Dopo il settembre del 2001 la "libera informazione" ha avuto campo libero nella completa distruzione mediatica del dissenso, e chi osava contraddire quelli delle gazzette veniva come minimo tacciato di terrorismo a reti unificate, quando non doveva vedersela direttamente con la gendarmeria politica.
Da allora la tendenza non si è mai invertita e con il diffondersi delle "reti sociali" il collodio "occidentalista" è percolato da gazzette e televisioni fino a sporcare ogni luogo telematico immaginabile.
Non che all'epoca mancassero -anche fra le diplomate alla scuola della vita e i laureati all'università della strada che oggi si autoschedano sul Libro dei Ceffi o sulle sue varie filiazioni ripetendo le parole d'ordine della propaganda- gli esempi di quella malafede infantile in cui si mescolano incompetenza e arroganza ormai abituali, ma i forum e i newsgroup, il fatto che internet non fosse ancora di comune diffusione sui telefoni cellulari e il minimo di competenze necessario a utilizzarla rendevano il web un luogo in cui era ancora possibile schernire chi meritava di essere schernito, e ridere tranquillamente in faccia ai ben vestiti ad alto reddito che fra un ristorante e l'altro volevano imporre l'agenda "occidentalista".
L'aggressione russa all'Ucraina ha fornito nuovo slancio a censori e custodi -per lo più autonominati- della liceita democratica, che evidentemente non si auguravano altro. E che sono riusciti a fare assai meglio della volta precedente, anche e soprattutto riuscendo a ritrarre il presidente della Federazione Russa come un individuo mai visto, mai conosciuto, con cui nulla e nessuno hanno avuto a che spartire.
Tutti ucraini di complemento.
Sbeffeggiarne la chiamata porta alle solite conseguenze.
A guerra in corso, le gazzette grondano delle dichiarazioni del presidente ucraino Zelensky -un ex comico dalle originali competenze pianistiche- cui viene data carta bianca al punto da lasciare il dubbio che stia mandando avanti un paese in guerra con la stessa parte del corpo che usava per suonare il pianoforte.
Ad ascoltare questo signore che parlava in tutta serietà di "attacco ai valori occidentali" come un'Oriana Fallaci qualsiasi invocando senza mezzi termini un allargamento mondiale del conflitto il borgomastro di Firenze, il Partito Democratico e altri aggregati ancor meno presentabili hanno convocato simpatizzanti e sostenitori fino a riempire piazza Santa Croce.
Nelle stesse ore e nella stessa città si dava prova di tolleranza democratica sgomberando un'occupazione storica e inasprendo le già demenziali norme locali in materia di "decoro" e "sicurezza", che in sede di applicazione possono da molti anni contare su tecnologie che i temuti totalitarismi del ventesimo secolo (invocati ogni due parole per delegittimare qualsiasi contraddittorio) non potevano neanche immaginarsi.
I comportamenti diversi da quelli di consumo, una pur vaga propensione alla bohème che è peraltro già problematico sviluppare in un contesto sociale in cui domina un'omologazione divorante, per tacere delle occupazioni, dell'attivismo politico o addirittura degli scontri con la gendarmeria hanno comunque la massima approvazione da parte delle gazzette e del mondo della politica di rappresentanza.
Basta che si svolgano a Mosca, a Damasco, a L'Avana, a Tehran, a Caracas.
Nell'Occidente che vorrebbero si difendesse armi alla mano è sufficiente tenere comportamenti meno che da educanda in un corteo qualsiasi per vedersela per decenni con la gendarmeria politica ed essere ridotti all'insolvibilità da sanzioni amministrative mai abbastanza pesanti.
Un contrasto che rende irricevibili certi appelli alla difesa di un qualcosa che è indifendibile da decenni, e che si compendia in quella che Lorenzo Milani chiamava mostruosa adorazione del diritto di proprietà e nella risibile libertà di scegliere come indebitarsi per merci e servizi per lo meno inutili, seguiti passo passo dalle telecamere.
Uno di questi bandi di arruolamento, pubblicato in tutta serietà da uno Huffington Post che potrebbe fondatamente ridenominarsi Bullingdon Post, ci è parso decisamente sopra le righe.
Impossibile resistere a toni tanto perentori; lo si consegna ad archive.org per tutelarsi contro eventuali ripensamenti del signor Filippo Rossi o del suo capogazzettiere, e si provvede ad adeguarsi.
Verdi, rossi, neri e aderenti alla Prima Internazionale dell'Odio [curiosa invenzione di Magdi Pluricondannato per Diffamazione Allam risalente al 2006] lo eravamo già.
Adesso siamo anche complici di Putin.
Da allora la tendenza non si è mai invertita e con il diffondersi delle "reti sociali" il collodio "occidentalista" è percolato da gazzette e televisioni fino a sporcare ogni luogo telematico immaginabile.
Non che all'epoca mancassero -anche fra le diplomate alla scuola della vita e i laureati all'università della strada che oggi si autoschedano sul Libro dei Ceffi o sulle sue varie filiazioni ripetendo le parole d'ordine della propaganda- gli esempi di quella malafede infantile in cui si mescolano incompetenza e arroganza ormai abituali, ma i forum e i newsgroup, il fatto che internet non fosse ancora di comune diffusione sui telefoni cellulari e il minimo di competenze necessario a utilizzarla rendevano il web un luogo in cui era ancora possibile schernire chi meritava di essere schernito, e ridere tranquillamente in faccia ai ben vestiti ad alto reddito che fra un ristorante e l'altro volevano imporre l'agenda "occidentalista".
L'aggressione russa all'Ucraina ha fornito nuovo slancio a censori e custodi -per lo più autonominati- della liceita democratica, che evidentemente non si auguravano altro. E che sono riusciti a fare assai meglio della volta precedente, anche e soprattutto riuscendo a ritrarre il presidente della Federazione Russa come un individuo mai visto, mai conosciuto, con cui nulla e nessuno hanno avuto a che spartire.
Tutti ucraini di complemento.
Sbeffeggiarne la chiamata porta alle solite conseguenze.
A guerra in corso, le gazzette grondano delle dichiarazioni del presidente ucraino Zelensky -un ex comico dalle originali competenze pianistiche- cui viene data carta bianca al punto da lasciare il dubbio che stia mandando avanti un paese in guerra con la stessa parte del corpo che usava per suonare il pianoforte.
Ad ascoltare questo signore che parlava in tutta serietà di "attacco ai valori occidentali" come un'Oriana Fallaci qualsiasi invocando senza mezzi termini un allargamento mondiale del conflitto il borgomastro di Firenze, il Partito Democratico e altri aggregati ancor meno presentabili hanno convocato simpatizzanti e sostenitori fino a riempire piazza Santa Croce.
Nelle stesse ore e nella stessa città si dava prova di tolleranza democratica sgomberando un'occupazione storica e inasprendo le già demenziali norme locali in materia di "decoro" e "sicurezza", che in sede di applicazione possono da molti anni contare su tecnologie che i temuti totalitarismi del ventesimo secolo (invocati ogni due parole per delegittimare qualsiasi contraddittorio) non potevano neanche immaginarsi.
I comportamenti diversi da quelli di consumo, una pur vaga propensione alla bohème che è peraltro già problematico sviluppare in un contesto sociale in cui domina un'omologazione divorante, per tacere delle occupazioni, dell'attivismo politico o addirittura degli scontri con la gendarmeria hanno comunque la massima approvazione da parte delle gazzette e del mondo della politica di rappresentanza.
Basta che si svolgano a Mosca, a Damasco, a L'Avana, a Tehran, a Caracas.
Nell'Occidente che vorrebbero si difendesse armi alla mano è sufficiente tenere comportamenti meno che da educanda in un corteo qualsiasi per vedersela per decenni con la gendarmeria politica ed essere ridotti all'insolvibilità da sanzioni amministrative mai abbastanza pesanti.
Un contrasto che rende irricevibili certi appelli alla difesa di un qualcosa che è indifendibile da decenni, e che si compendia in quella che Lorenzo Milani chiamava mostruosa adorazione del diritto di proprietà e nella risibile libertà di scegliere come indebitarsi per merci e servizi per lo meno inutili, seguiti passo passo dalle telecamere.
Uno di questi bandi di arruolamento, pubblicato in tutta serietà da uno Huffington Post che potrebbe fondatamente ridenominarsi Bullingdon Post, ci è parso decisamente sopra le righe.
Impossibile resistere a toni tanto perentori; lo si consegna ad archive.org per tutelarsi contro eventuali ripensamenti del signor Filippo Rossi o del suo capogazzettiere, e si provvede ad adeguarsi.
Verdi, rossi, neri e aderenti alla Prima Internazionale dell'Odio [curiosa invenzione di Magdi Pluricondannato per Diffamazione Allam risalente al 2006] lo eravamo già.
Adesso siamo anche complici di Putin.
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