A dieci giorni da un rovescio elettorale di una certa rilevanza l'"occidentalismo" mediatico non mostra il minimo segno di resipiscenza. Ci sarebbe stato in ogni caso da meravigliarsi del contrario.
La nostra opinione sulla moschea di Firenze è nota a chi legge da molto tempo: la moschea non soltanto si deve costruire, ma si deve costruire con materiali di pregio, a spese completamente ed ostentatamente pubbliche distogliendo fondi a militari e gendarmi, secondo criteri architettonici che la rendano degna della città di Firenze ed in posizione il più centrale possibile. La nostra preferenza andrebbe al lato orientale di piazza Ghiberti, previa la demolizione dell'edificio che vi sorge ed in cui si svolgono quotidianamente attività tutt'altro che meritevoli.
In considerazione delle linee politiche e mediatiche che da molto tempo hanno superato i limiti dell'autolesionismo ottuso, "Il Giornale della Toscana" è fedele alle consegne,con l'ovvio risultato di produrre e pubblicare materiali ben oltre il controproducente.
In una giornata di giugno, nel contesto più che protetto della centralissima piazza Strozzi, i volenterosi della foto hanno sostato per cinque ore sotto il sole raccogliendo "centinaia di firme contro la moschea".
Ipotizziamo dunque che le firme raccolte siano state cinquecento.
Cento firme all'ora.
Poco più di mezzo minuto per accostarsi al tavolino, prendere la penna, prendere il foglio, un'occhiata ad un documento per evitare che l'imam Hussein o Greta Garbo risultino tra i firmatari, tracciare la firma.
Il tutto per cinque ore filate: un avvicendarsi di gente vorticoso, attorno al gazebo.
Il fotografo di quella gazzetta è stato tanto sfortunato da ritrarre i tre promotori dell'iniziativa nell'unico momento della giornata in cui la piazza era assolutamente deserta.
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