venerdì 17 giugno 2011

Sandro Addario: un eroe "occidentale" contro l'anarchismo fiorentino


Firenze. Gli atei devoti nel corso di una compita manifestazione identitaria
in difesa delle radici cristiane della loro civiltà.


Nel giugno 2011 l'"occidentalismo" politico sta attraversando un periodo particolarmente sfavorevole in tutto il territorio dello stato che occupa la penisola italiana.
Gli "occidentalisti" hanno affrontato una consultazione amministrativa utilizzando le strategie propagandistiche di sempre, fatte di menzogne e centrate sulla demonizzazione dell'Altro, sul controllo mediatico e sulla metodica attenzione per qualunque lato della natura umana possa essere considerato abietto, egoista, stupido, prevaricatore ed animato da una cosciente volontà di perseguire il male.
In una parola soltanto, "occidentale".
I risultati sono stati disastrosi.
Le ragioni dell'insuccesso, sostanzialmente, vanno cercate in uno scollamento degli "occidentalisti" dal reale ormai privo di ogni freno e, speriamo, anche di ogni rimedio.
Meno di un mese dopo è stata la volta di una consultazione referendaria che ha avuto pieno successo grazie ad una variegata corrente di opinione che si è impegnata per molti mesi nell'oscuramento completo dei mass media a più alta fruibilità, vincendo la propria battaglia e sconfessando alcune delle più insistite istanze politiche dell'"occidentalismo".
A questo si deve aggiungere l'abituale e non silenziabile condotta dell'elettorato passivo, che ogni giorno attesta a sudditi sempre meno disposti alla condiscendenza l'abisso che esiste tra la vita quotidiana di chi porta la cravatta e frequenta ristoranti e quella dei mustad'afin di cui si vorrebbero i suffragi.
A Firenze, gli eventi incorsi a livello peninsulare si sono tradotti puramente e semplicemente in un tracollo. Il maggior partito "occidentalista" della penisola si trova in una condizione molto giustamente caratterizzata da un oblio persistente, interrotto soltanto dalle aperte attestazioni di disprezzo che accolgono i suoi esponenti al minimo tentativo di spaziare al di là dei contesti amici e protetti di qualche hotel o di qualche piazza guardata a vista dalla gendarmeria.
In queste condizioni qualunque cosa smuova le acque dovrebbe avere i sinceri ringraziamenti di una compagine la cui prima necessità vitale è stata per anni quella di saturare il mainstream. Una necessità perseguita con un tale accanimento da rivelarsi alla fine controproducente.
Per "Il Giornale della Toscana" una vetrina rotta -o meglio, finita di rompere- ed un paio di fumogeni sono roba su cui insistere almeno per un mese a qualsiasi costo. Anche e soprattutto a spese della logica. Nelle stanze di via Cittadella il ragionamento e l'argomentazione non sono mai stati molto popolari e poco ci manca che non vengano considerati discipline terroristiche ai sensi di qualche decreto legge sulla "compartecipazione psichica" partorito da qualche elegantone strapagato.
L'edizione del 17 giugno riporta quindi l'articolo qui sotto.

Cinque semicolonne sul nulla, perché nelle società normali per un paio di fumogeni nessuno scomoda né gazzette né gendarmi, in cui spicca questa frase:
Uno studente: "Non ero alla manifestazione davanti alla prefettura il 4 maggio". Ma il 21 è stato fotografato con un fumogeno davanti alla sede del partito.
Tradotto dal gazzetto-occidentalese: "il rispetto degli impegni con la committenza passa avanti a tutto, anche e soprattutto alla realtà dei fatti che imporrebbe per lo meno di cercare un pretesto minimamente credibile". Il modus agendi della "libera informazione", quella "fuori dal coro" per autodefinizione.
Per quanto incredibile possa sembrare a braccianti agricoli, facchini, attrezzisti teatrali e magazzinieri, c'è gente che ricava un reddito dallo scrivere roba del genere su gazzette che vorrebbero anche non essere considerate delle pubblicazioni satiriche.
Nella pratica quotidiana di questi gazzettini quelli che si azzardano ad evidenziare coi fatti il livello di rabbiosa e risentita impopolarità di cui il partitame "occidentalista" gode a Firenze vengono denigrati appigliandosi a qualsiasi cosa; nel peggiore dei casi, incolpandoli di mitosi cellulare. Chissà che Al Qaeda non compartecipi ai loro equilibri di membrana, o al loro ciclo di Krebs.

Quando si firma qualcosa e lo si manda in stampa è assai probabile che si voglia che la notizia circoli, e che magari susciti commenti.
Lo scritto è firmato da un certo Sandro Addario, che avrebbe una buona esperienza come inviato embedded nell'Afghanistan e nell'Iraq aggrediti dagli "occidentali". Contrade in cui l'esercizio delle proprie ragioni contempla spesso l'utilizzo di mezzi ben diversi da un fumogeno: c'è dunque da pensare che la permanenza, lunga e reiterata finché si vuole, non debba avergli insegnato gran che.
Che Addario meriti qualche commento, è dunque fuori dubbio.
Altrettanto fuori dubbio riteniamo sia il tenore dei commenti che può aspettarsi di ricevere.

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