giovedì 26 giugno 2014

Eroi della "parità di genere": il Corriere Fiorentino, Jacopo Storni e la prostata femminile



Il Corriere Fiorentino nell'edizione del 26 giugno 2014. La screenshot è delle 9 del mattino.

Il Corriere Fiorentino è quello che l'insihurézza e che i'ddegràdo, quello che per anni ha fatto da assorbente igienico al collodio di Oriana Fallaci, quello che mentre la crisi economica si mangiava via un paio di generazioni indicava come principale problema cittadino i crocifissi nelle scuolettine pubbliche.
Come tutti i fogliettini "occidentalisti" interagisce con qualche conventicola che sta a metà tra la lobby e la claque e che tiene molto a presentarsi come competente e responsabile, laddove competenza e responsabilità si compendiano in linea di massima in un atteggiamento querulo e piagnucoloso propenso a ritenere eccessivamente lassista e permissivo anche il contesto dell'"occidente" contemporaneo, in cui la repressione -a servizio dei suffragi prima e ancora che del "sistema"- è da anni a livelli tali che è sufficiente alzare la voce al pallonaio per vedersela con la polizia politica.
Nelle intenzioni di questi gruppi, sarebbe meglio se le gazzette di riferimento fossero specchio, appunto, di competenza e responsabilità; non esiste mangiaspaghetti parassita e buono a nulla che non giuri sulla credibilità conferita da un abito elegante.
Bene. Illustrando la difficile esistenza di una certa Bakhtije Rustemi, Jacopo Storni spiega che si tratta di
"Una condizione destinata improvvisamente a precipitare quando alla donna viene diagnosticato un tumore alla prostata in stato avanzato".
Spariti dall'agenda setting i munsurmàni e i crocifissi, pare che tra le mode del momento ci siano i contratti matrimoniali tra individui dello stesso sesso; chissà che il Corriere Fiorentino non voglia accampare qualche merito nel campo della "parità di genere" dettando legge in materia di anatomia.
Se proprio va male, troveranno il modo di dare del terrorista ad Andrea Vesalio.

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