giovedì 2 settembre 2010

Firenze. Francesco Torselli, Casaggì e la delazione: la presa in giro come prassi abituale.


Le occasioni di additare l'operato degli "occidentalisti" fiorentini allo scherno e all'aperto disprezzo dei nostri non pochi lettori sarebbero, ogni giorno, talmente tante da stancarsi di contarle. E' dunque opportuno per più motivi soffermarsi solo sui casi più macroscopici, in cui il cocktail di impudenza, incompetenza e faccia tosta tenute insieme dalla malafede che costituisce l'essenza della pratica politica "occidentalista" si manifesta nei suoi effetti più stridenti.

Casaggì, sedicente "centro sociale di destra" indispensabile all'"occidentalismo" fiorentino per non finire di perdere anche le due palanche di radicamento che ha sul territorio, ha al momento una sede vacante, ed abbiamo ora come ora motivo di ritenere che questa condizione si protrarrà sine die. Questo non significa che sia venuta meno anche la comunicazione mediatica che a Casaggì fa capo. Non troppo tempo fa avemmo il piacere di collaborare ad una noterella in cui potemmo sfruttare i materiali messi a disposizione dagli stessi "occidentalisti", la cui sede si trovava in Via Maruffi, per trarre sul loro conto conclusioni impietose, stringate e piuttosto efficaci.
In breve, bastarono pochi minuti per mettere in luce l'ipocrisia antagonista di chi commemora la morte di Saddam Hussein e al tempo stesso invita a votare per i politici che hanno trascinato la penisola italiana nella guerra d'aggressione e di occupazione dell'Iraq.
Un modo di comportarsi che in linguaggio corrente si chiama presa in giro.

Agosto 2010. Casaggì così si presenta a chi volesse approfondirne la conoscenza.


Free Florence!
Un luogo nel quale si lotta. Un luogo umano, prima ancora che fisico. Un luoghi di legami e di gente che sopporta, suda e guarda avanti. Questo, tutto questo, è un pezzo di mondo libero nel deserto dell'edonismo galoppante e del pensiero unico. Come nel Bogside di Derry, dove la regina non manda scagnozzi.
You are now entering free Florence.

Già c'è qualcosa che non torna a livello di intenzioni, considerando che gli scagnozzi, impersonati a Derry dal Royal Ulster Constabulary, a Firenze sarebbero impersonati da una qualunque delle pletoriche ed onnipresenti gendarmerie a libro paga dello stato che occupa la penisola italiana, per le quali gli "occidentalisti" di tutte le greppie hanno invece una venerazione ai limiti del canino.
Prendiamo comunque atto che su internet si fa il tifo per le molotov del Bogside, e proseguiamo a vedere per quali molotov si fa il tifo nella vita concreta.

Luglio 2010. A Firenze tiene concerto, riempiendo di sostenitori il più grande pallonaio cittadino, un certo Luciano Ligabue.
Francesco Torselli, sulla cui attività politica il sito su citato abbonda di resoconti ed informazioni, era tra gli spettatori. Da un estimatore di Corneliu Zelea Codreanu ci si attenderebbe una maggiore propensione per cose come Imnul Tineretii Legionare che non per Bambolina e Barracuda, ma lasciamo stare, così come sorvoliamo con eloquenza sul ruolo che i rumeni in generale hanno avuto nelle ultime mestruazioni securitarie dell'"occidentalismo" peninsulare, alla cui propaganda F.T. deve sostanzialmente la poltroncina che scalda.
Già il giorno successivo, invocando e pretendendo sfracelli, questo "occidentalista" si lamentava dei fiumi di birra che a sentir lui sarebbero scorsi all'interno del pallonaio, in aperta violazione a una certa ordinanza emessa da quel sindaco cui gli "occidentalisti", in teoria, dovrebbero fare opposizione. La cosa è già singolare perché normalmente gli spettatori di un concerto rock non fanno osservazioni di questo tipo e non hanno priorità di questo genere.
Dopo più di un mese ritorna sulla questione, invocando sfracelli e punizioni e riferendo anche che “La Polizia Municipale mi ha anche chiesto di fornire le eventuali foto probatorie per dimostrare l’avvenuta violazione, cosa che farò immediatamente, avendo fotografato personalmente la vendita all’interno del Franchi di lattine di birra ed avendo anche svariati testimoni dell’accaduto”.
Curioso modo di agire: evidentemente gli scagnozzi stanno solo dalle parti di Belfast. D'altronde ai tempi del reaganismo i sostenitori di Reagan l'attore erano ferventi sindacalisti... purché i sindacati in questione fossero in Polonia.
Abbiamo più volte sottolineato la propensione "occidentalista" per il ricorso alla delazione: una roba magari capace di garantire vantaggi nell'immediato, ma che come tutti sanno espone a vendette prevedibili e sacrosante al minimo cambiare del vento.
Sarebbe interessante sapere, magari da qualche protagonista del periodo più acceso dei troubles, quale sorte gli abitanti del Bogside sarebbero stati propensi a riservare a chi indulgesse anche solo col pensiero a pratiche delatorie.
Perché in questo caso la certezza -più che la sensazione- è quella di trovarsi dvanti ad un modo di comportarsi che dati alla mano potremmo definire abituale, e che in linguaggio corrente si chiama presa in giro.


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