mercoledì 19 maggio 2010

Marco Cordone, Claudio Morganti, Riccardo Mazzoni e la moschea di Greve



"Il Giornale della Toscana", alla pagina 3 dell'edizione del 19 maggio 2010, ci offre senza alcuno sprezzo del ridicolo una crestomazia di pedestràggini per buoni a nulla travestite da "prese di posizione" in merito al non-problema in oggetto.
Perfino lo stato che occupa -non si sa bene a che titolo- la maggior parte del territorio della penisola italiana garantisce in àmbito costituzionale la libertà di culto. Ragion per cui la presenza o meno di una moschea non dovrebbe interessare e tanto meno preoccupare nessuno.
L'"occidentalismo" toscano, celebre da sempre per pochezza argomentativa, battaglie di retroguardia e meritatissime sconfitte, fa ovviamente eccezione, dovendo per intero la propria miserabile fortuna al perenne additare mostri assetati di sangue in agguato alla frontiera orientale.
La paginata che il gazzettino su nominato dedica al non-problema presenta asserzioni ed intenti da parte di tutti e tre gli scaldapoltrone su nominati.
Secondo Marco Cordone, sul quale abbiamo già avuto occasione di infierire, si tratta nientemeno che di "rispettare la terra di Oriana", a sentir lui oggetto di "minacce di morte" da ogni angolo del pianeta.
Non abbiamo dati certi in proposito perché della questione non potrebbe interessarci meno; tuttavia abbiamo dati certi su quanto successe a Riccardo Venturi all'indomani della pubblicazione sul web della sua "Lettera ad una rincoglionita non ancora morta", che dal newsgroup dove fu inizialmente postata fece in poco tempo il giro del web.
Ebbe a riferire R.V. tre anni dopo i fatti, in un sarcastico post orientato al buon senso ed alla obiettività che tanto infastidiscono gli "occidentalisti", che

"all'epoca, per la mia abitudine di postare indirizzi email perfettamente attivi, mi sono ritrovato almeno 250 mail di minacce in una decina di lingue, comprese quelle di un gruppo neonazista di Ørebro (Svezia) relative alla lettura di quel testo".

Il tutto, com'è ovvio, senza che né l'interessato né i suoi pretesi eredi spirituali (di cui non v'è peraltro bisogno alcuno, essendo a tutt'oggi Riccardo Venturi in condizioni di salute incommensurabilmente migliori rispetto a quelle di Oriana Fallaci...) pensassero anche solo per un momento di citare le minacce ricevute in modo politicamente -o addirittura economicamente- vantaggioso.
A nostro avviso sulla "terra di Oriana" sarebbe dunque meglio seminare sale direttamente, ma non siamo tanto arroganti da statuire questa necessità conferendole il crisma di Motuproprio pel Buon Governo. Ci accontenteremo quindi di accostare la pretesa di Marco Cordone a quella di chi vorrebbe vietare la vendita, per esempio, del quotidiano "La Repubblica" nelle edicole del Comune di Impruneta, adducendo a giustificativo il fatto che ad Impruneta visse Ferdinando Paolieri, colonna storica del concorrente "La Nazione"...
Secondo Marco Cordone, si dovrebbe "fermare il dilagare di un preoccupante relativismo culturale".
Asserzioni come questa, ovviamente, si dibattono tra sarcasmi e risate di sottofondo in qualunque ambiente non sia quello di una gazzetta di servizio. Gli "occidentalisti" sono soliti connotare negativamente qualunque cosa non serva al loro reddito: in questo caso "relativismo culturale" fa probabilmente riferimento ad una tanto ipotizzabile quanto trascurabilissima contrazione del giro di affari di mescite e norcinerie che potrebbe accompagnare la presenza di quanti si rechino a Greve per la preghiera e la predica del venerdi.
E' bene tenere presente che nello stato che occupa la penisola italiana esistono molti individui che devono la loro fortuna politica esclusivamente alle molte ed incontrastate menzogne che da dieci anni a questa parte vengono incessantemente diffuse sul conto di gente che non beve vino e non desidera mangiare maiale.
Claudio Morganti afferma che "non spetta alle istituzioni prendere delle decisioni così drastiche come è la costruzione di una moschea". L'asserzione è giustificata -se proprio vogliamo considerarla giustificata o giustificabile- alla luce del liberismo d'accatto che informa la weltanschauung "occidentalista", secondo la quale in una società ideale per gli "occidentalisti", ed infera per noi, i compiti istituzionali sono esclusivamente quelli repressivi. Lo stato che occupa la penisola italiana ha comunque una carta costituzionale piuttosto chiara in materia di libertà di culto, che rende le "preoccupazioni" di Morganti assolutamente oziose.
A sedicente giustificativo Morganti adduce il luogo comune sull'esistenza di moschee a Roma e l'inesistenza di chiese cristiane alla Mecca, al quale si potrebbe anche rispondere che nessuno ha mai chiesto che spuntassero minareti nello Stato della Città del Vaticano, e che la città di Roma non ha alcuno statuto, alcuna consuetudine, alcuna legge che controindichi la presenza di luoghi di culto diversi da quelli cattolici. In considerazione delle difficoltà oggettive ed eccezionalmente gravi che la Chiesa come istituzione sta attraversando, non è neppure da escludere che la presenza del piccolo stato indipendente all'interno della città di Roma non sia piuttosto invisa a crescenti fasce dell'opinione pubblica. Non sappiamo se "un piccolo crocifisso" sfoggiato alla Mecca sia o meno sufficiente per "rischiare la vita", come statuisce Claudio Morganti; visto che l'argomento gli interessa tanto vada a fare la prova di persona e ne riferisca con comodo. Noi abbiamo visto crocifissi ed immagini cristiane in bella mostra nei bazar della Repubblica Islamica dell'Iran, e tanto ci basta per diffidare di certe asserzioni e soprattutto di chi le ripete a getto continuo.
Claudio Morganti chiude con un lapidario "A loro [agli "islamici", si suppone, n.d.r] interessa soltanto sopprimere le altre religioni imponendo le loro leggi coraniche". I Protocolli dei Savi Anziani di Sion non si sarebbero espressi molto diversamente; l'affermazione in sé, comunque, è tanto ricorrente nel gazzettame "occidentalista" quanto oggetto di aperto dileggio da parte di chiunque abbia un minimo di cognizione di causa.

La pièce maggiormente interessante della pagina che "Il Giornale della Toscana" dedica all'argomento è comunque la breve intervista concessa da Riccardo Mazzoni, esperto pratese di armchair warming autore del libello "Grazie Oriana", nel cui curriculum non figurano lauree, tantomeno in discipline orientalistiche di alcun genere, ma che per qualche (non) strano motivo è tra le voci "occidentaliste" più ascoltate in materia di Islam.
Bene. Rare volte ci siamo imbattuti in una simile crestomazia di slogan neanche buoni per il pallonaio. Riccardo Mazzoni riesce a sciorinare in quattro righe un poderoso zibaldone di luoghi comuni, vecchie montature e castronaggini pure e semplici, che meritano di essere indicate e demolite una per una.
Il titolo dell'articoletto taccia di "buonismo" la cosiddetta "sinistra". Anche in questo caso dobbiamo ricordare che nel linguaggio degli "occidentalisti" è buonismo (o terrorismo, o insihurezza, o ddegrado a seconda delle situazioni) qualunque atteggiamento, qualunque visione del mondo o qualunque comportamento non procuri loro un reddito.
Sicuramente deludendo l'intervistatore, Mazzoni spezza una prima lancia a favore della "libertà di culto"; il resto dell'intervista gli darà modo di recuperare con gli interessi.
Mazzoni si pregia di spiegare che per "l'intelligence" le moschee "spesso" si trasformano in "madrasse dove si insegna l'odio per l'Occidente".
Ora, da una parte la cosiddetta "intelligence", anche e soprattutto in materia di Islam, si è comportata per anni come una repellente Fabbrica di Mastro Geppetto perfettamente all'altezza dei valori "occidentali", stritolando esistenze ed individui senza alcun ritegno e nell'impunità più assoluta; dall'altra, se per anni ed anni la miglior schiuma di sentina fancazzante nelle redazioni non avesse tenuto banco a reti unificate a nome del politicame "occidentalista" mostrando come e qualmente il tale od il talaltro paese meritasse democrazia e redenzione a mezzo di bombardamento intercontinentale con annessa invasione via terra, probabilmente esisterebbero molte meno persone in possesso di ottimi motivi per considerare l'"Occidente" come un aggressore colonialista degnissimo oggetto di disaffezione se non di odio vero e proprio.
Un altra caratteristica saliente degli strateghi da caffè che pullulano tra gli "occidentalisti" è dato da una specie di senso di onnipotenza che si confonde con l'impunità; i destinatari della "democrazia da esportazione", secondo loro, dovrebbero limitarsi a chinare la testa e a ringraziare.
Della vicenda di Mahamri Rashid, arrestato nel 2003 in quello che è l'unico caso riportato in Toscana a proposito di quanto "spesso" le moschee si trasformino in scuole di odio, il gazzettame internettaro riporta solo la notizia dell'arresto, e null'altro. Abbiamo dovuto faticare un po' per trovare un editoriale nientemeno che di Magdi Allam in persona (non dell'ufficio stampa dei pasdarànne, per intenderci) in cui si afferma testualmente:

"Forse l' imam della moschea fiorentina di Sorgane, l' algerino Mahamri Rashid, verrà rilasciato nei prossimi giorni dal Tribunale della libertà. Nell' operazione ribattezzata enfaticamente «Shahid», Martire, che ha portato al fermo di altri quattro tunisini sospettati di aspirare a diventare dei kamikaze in Iraq, non sono stati rinvenuti armi o esplosivi, né è stato appurato un concreto e specifico piano di azione terroristica. Sarebbe sufficiente un' interpretazione letterale della norma 270 bis del Codice penale (Associazione con finalità di terrorismo internazionale) per scagionarli."

La colpa sostanziale dei cinque arrestati in quell'occasione? Una disinvoltura nell'esprimere quello che pensavano in materia di politica internazionale che non è piaciuta a chi li stava ad ascoltare. In altre parole, stante la sparizione del nome di Mahamri dalle cronache successive, abbiamo ragione di credere che sia stato rimesso in libertà con tante scuse. Questo, tanto per dare un'idea di quale obiettività e di quale competenza la gazzetteria di via Cittadella reperisca abitualmente gli argomenti a favore delle proprie tesi.
Riccardo Mazzoni statuisce che una certa UCOII, una Unione delle Comunità Islamiche il cui scarno sito web ha ricevuto nella giornata del 19 maggio 2010 poche decine di visite, sarebbe "emanazione diretta dei Fratelli Musulmani che predica la distruzione di Israele e l'istituzione di un califfato in europa".
Se così è deve trattarsi di una predicazione oltremodo discreta dal momento che un rapido esame del sito suddetto non fa notare alcun proposito del genere.
"Le moschee", asserisce Mazzoni, "devono diventare case di vetro". Ora, in questi giorni l'"occidentalismo" peninsulare cui Mazzoni fa capo è più che mai impegnato in un generale addomesticamento dei mass media sgraditi. Condividere una tale passione per la privacy e volere di vetro solo gli ambienti altrui è, una volta di più, la traduzione operazionale che gli "occidentalisti" fanno del vocabolo e del concetto di coerenza.
Sulla Coreis di Pallavicini, che piace tanto a Mazzoni, si veda il ritratto piuttosto eloquente di Pallavicini stesso fatto da Miguel Martinez. Si notino soprattutto l'autorevolezza e la competenza del personaggio.
Secondo Carlo Mazzoni in viale Jenner a Milano "si predica e si impone la sharia". Prendiamo dunque atto di questo: in un viale milanese esiste da anni una zona extraterritoriale autonoma in cui non vige l'ordinamento giuridico dello stato che occupa la gran parte del resto della penisola italiana.
Uno scacco non da poco, per un "governo" che deve i suoi lebbrosi successi alla sistematica ossessione securitaria e che sta realizzando un controllo capillare dei sudditi. O meglio, dei mustad'afin, essendo i mustakbirin ampiamente tutelati in ogni loro licenza.
Il dubbio che Mazzoni abbia un'idea di shari'a tutta particolare è dunque più che fondato.
Riccardo Mazzoni tenta anche di smarcarsi dalla "grevigianità" della questione: Greve o Montemurlo per lui fa lo stesso. Assicura che, sì, Oriana Fallaci avrebbe fatto fuoco e fiamme, e di questo siamo certi anche noi perché la tribuna mediatica "occidentalista" permise a quella "scrittrice" di inscenare propositi dinamitardi che avrebbero procurato a chiunque altro un cospicuo carnet di seccature giudiziarie e di visite domiciliari ad ore antelucane da parte della gendarmeria.
L'Islam, di qualunque corrente, non tiene un registro dei credenti (o presunti tali) corrispettivo a quello dei battesimi cattolici; sulla base di quali dati Riccardo Mazzoni sancisca come certa la percentuale del 5% o 8% dei "fedeli" non è dato saperlo.
Il fatto che la moschea di Colle val d'Elsa sia stata costruita anche con non meglio precisati "soldi pubblici" dovrebbe inorgoglire; secondo quanto è dato sapere, lo stato che occupa la penisola italiana mantiene quasi tremilacinquecento armati in territorio afghano, ciftra destinata spudoratamente a salire, sperperando in questo modo un miliardo di euro l'anno, secondo quanto affermato dal ministro della guerra.
Risultato dell'altro ieri, altri due morti e due feriti, che con le sfilate in mimetica nuova e stirata di Ignazio Benito Maria La Russa vanno a rinforzare l'invidiabile "saldo attivo" della missione.
Quanti "soldi pubblici" sia costata la moschea di Colle non lo sappiamo, ma abbiamo ragione di credere che siano stati molti di meno e molto meglio spesi.
Il passaggio in cui Mazzoni accomuna Salman Rushdie a una certa Santanchè e alla stessa Oriana Fallaci sta tra il comico e l'incommentabile per chiunque abbia un minimo di rispetto di sé. C'è veramente da chiedersi di quale autorevolezza s'intenderebbe di dar prova costui, e ancor di più di quale attendibilità intenderebbe autofregiarsi la gazzetta che lo intervista tanto spesso.
Va da sé che nessuno dei tre soggetti citati è mai stato aggredito da nessuno.
Le aggressioni, forse Mazzoni non lo sa, sono cose serie e non ci risulta che né a Rushdie, né a Daniela Santanchè né ad Oriana Fallaci quarcheduno dell'islàmme abbia mai provocato effettivi e documentabili ricoveri ospedalieri da traumi multipli, corrente risultato di un'aggressione di quelle vere, non di quelle esistenti solo per i gazzettieri e il politicame in cravatta.
E se così non fosse, chi se ne frega, con particolare riguardo al secondo personaggio.
La citazione del "libero mercato delle religioni" messa da Mazzoni in bocca a Messori contiene un errore di fondo: più che di "libero mercato delle religioni", gli "occidentalisti" dovrebbero citare la propria "religione del libero mercato"! E questo concetto potrebbe portare alle radici vere dell'islamofobia "occidentalista", che risiedono nella perfetta consapevolezza del fatto che l'Islam è nato dall'ingiustizia sociale, e che propone esplicitamente la correzione degli eccessi in questo senso, soprattutto nella sua incarnazione sciita e rivoluzionaria.
In chiusura, Mazzoni non soltanto trova il modo di dare una ripassatina agli slogan contro lo hijab, ma fa sapere all'esterrefatto lettore che esisterebbero "porzioni del territorio" della Gran Bretagna cedute ai "fondamentalisti islamici" in nome del "multiculturalismo".
Strano che nessuno se ne sia accorto, neppure quelli degli atlanti geografici.

2 commenti:

  1. Quelli degli atlanti geografici devono da anni accorgersi di cose come il Nagorno-Karabakh, l'Ossezia del Sud, la Transnistria, l'Abkhazia ed il Somaliland, e hanno grossissimi problemi a gestire il concetto di "Sahra occidentale" e quello di "Guyana Francese".
    Non li userei come prova di alcunche'.

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  2. ...Non ti preoccupare, Falecius. Le probabilità che i soggetti di cui ho demolito le asserzioni sappiano cos'è un atlante geografico sono piuttosto remote.

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