08 aprile 2025

Donald Trump e l'arte della trattativa

 


Alastair Crooke sostiene da anni che il Presidente degli USA Donald Trump abbia introdotto ai massimi livelli della politica statunitense la stessa modalità relazionale orientata al risultato che lo ha portato a un indiscutibile successo nel settore immobiliare. Donald Trump, insieme a quel debordantemente ricco e quasi altrettanto capriccioso Elon Musk che al momento in cui scriviamo è uno dei suoi più ascoltati consulenti, gode da tempo della massima stima di alcuni dei più involuti "occidentalisti" del panorama gazzettiero.
Nel 1981 Stephen King e Peter Straub pubblicarono Il talismano, lungo romanzo di un genere definito dark fantasy, qualsiasi cosa voglia dire.
Tra i protagonisti figura proprio un imprenditore immobiliare di nome Morgan Sloat: l'estratto che segue ne descrive la condotta abituale.
...L'acquisto di quello stabile era stato particolarmente esaltante proprio per l'inclinazione di Sloat a fare tutto da sé.
Dopo aver negoziato con Sawyer l'acquisto del fabbricato con un mutuo a breve e successivamente (dopo uno scontro a fuoco in sede legale) con un mutuo a lungo termine, avevano fissato i loro canoni a un tanto al metro quadro, apportato le necessarie modifiche e offerto i locali a nuovi inquilini. L'unico inquilino che avevano ereditato era il ristorante cinese del pianterreno, che aveva conservato un canone d'affitto pari a un terzo circa di quello che valeva lo spazio che occupava. Sloat aveva tentato di avviare trattative ragionevoli con i cinesi, ma questi, appena ebbero capito che aveva intenzione di aumentare loro l'affitto, avevano improvvisamente perso la capacità di parlare e comprendere la lingua inglese. I tentativi di Sloat si erano faticosamente protratti per alcuni giorni, finché aveva notato un garzone di cucina uscire con un secchio di grasso dalla porta sul retro. Sentendosi già meglio, Sloat l'aveva seguito nell'angusto e buio cul-de-sac e lo aveva visto versare il grasso in un bidone per le immondizie. Non aveva avuto bisogno d'altro. Il giorno seguente, una recinzione di catenelle metalliche separava il cul-de-sac dal ristorante; un giorno dopo ancora un ispettore del Dipartimento di Sanità aveva consegnato ai cinesi un reclamo e una convocazione ufficiale. Ora il garzone doveva trasportare tutti i rifiuti, grasso incluso, prima attraverso la zona pranzo e poi fuori, per uno stretto passaggio delimitato da fil di ferro che Sloat aveva fatto costruire accanto al ristorante. Gli affari si erano messi ad andar male: ai clienti giungevano olezzi strani e sgradevoli dalla vicina spazzatura. I proprietari avevano riscoperto l'uso della lingua inglese e avevano offerto di raddoppiare il loro canone mensile. Sloat aveva risposto con un discorso che traboccava gratitudine e non diceva niente. E quella notte, dopo essersi caricato di tre abbondanti Martini, Sloat era uscito di casa sua e si era recato al ristorante munito di una mazza da baseball con la quale aveva fracassato la lunga vetrata che in precedenza aveva offerto una bella vista sulla via e che ormai dava su un corridoio di reticolato che finiva in un ammasso di bidoni per le immondizie.
Aveva fatto tutte queste cose... ma quando le aveva fatte non era proprio Sloat.
Il mattino seguente i cinesi lo avevano invitato per un nuovo incontro e questa volta gli avevano offerto di quadruplicare la somma. «Ora sì che parliamo da uomini», aveva esclamato Sloat, congratulandosi con i cinesi che lo guardavano con una faccia di pietra. «E vi dirò di più! Per dimostrarvi che siamo tutti amici e collaboratori, copriremo metà del costo della vetrata nuova.»
Nel giro di nove mesi dall'entrata in possesso dello stabile da parte della Sawyer & Sloat, tutti gli affitti erano sostanzialmente cresciuti e le iniziali proiezioni di costi e profitti già apparivano oltremodo pessimistiche. Ormai questo edificio rappresentava uno degli affari più modesti della Sawyer & Sloat, ma Morgan Sloat ne andava orgoglioso non meno che dei possenti nuovi fabbricati costruiti in centro. Gli bastava passare là dove aveva fatto erigere il recinto quando veniva a lavorare ogni mattina per ricordare a se stesso, quotidianamente, fino a che punto aveva contribuito al benessere della Sawyer & Sloat e quanto ragionevoli erano le sue richieste!


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