Secondo le gazzette, a metà ottobre 2023 l'esecutivo di Roma avrebbe inviato ai suoi rappresentanti locali una circolare affinché le scuole dedichino particolare attenzione ai temi cui è dedicato il Giorno del Piagnisteo.
Quest'anno le foibe arrivano in anticipo.
Addirittura prima di Babbo Natale.
Il Giorno del Piagnisteo ricorre il dieci febbraio. E a Firenze trascorre nell'indifferenza generale. La sua imposizione per legge è servita soltanto a divulgare con dovizia di dettagli uno dei tanti sistemi con cui prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale qualcuno si è liberato degli avversari politici e delle presenze sgradite in generale.
L'intento dell'esecutivo è quello di diffondere -se non di imporre- una versione vittimistica degli avvenimenti: i comunisti si sono alzati una mattina e hanno fatto un genocidio.
A toni del genere verrebbe voglia di rispondere che il problema è che non ci sono riusciti, e che a Roma dovrebbero se mai ringraziare i corpi armati dello Antifašističko vijeće narodnog oslobođenja Jugoslavije di essersi fermati prima di Videm invece di prendere tutti quanti a calci almeno fino al Garigliano, maccheroni tarantelle e tutto il resto.
Ma questo andrebbe bene per le "reti sociali", sconfortanti autoschedature per buoni a nulla sul cui livello è caritatevole non infierire.
In questa sede si è convinti del fatto che le istanze "occidentaliste" in generale, con particolare riferimento a quelle governative, non ammettano altra risposta che l'immediata adozione di comportamenti ed atteggiamenti opposti a quelli auspicati.
Alla professione di cialtroneria in malafede si risponde quindi gelidamente, rifornendo innanzitutto la propria biblioteca con una iniziativa di approfondimento e di studio che non dovrebbe certo dispiacere a chi ha imposto questa ricorrenza a chi non ne sentiva alcuna necessità.
Ecco dunque un riepilogo aggiornato, con tutti i limiti del caso. Oltre a scritti sul tema specifico ce ne sono alcuni utili a controbattere alle velleità identitarie che sono alla base dell'intera iniziativa, e alle moltissime produzioni divulgative curate secondo criteri per lo meno opinabili.
Giuseppe Aragno, Alexander Hoebel, Alessandra Kersevan, Fascismo e foibe. Cultura e prtica della violenza nei Balcani.
Nicoletta Bourbaki, La morte, la fanciulla e l'orco rosso. Il caso Ghersi: come si inventa una leggenda antipartigiana.
Claudia Cernigoi, Operazione foibe a Trieste.
Davide Conti, L'occupazione italiana dei Balcani. Crimini di guerra e mito della "brava gente".
Francesco Filippi, Guida semiseria per aspiranti storici social.
Francesco Filippi, "Prima gli italiani!" (sì, ma quali?).
Eric Gobetti, L'occupazione allegra. Gli italiani in Jugoslavia (1941-1943).
Eric Gobetti, Alleati del nemico. L'occupazione italiana in Jugoslavia (1941-1943).
Eric Gobetti, "E allora le foibe?".
Eric Gobetti, I carnefici del Duce.
Alessandra Kersevan, Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi (1941-1943).
Gianni Oliva, " Si ammazza troppo poco". I crimini di guerra italiani (1940-1943).
Boris Pahor, Piazza Oberdan.
Jože Pirjevec, Foibe.
Christian Raimo, Contro l'identità italiana.
Giacomo Scotti, Dossier foibe.
Perché non completare l'opera e prenderli tutti a calci fino a Lampedusa, allora? (Per la precisione,la tarantella è pugliese,non laziale o lombarda...)
RispondiEliminaUna possibilità che le condizioni del Regio Esercito nel 1945 non avrebbero consentito certo di escludere.
EliminaChi nega le foibe ( e qualunque altro genocidio) è un cretino.
RispondiEliminaIn questa sede non si fa certo negazionismo.
EliminaSi tiene invece a confutare e deridere, con i debiti argomenti, la propaganda vittimista diffusa dallo stato che occupa la penisola italiana.