sabato 13 settembre 2014

Con protettori come i politici statunitensi, i cristiani mediorientali possono fare a meno dei nemici.


Giovane yankee mentre partecipa attivamente alla vita politica del suo paese.

I nostri lettori sanno bene che al di là della sordina imposta a certa propaganda dai mutati assetti politici, in AmeriKKKa esistono realtà sintetizzabili come "stato profondo" e "Bible belt" che continuano tranquillamente ad operare e ad inviare rappresentanti negli organi legislativi. In politica estera e nonostante i rovesci e le sconfitte subite negli ultimi quindici anni, i rappresentanti dello stato profondo e della bible belt ostentano senza che nessuno li ridicolizzi una ignoranza profonda ed una incompetenza biblica, fedelmente rappresentative di un corpo elettorale che in questo campo ha compiuto imprese entusiasmanti. Simili questioni costituirebbero tutt'al più una curiosità mediatica, roba con cui riempire gli spazi lasciati vuoti dalle pubblicità come si fa con certi documentari sugli insetti, se l'espressione politica di questa marmaglia obesa e cialtrona non fornisse avallo ad un apparato militare capacissimo di tutto.
Il sito web di Al Manar riferisce di un paio di episodi che si sarebbero verificati negli ultimi giorni, durante un viaggio negli Stati Uniti cui hanno partecipato i massimi vertici di alcune chiese cristiane mediorientali. Negli Stati Uniti esistono molte comunità siriane, libanesi e soprattuto armene e l'idea degli organizzatori era quella di sensibilizzarle su quanto sta succedendo. L'idea degli ospiti ovviamente era quella di servirsi delle circostanze per i propri scopi elettorali.
Il primo episodio riguarda un pranzo cui ha partecipato il patriarca antiocheno Gregorio III Lahham.
Il patriarca cattolico melchita Gregorio III Lahham ha lasciato giovedi scorso il banchetto organizzato a margine di una conferenza tenutasi a Washington, in cui si difendeva la causa dei cristiani orientali e nel corso della quale legislatori statunitensi avevano rilasciato dichiarazioni che il prelato aveva già definito razziste.
Lahham si è alzato da tavola quando il senatore statunitense Ted Cruz ha invitato i cristiani a fare la pace con gli ebrei e ha detto che i musulmani sono nemici di entrambi, aggiungendo che lo Stato Islamico e Hezbollah sono la stessa identica cosa.
Lahham ha ribattuto che sono gli ebrei i responsabili dell'esodo dei cristiani dalla regione.
Nel corso dello stesso banchetto il deputato del Congresso Chris Smith era iscritto a parlare; è venuto fuori che voleva pronunciare un discorso scritto un anno fa, in cui Smith biasimava il Presidente Bashar Assad ed auspicava che venisse trascinato davanti ad un tribunale internazionale.
Lahham ha detto ad alta voce che gli oratori non avevano per nulla centrato l'argomento di cui si doveva discutere e che stavano sfruttando la situazione per avanzare idee contrarie ai governi, al popolo e alla coesistenza.
Secondo una dichiarazione del patriarcato, Lahham si è rifiutato di partecipare ai lavori, seguito in questo dal patriarca Younane e dal vescovo Zihlawi.
Dopo aver preso atto di queste obiezioni, il patriarca maronita cardinale Mar Beshara Boutros Rahi ed il patriarca Aram hanno anch'essi abbandonato il convito, in segno di protesta per le dichiarazioni sopra riportate.
Non c'è male. Il signor Cruz non ha fatto che rappresentare al meglio il proprio elettorato, fatto da gente per la quale una guerra d'aggressione o un piatto di ali di pollo fritte sono esattamente la stessa cosa. Il signor Smith invece è riuscito a coniugare incompetenza, malafede e cialtroneria in quel sapiente ed affascinante miscuglio che costituisce l'essenza stessa del modo in cui gli "occidentalisti" intendono la vita e la politica.
Gregorio III Lahham e i suoi si sono sorbiti un viaggio aereo intercontinentale per trovarsi davanti ad una torma di ben vestiti che neppure sanno di cosa stanno parlando. Scuotere la polvere dai sandali e abbandonare compostamente un ambiente in cui agiscono elementi del genere è il minimo che possa fare chi proviene da una realtà normale.
Il giorno successivo la delegazione è stata ricevuta da Barack Obama, dove ha trovato un'accoglienza appena appena decente. Viste le esperienze della vigilia, i religiosi non hanno potuto fare a meno di stupirsi.
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha stupito ieri i suoi visitatori, i patriarchi dei cristiani d'oriente, quando ha detto loro che il Presidente Bashar al Assad ha protetto i cristiani in Siria. I suoi interlocutori sono rimasti stupiti al punto da non credere alle proprie orecchie ed hanno faticato a nascondere il proprio stupore.
I patriarchi hanno presentato ad Obama uno scritto che illustra la situazione dei cristiani in ciascun paese mediorientale.
Le fonti ecclesiastiche hanno riferito ad al Akbar che Obama ha usato l'espressione "Governo siriano", anziché "regime", il termine che si è soliti usare negli Stati Uniti per definire la leadership siriana.
Secondo Al Akhbar, uno degli ospiti avrebbe reagito dicendo ad Obama che se le cose stanno in questo modo, forse sarebbe il caso di smetterla di definire moderata l'opposizione siriana.

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