturalmente si tratta di una sciocchezza che però dovrebbe servire a convincere l'opinione pubblica europea che continuare la guerra in Ucraina sarebbe una buona idea.
L'assurdità della posizione europea è stata forse espressa al meglio e nella sua più assoluta arroganza -come nota Wolfgang Münchau- lo scorso anno dalla storica e scrittrice Anne Applebaum quando ha vinto un prestigioso premio tedesco per la pace. Durante il suo discorso alla premiazione, la Applebaum ha sostenuto che la vittoria era più importante della pace, affermando che l'obiettivo finale dell'Occidente dovrebbe essere la sovversione politica della Russia: "Dobbiamo aiutare gli ucraini a raggiungere la vittoria, e non solo per il bene dell'Ucraina", ha detto.
Zelensky e i suoi sostenitori europei vogliono "negoziare", ma più dopo che prima. Forse tra un anno, come un ministro degli Esteri europeo avrebbe detto in privato a Marco Rubio.
"Questo", scrive Münchau, "è il motivo della lite in pubblico avvenuta nello Studio Ovale [la scorsa settimana]. La pace cui si arriva con una vittoria netta -essenzialmente il modello della Seconda Guerra Mondiale- è la prospettiva con cui praticamente tutti i leader europei e la maggior parte dei commentatori vedono il conflitto Russia-Ucraina".
Gli USA vedono le cose in modo diverso: ritengono che quasi certamente che il deep state europeo stia mettendo i bastoni tra le ruote alla normalizzazione con la Russia voluta da Trump, una normalizzazione a cui esso si oppone visceralmente. O, per lo meno, pensano che gli europei stiano inseguendo un "miraggio che non esiste più, intestardendosi a tassare e a spendere intanto che l'immigrazione di massa raddoppia e i prezzi dell'energia si impennano, ignari delle luci rosse lampeggianti nei [mercati finanziari] intanto che i rendimenti del debito pubblico salgono ai massimi livelli dal 1998", come sottolinea Allister Heath.
In altre parole si suggerisce che Friedrich Merz, Macron e Starmer stiano parlando di come trasformare i loro paesi in pretoriani armati fino ai denti grazie a un massiccio aumento del debito. Eppure, a un certo livello della loro consapevolezza, devono rendersi conto che la cosa non è fattibile e quindi si accontentano di presentarsi come "leader mondiali sulla scena internazionale".
Le élite europee sono dei leader -se così le si può chiamare- profondamente instabili, e stanno mettendo a rischio la prosperità e la stabilità del continente. È chiaro che questi paesi non hanno le capacità militari necessarie per intervenire in un qualche modo coordinato. Più di ogni altra cosa, l'incombente realtà è data dal fatto che l'economia europea sta andando in malora.
Zelensky è complice di questo insistere degli europei sul fatto che la sconfitta della Russia sia più importante della pace in Ucraina, nonostante la mancanza di qualsiasi logica strategica su come vi si possa arrivare dopo che per tre anni la situazione militare non ha fatto che peggiorare. Entrambi i piani –schiacciare l'economia russa con le sanzioni e logorare l'esercito russo fino al collasso– sono falliti. Perché allora Zelensky resiste alle proposte di pace di Trump? In apparenza è una cosa insensata.
Per trovare una spiegazione occorre probabilmente risalire ai tempi successivi a Maidan, quando la metastruttura di sicurezza occidentale (principalmente britannici e statunitensi) ha imposto il radicamento dei banderisti intransigenti -che allora erano una piccola minoranza- nella polizia, nei servizi segreti e nella sicurezza ucraini. Ancora oggi il controllo effettivo è nelle loro mani. Anche se questo gruppo dovesse ammettere che non può vincere la guerra, ha ben chiaro cosa gli succede se la perde: la Russia con loro non tratterà. Li considera estremisti -se non criminali di guerra- che non sono in alcun modo "in grado di raggiungere un accordo" e che devono essere sostituiti da una leadership effettivamente capace di compromessi. La Russia probabilmente li incarcererebbe e li processerebbe. Zelensky deve essere spaventato dal trattamento che i banderisti potrebbero riservargli nonostante la sua squadra di guardie del corpo britanniche.
Ebbene, Trump non si sta divertendo a vedere gli europei che fanno questi giochetti e ha deciso di dare una lezione sia a loro che a Zelensky. Chissà che non sia riuscito a rimettere Zelensky in riga; forse anche no. Secondo Politico, l'amministrazione Trump ha avviato colloqui diretti con l'opposizione ucraina per indire elezioni anticipate e spodestare Zelensky, che secondo voci dall'éntourage di Tump sta per perdere la carica.
Zelensky potrebbe essere finito, ma è interessante notare che di Zaluzhniy non si è nemmeno parlato. Gli inglesi lo stanno preparando come sostituto, ma sembra che anche gli statunitensi arriveranno a questa risoluzione indipendentemente dagli inglesi.
Il presidente Trump ha ordinato la sospensione della condivisione di informazioni con l'Ucraina. Tecnicamente, ciò che ha fatto è stato impedire all'Ucraina di utilizzare i sistemi di puntamento controllati dall'intelligence statunitense, dalla CIA, dal National Reconnaissance Office e dalla National Geospatial Intelligence Agency. Ciò che è stato sospeso è lo scambio dei cosiddetti dati letali, comprese le informazioni per il puntamento degli HIMARS. I dati di tipo difensivo di cui l'Ucraina ha bisogno per proteggersi continuano comunque a essere forniti.
"Le conseguenze del blocco della condivisione di informazioni, che sembra essere stata imposta insieme alla sospensione degli aiuti militari annunciata lunedì da Trump, inizialmente sembravano essere piuttosto limitate... Ma mercoledì pomeriggio è diventato chiaro che l'amministrazione Trump, ignorando le aperture di Zelensky della sera precedente, si era spinta molto oltre. Un ufficiale dell'intelligence militare a Kiev ha dichiarato al Telegraph che il blocco equivaleva a 'un blackout più o meno totale'". In parole povere, il precedente blocco delle forniture di munizioni avrà senza dubbio un qualche impatto sulle capacità militari dell'Ucraina nel tempo, anche se potrebbe non essere apprezzabile ancora per alcune settimane. La perdita di informazioni vitali invece avrà un impatto immediato. In parole povere renderà cieca l'Ucraina. Nei posti di comando ucraini il monitoraggio delle battaglie e i feed satellitari online su tablet e schermi TV hanno effettivamente perso la connessione.
Lo schiaffo di Trump ha sfatato la convinzione che l'Ucraina sia in grado di difendersi da sola, ricorrendo al piccolo rincalzo rappresentato dal sostegno europeo. Questa è sempre stata una spavalderia senza senso. La NATO, la CIA e la comunità di intelligence globale hanno avuto il controllo della guerra fin dall'inizio. E questo sostegno, per adesso, è venuto meno. L'Europa vuole quindi farsi carico dell'onere lasciato dagli Stati Uniti? Bloomberg riferisce che i mercati obbligazionari europei sono in crisi. La pretesa europea di sostituire gli Stati Uniti costerà estremamente cara, sarà molto costosa sul piano politico e si risolverà in un fallimento.