sabato 6 aprile 2013

Invitiamo tutti ad assistere alla lectura Dantis di Enrico Fenzi, prevista a Firenze il 10 maggio 2013


Il Corriere della Sera è una gazzettina che i nostri lettori conoscono bene per le prove di competenza e di professionalità che ha fornito nel corso degli ultimi anni, dando carta bianca a personalità autorevoli e preparate come Oriana Fallaci o Magdi Apostata Condannato Allam.
Sempre a caccia di personalità autorevoli, preparate e soprattutto ben vestite -una caratteristica che in "Occidente" fa fede per le altre due, quando non le supplisce direttamente- l'edizione fiorentina del Corriere della Sera fa sapere ai sudditi che un certo Valerio Vagnoli non vuole che un certo Enrico Fenzi partecipi ad una lectura Dantis.
Valerio Vagnoli è preside di una scuola per ricchi tra le cui attività essenziali rientra roba che si chiama ballo delle debuttanti. Solo che adesso i presidi hanno cambiato nome, e Valerio Vagnoli si fa chiamare dirigente scolastico reggente: segno che quella dei presidi è una categoria che conta un certo numero di appassionati -oltre che del ben vestire- anche delle cariche altisonanti e degli onori ad essi connesse. I nostri lettori ricorderanno Massimo Primerano, il preside del Liceo Carcere Michelangiolo promotore di una specie di regolamento interno in cui il crimen laesae maiestatis nei confronti della sua persona costituiva la più grave delle infrazioni. In questo non c'è nulla di strano perché lo stato che occupa la penisola italiana si fa rappresentare da individui che inveiscono al pallonaio come mangiaspaghetti qualsiasi ogni volta che non passano il tempo a trattare come feccia i sudditi che si dimentichino di conferir loro i titoli cui pensano di aver diritto.
Con questo non si intende affatto sminuire la rappresentatività di quanti dispongano del più miserabile dei brandelli di potere perché obiettivamente i sudditi dello stato che occupa la penisola italiana non potrebbero trovarsi meglio rappresentati.
Valerio Vagnoli, dal pezzettino di potere che gli spetta come retribuito corresponsabile di una scuola nel sistema in cui non servi a nulla contribuisce anche ad un inane gruppo di Firenze che riunisce quanti non sono ancora soddisfatti del livello di carcerizzazione cui è giunto ogni àmbito della vita associata. Il gruppo di Firenze aiuta i gazzettieri più annoiati fornendo loro materiali utilizzabili per invocare quei giridivite tolleranzazzèro con cui il giornalame denuncia ai sudditi quel persistere di insihurezzeddegràdo tanto utile a mantenere un clima sociale da cui la marmaglia "occidentalista" possa trarre suffragi e soprattutto utili. Ovviamente il gruppo di Firenze non si presenta in modo tanto scoperto, e preferisce asserire di combattere "per una scuola del merito e della responsabilità". Questa sovversione del linguaggio costituisce una prassi abituale della politica "occidentalista" -recentemente definita da Franco Battiato come qualcosa "che non attiene agli esseri umani"- nella quale non esiste bellicista incompetente, obeso e cialtrone che non tenga moltissimo ad autopresentarsi come "moderato".
La politica "occidentalista" è espressione satanica della sovversione e costituisce il male di cui pretende di essere la cura. Nel caso della scuola ci sono i risultati di dieci anni di Inglese, Internet e Impresa, di stigmatizzazione di "professori sessantottini" che nessuno ha mai visto o conosciuto, di demonizzazioni venate di isterismo contro personaggi invisi e di intromissioni ciarliere e delatorie operate da propagandisti miserabili a far fede per chiunque voglia vederli.
Sta di fatto che da tanto documentate basi e da tanto costruttivo ambiente un Valerio Vagnoli statuisce che Enrico Fenzi non deve occuparsi dell'Alighieri. Naturalmente nessuno avrebbe avuto occasione di interessarsi al ristretto mondo degli studiosi dell'Alighieri, e men che meno alla persona di Enrico Fenzi, se la ciarliera intraprendenza del signor Vagnoli non ne avesse fornito occasione. Nell'asserzione di Valerio Vagnoli compare tra l'altro il nome dello stato che occupa la penisola italiana, cosa di cui ci scusiamo con i lettori, specie con quanti avessero appena finito di pranzare. 
«Provo fastidio a vedere personalità che hanno contribuito a dare all’Italia anni di inferno elevarsi al ruolo di educatori. E leggere uno dei poeti che sulla libertà non ha detto delle banalità»
Gli "anni di inferno" sono rimasti nella nostra memoria come un periodo di partecipazione attiva e consapevole alla vita sociale oggi inimmaginabile, e già questo sarebbe sufficiente per accogliere con una risata considerazioni come questa. Potremmo anche aggiungere che come gli "occidentalisti" considerano solitamente le carceri degli hotel a quattro stelle a meno che non si trovino a Tehran, allo stesso modo la guerriglia e i combattenti irregolari non provocano anni d'inferno a nessuno, purché si trovino a Damasco.
E i sindacati non sono certo la rovina del "paese", come vorrebbe la propaganda "occidentalista": basta che agiscano in Polonia.
Wikipedia presenta Enrico Fenzi come docente universitario di letteratura. La stessa gazzetta "occidentalista" in cui fanno l'interesse della committenza dando ascolto ai vagnoli pubblicò nel 1995 un articolo su di lui in cui è elencata una lunga serie di pubblicazioni accademiche. Questo spiega bene l'ostilità di Vagnoli, essendo l'odio per la competenza uno dei tratti fondanti della politica "occidentalista". Le immagini che ritraggono Enrico Fenzi lo raffigurano di solito in abiti sobri e lodevolmente dimessi, cosa che deve aver contribuito ancora di più ad irritare un organizzatore di serate eleganti e a procurargli il ritiro di quel minimo di rispettabilità che gli "occidentalisti" conferiscono alla peggior spazzatura umana disponibile purché abbia l'accortezza di indossare abiti costosi.

Non sappiamo in quanti abbiano assistito alla lectura Dantis di Valerio Vagnoli tenutasi il 25 gennaio al Liceo Carcere Michelangiolo; da parte nostra ci impegnamo innanzitutto a fare il possible per presenziare a quella di Enrico Fenzi, prevista per il prossimo dieci maggio, e a dare la massima pubblicità possibile all'avvenimento.
Enrico Fenzi è anche autore di un libro sulla sua esperienza di combattente, Armi e bagagli - Un diario dalle Brigate Rosse, pubblicato l'ultima volta da Costa e Nolan nel 2006. Come facemmo qualche tempo fa con il Dossier Foibe di Giacomo Scotti, che servì agli "occidentalisti" fiorentini per una delle loro campagne di denigrazione, consideriamo preciso dovere il procurarcene immediatamente una copia, di cui pubblicheremo accurata recensione.
Segnaliamo anche il post Lectura Dantis pubblicato su Ekbloggethi, in cui le prime righe di un comunicato delle Brigate Rosse sono state riscritte in terzine.

Tutto questo è il minimo che si possa fare, affinché l'"occidentalismo" fiorentino abbia come sempre dall'intraprendenza dei suoi attivisti il maggior danno ed il maggior ridicolo possibili.

4 commenti:

  1. A supporto di Fenzi posso citare (per averlo letto ed apprezzato) il libro "La canzone d'amore di Guido Cavalcanti e i suoi antichi commenti" in cui esamina questa poesia del Cavalcanti alla luce del rapporto (umano, artistico, filosofico) proprio con Dante Alighieri.
    La composizione del Cavalcanti è una delle più dense ed ardue della letteratura italiana; la relazione fra il poeta e Dante uno dei nodi più difficili da districare viste le altezze intellettuali dei due (Aristotele, Averroé, il tomismo, Sigieri di Brabante ...). Parecchi studiosi su tale questioncella hanno lasciato le penne (accademiche).
    Fenzi si occupa, e bene, di queste materie. Vagnoli non so, ma non credo.

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  2. Ci sarò (sperando che avvenga di pomeriggio). Perché Dante non è cosa né di partito, né di parte, né di cazzi&cazzetti vari. Poi pur di fare un dispetto al benpensante medio così ben incarnato da Vagnoli e sodali e condivisori di furor censorio, andrei a sentire Gilles De Rais che scurreggia in armatura all'assedio di Orleans, figurarsi un ex-brigatista che legga Dante!

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  3. Di cosa si occupa Vagnoli? Se Google dice il vero (non sempre succede, anzi) dovrebbe aver pubblicato nel 1985 un testo intitolato "Il ritorno all'ordine nella cultura del primo Novecento".
    Una passione di antica data, quella per l'"ordine", che il Nostro coltiva oggi nel "gruppo di Firenze".
    Il blog di questa conventicola pubblica al momento in cui scriviamo cose come questa (http://gruppodifirenze.blogspot.it/2013/03/legalitari-parole.html): non è dato sapere se "scaricare illegalmente musica da internet" o non pagare il biglietto dell'autobus sia equiparabile al terrorismo, ma a giudicare dai commenti acclusi si direbbe di sì.
    Si faceva anche cenno al fatto che quando non aiuta i gazzettieri a far giornata, il signor Vagnoli organizza cose come i "balli delle debuttanti".
    Una volta a cose del genere intervenivano i giovani allievi di qualche scuola militare.
    Si direbbe invece che Vagnoli si sia dovuto accontentare di una manciata di altrettanto giovani pallonieri vestiti di viola, cosa che conferisce all'iniziativa toni piacevolmente parodistici.

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    1. Pare abbia fatto gemere i torchi anche con "Nuova scuola elementare, storia, geografia, studi sociali : 2. ciclo", 1992, 143 pagine, coautore Giovanni Bezzati.
      Basta dare una scorsa ai link del blog citato per capire che aria tira da quelle parti. Autoritarismo alle vongole.

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