sabato 25 ottobre 2008

Codreanu è sempre qui, a Firenze a Casaggì!




L'ambiente giovanile del costruendo piddì con la elle conta a Firenze un microscopico e ininfluente gruppetto di gggiovani provenienti da Forza Italia e una più agguerrita e numerosa compagine che arriva da via Maruffi, sede cittadina di Alleanza Nazionale e di un sedicente "centro sociale di destra" che collabora alle iniziative del partito. Iniziative costituite invariabilmente dal planare in città di qualche papaverone senatorio o governativo, che viene a raccontare alla propria base come e qualmente la luna sia fatta di formaggio. Non senza qualche inciampo perché non troppi anni fa in uno degli alberghi-saleconvegni affittati da Alleanza Nazionale allo scopo suddetto senatori, capoccia e quant'altri vennero a diverbio coram populo, dando luogo ad una rissa vergognosa che ebbe anche strascichi in tribunale. Questo, perché un eventuale lettore che avesse la bruttissima abitudine di fidarsi della propaganda politica servita dai telegiornali abbia ben chiaro di che razza di individui stiamo scrivendo.
Altra cosa, ogni planata di questo tipo è accompagnata da un impiastramento di manifesti bianchi e blu appiccicati su tutte le superfici verticali raggiungibili e accompagnati da scritte a spray; il "degrado" e il "decoro urbano" sono praticamente l'unico argomento, insieme a goliardate tipo il calcio storico fiorentino, su cui i nemmen più fascisti del consiglio comunale monopolizzino il tempo a loro disposizione nelle sedi istituzionali; se ne apprezzi dunque, una volta di più, la coerenza.
Ovvio che la base quella vera il "centrodestra" se la coltiva da anni a tutte le ore del giorno, con ben più pervasivi ed efficaci sistemi; ma andiamo avanti.
Alla fine d'ottobre 2008 si tiene in città l'ennesima comparsata di politicanti centrodestrorsi, con relativa mobilitazione dei peones di via Maruffi. L'immagine che mostriamo viene dal blog della Casaggì di cui sopra, sul quale si pubblicizza l'avvenimento.
"Codrenu" è Corneliu Zelea Codreanu. Si noti: i neanche più fascisti di Firenze stimano un rumeno imbevuto di antisemitismo miseramente perito in galera su verosimile ordine di Carol II, che era a sua volta un personaggino alla Pahlevi dotato dello spessore umano e politico degni del medio calibro d'una qualunque cosca che si rispetti. Altro bell'esempio di coerenza per i commensali di un partito che ha costruito la propria fortuna elettorale recente su una vera e propria campagna di demonizzazione del popolo rumeno nella sua interezza.
A Firenze agisce allegra allegra una conventicola di incoscienti che, pur di raccattare qualche voto e di trovar qualcuno che faccia un po' di casino per conto terzi, addita a gente nata in Toscana alla fine del XX secolo un personaggio vissuto in Romania quasi un secolo prima. Di quale personaggio si trattasse, il contesto in cui agì, i risultati cui pervennero lui e la sua organizzazione politica lo spiegano lavori come il saggio di Zeev Barbu pubblicato da Ponte alle Grazie nel 1996, all'interno del volume I Fascisti.
La Romania dei primi anni del 1900 era fatta da un 80% abbondante di contadini peggio che sfruttati e da una élite terriera assenteista; la scarsissima classe media era costituita da piccoli gruppi professionali e commerciali giunti spesso dall'estero, complice il fatto che la Romania come nazione, nella quale l'elemento fondante ed unitario era dato dalla lingua, esisteva da pochi anni, e ricopriva un territorio fino a poco prima diviso fra tre imperi.
L'impatto dell'era dei nazionalismi e della modernità produsse una classe intellettuale ridotta, e spesso formatasi all'estero, che si dette praticamente per intero all'edificazione dei miti fondanti della nazione rumena contrastando in questo modo il rischio di una propria definitiva emarginazione dalla vita sociale. La vita contadina e la religione fornirono le basi per produzioni letterarie che esaltavano l'onestà e la purezza primigenia dei rumeni, avviandosi sulla strada delle "tradizioni inventate" messa bene in luce da Hobsbawm.
In questo contesto, la Romania uscì dalla prima guerra mondiale con un territorio più che raddoppiato, che comprendeva genti dai modi di vita differenziati e che pose un problema di governabilità cui si tentò di rispondere modernizzando sulla carta il sistema politico e introducendo il suffragio maschile. Il panorama politico mostrava un "centro" quasi vuoto, partiti populisti di destra, un piccolo partito socialdemocratico e un piccolo partito comunista. La popolazione in generale mancava di qualunque preparazione politica e i partiti in genere non avevano né una base sociale vera e propria né un elettorato stabile; spesso si coagulavano attorno a qualche personaggio noto e ne seguivano le sorti.
Corneliu Zelea Codreanu approfittò del terrore del comunismo diffuso in Moldavia e dell'antisemitismo alimentato dalle produzioni degli intellettuali nazionalisti per fondare insieme al mortifero visionario Ion Mota, nel 1920. la Garda de Fier. La Garda nacque come movimento universitario di assoluta minoranza; i suoi aderenti erano imbevuti di antisemitismo, imposto abitualmente con la forza. Nel 1923 Codreanu cominciò a entrare e uscire di galera a causa del largo uso della violenza politica. Affermò di aver avuto in carcere una visione dell'arcangelo Michele e ad introdurre rituali mistici per la coesione della Garda.
La Legione dell'Arcangelo Michele fu fondata nel 1927; la frase di "Codrenu" citata dall'anonimo casaggìno fu pronunciata all'atto della fondazione; la Legione non aveva infatti programmi, aderirvi richiedeva un determinato stato mentale improntato a "Fede in Dio", "Fede nella missione", "Amore reciproco" e "Amore per le canzoni". Un monumento di concretezza e di pragmatismo, come si vede, adattabilissimo alla Firenze del XXI secolo.
Organizzata in modo cospirativo, la Legione aveva la sua unità fondamentale nel cuib, il "nido", ripreso pari pari anche nella terminologia dall'attuale estrema destra peninsulare; il nome fu scelto per richiamare il bisogno -ma guarda un po' che originali- di sicurezza tipico degli adolescenti. La formazione politica si compendiava di storia, martirologio della Garda e dedizione assoluta a Codreanu. I capi emergevano per la loro dedizione assoluta al fondatore e per le loro doti di leadership, e costituivano una cupola governata da regole mistiche e militari al tempo stesso.
La Legione inculcava nei suoi appartenenti il senso di sacrificio e quello di dedizione spinti all'estremo, in un contesto sociale e politico in cui il ricorso alla violenza era abituale e privo di ogni inibizione. Il legionario "uccideva per essere ucciso" perché l'ideologia della Legione considerava la morte come un matrimonio mistico con la Natura, nella prospettiva della resurrezione cristiana. Tra il 1924 ed il 1937 i legionari assassinarono undici esponenti politici importanti, facendosi ammazzare in più di cinquecento. Nel 1936 un certo Stelesco, che aveva abbandonato la Legione, fu raggiunto nell'ospedale dove era ricoverato da quattro legionari che gli spararono centoventi volte prima di farne a pezzi il corpo e di baciarsi l'un l'altro ballandogli intorno.
Ad Azione Giovani si stima un personaggio che capeggiava orde di ragazzini addestrati e indottrinati per uccidere e -soprattutto- per farsi uccidere e che concepivano la cosa nell'inquadramento mistico che abbiamo accennato. Le tiritere antinegro, antirumeno, antizingaro, antitutto su cui Alleanza Nazionale contende l'esclusiva alla Lega non si preoccupano neppure troppo di nascondere un fatto di questo genere.
Nel 1937 i legionari erano circa duecentomila, la maggioranza dei quali tra i quattordici e i vent'anni. Nel 1938 Codreanu fece la finaccia che sappiamo, con tanti ringraziamenti da parte del re. Il suo posto fu preso da Horia Sima fino a quando, nel 1941, il generale Antonescu sradicò la Legione massacrandone i capi. Attualmente la costituzione rumena vieta la ricostituzione della Legione, considerata movimento fascista.
Nella Toscana del 2008 esistono individui sicuramente non quindicenni che additano agli adolescenti modelli come questo: violenza politica indiscriminata e soprattutto fine a se stessa, dinamiche settarie, antisemitismo d'accatto. Il tutto, espressione di un movimento politico già fuori dal mondo nell'epoca in cui nacque, servito in via Maruffi insieme col gin tonic.




1 commento:

  1. saluto Firenze, una sola volta sono stato a Firenze, bella citta. io mi chiamo Livio sono il nipote di Corneliu Zelea Codreanu. Mia nonna si chiama Maria Zelea Codreanu e mia madre Lidia Codreanu. Ho visto tante cose su questo sito riguardo a mio zio. grazie agli tutti italiani che sa verramente la storia della santa guardia di ferro. saluto ITALIA.

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