Sulla crisi in corso si è scritto tutto e il contrario di tutto.
Uno dei suoi effetti è rappresentato da un certo ridimensionamento delle compravendite immobiliari con la messa in sordina di certe bassezze da mezzani (quelli con la cravatta le chiamano marketing) connotate fino a qualche tempo fa da una sfrontatezza priva di veri limiti.
Insomma, quelli che si credevano di far muovere gli immobili e lo andavano anche a dire in giro non stanno passando un gran periodo.
AI tempi in cui c'era da saturare il settore, invece, i loro pubblicitari sono arrivati al punto di influire sul linguaggio comune.
La foto raffigura senza dubbio una "soluzione abitativa".
Pubblicità e mondo reale sono per una volta d'accordo, visto che in nessun modo potremmo definirla casa.
E siccome si tratta di una soluzione abitativa, non si capisce perché mai non si dovrebbe trattarla come tale; non è da escludere che qualcuno non ci provi sul serio appena il "mercato" riprenderà a "crescere", vista la diffusa mancanza di ritegno incoraggiata dalla società contemporanea.
E fin dove si possa arrivare col linguaggio pubblicitario, lo indica il titolo di questo scritto.
Ringraziamo Andrea Beggi per le sue costruttive considerazioni.
Uno dei suoi effetti è rappresentato da un certo ridimensionamento delle compravendite immobiliari con la messa in sordina di certe bassezze da mezzani (quelli con la cravatta le chiamano marketing) connotate fino a qualche tempo fa da una sfrontatezza priva di veri limiti.
Insomma, quelli che si credevano di far muovere gli immobili e lo andavano anche a dire in giro non stanno passando un gran periodo.
AI tempi in cui c'era da saturare il settore, invece, i loro pubblicitari sono arrivati al punto di influire sul linguaggio comune.
La foto raffigura senza dubbio una "soluzione abitativa".
Pubblicità e mondo reale sono per una volta d'accordo, visto che in nessun modo potremmo definirla casa.
E siccome si tratta di una soluzione abitativa, non si capisce perché mai non si dovrebbe trattarla come tale; non è da escludere che qualcuno non ci provi sul serio appena il "mercato" riprenderà a "crescere", vista la diffusa mancanza di ritegno incoraggiata dalla società contemporanea.
E fin dove si possa arrivare col linguaggio pubblicitario, lo indica il titolo di questo scritto.
Ringraziamo Andrea Beggi per le sue costruttive considerazioni.
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