venerdì 10 febbraio 2012

Achille Totaro: uno storiografo capzioso contro Renzo Berti e il "Dossier foibe" di Giacomo Scotti


Al centro nella foto, uno grasso di Scandicci e un altro di Scandicci che però non è grasso.
Si apprezzino l'austerità ed il sobrio rigore, l'ambientazione claustrale,
il piglio dimesso e modesto di questi autentici difensori delle "radici cristiane" dell'"Occidente".


Achille Totaro è di Scandicci ed è grasso.
In alternativa si può dire che è grasso e di Scandicci.
Fine delle caratteristiche peculiari.
La politica "occidentalista" costituisce un contesto talmente sui generis che in essa il fatto di essere grassi e di Scandicci pare costituire titolo sufficiente non soltanto per accedere alla "camera alta" prevista dall'ordinamento in vigore nello stato che occupa la penisola italiana, ma anche per esprimersi con documentata competenza riguardo alle questioni più varie e complesse, non ultime quelle che riguardano le vicende meno indagate della storia contemporanea.
Al momento in cui scriviamo, internet permette di incrociare una serie interessante di informazioni.
La prima è che presso l'Università di Firenze esiste un corso di laurea in scienze storiche; il sito dell'Università dettaglia tutti gli insegnamenti previsti.
La seconda è che il curriculum di Achille Totaro, che costituisce a suo modo una piccola garanzia di stabilità visto che per quanto ne sappiamo non viene aggiornato da anni, si preoccupa di scagliarsi "contro i nomadi che non rispettano le leggi" (come se i "sedentari" ne costituissero l'ideale opposto) ma non certo di informare il potenziale elettorato attivo delle competenze accademiche detenute da questo ben nutrito scandiccese in alcun campo dello scibile, meno che mai in quello della storia contemporanea.
Altrettanto vivacemente latitano, nella stessa sede, le informazioni sull'attività lavorativa svolta da questo signore.
La terza è il ciarliero Libro dei Ceffi, un'invenzione meravigliosa che ha aiutato e continua ad aiutare tanta gente a dare pubblico spettacolo del proprio squallore conformista ed ebefrenico, e a cadere ora nel ridicolo ora nel tragico; il tutto -si noti- senza che sia necessario essere grassi.
E neppure di Scandicci.
Proprio dal Libro dei Ceffi proviene la foto in alto: dovrebbe essere stata scattata in un luogo dove si vendono alcolici e vi si riconosce al centro un individuo molto somigliante al non laureato in storia Achille Totaro. L'altro soggetto maschile ritratto dovrebbe anch'esso essere di Scandicci e non ci sorprenderemmo a scoprirlo dotato di competenze paragonabili, con l'importante differenza che però non è grasso.
Detto brevemente, nonostante il gazzettaio e le televisioncine "occidentaliste" si diano un gran da fare per testimoniarlo, essere grassi e di Scandicci non conferisce di per sé alcuno skill mediaticamente sfruttabile in materia di storia contemporanea: si tratta di due caratteristiche che non possono in alcun modo sostituire il rigore documentale, né essere utilizzate come testimonianza o come propensione ad esso.
Achille Totaro invece parrebbe convintissimo del contrario, nonostante abbia tra le altre cose pubblicamente ammesso di ignorare sia la lingua latina -di importanza irrinunciabile per chiunque si interessi di certi argomenti- sia il rito cattolico secondo il vetus ordo missae:
A metà della messa, nel silenzio della strada, passa una macchina, l' autoradio a volume alto: è Achille Totaro, consigliere regionale di Alleanza nazionale: «Io sono col Papa, però la messa in latino mi piace, non ci capisco niente, ma mi fa sentire di appartenere a una tradizione millenaria». (La Repubblica, 2 settembre 2001).
Proprio perché convintissimo del contrario, l'abbondante Achille Totaro fa nel 2012 quello che l'altrettanto competente Francesco Torselli aveva fatto nel 2010: aiuta i gazzettieri de "Il Giornale della Toscana" a far giornata con una delle loro campagne propagandistiche.


Il pretesto resta sempre uguale, come uguali restano gli argomenti di una compagine come quella "occidentalista" per i cui rappresentanti è difficile uscire dagli ambienti disposti a tollerarli senza rischiare contestazioni perentorie e non sempre improntate a civiltà e compostezza: si cerca qualcuno che sghignazzi davanti alla vulgata "occidentalista" e lo si addita ai linciatori da gazzettina perché se lo lavorino per una settimana o due.
La vulgata "occidentalista" in materia di storia contemporanea la esponemmo e confutammo brevemente qualche anno fa. Gli "occidentalisti" considerano i mariti delle foibe come una sorta di masso erratico della storia europea
da trattare sempre secondo la stessa prassi: si estrae un episodio storico dal suo contesto, gli si attribuiscono cause metafisicamente malvagie e si ascrivono al Male assoluto anche i responsabili, che si avrà cura di identificare perentoriamente nelle schiere "nemiche" secondo una visione dualistica utilissima per la palloneria ma deleteria in tutti gli altri campi dello scibile. In assenza di un contraddittorio l'operazione porta frutti elettorali di tutto rispetto, e se proprio i contraddittori arrivano si può sempre delegittimarli dando loro dei "terroristi", vocabolo che negli ultimi dieci anni ha identificato, nella comunicazione politica istituzionale, chiunque non si adeguasse in modo supino ed immediato alla weltanschauung di chi comanda. Con "giustificazionismo", in Alleanza Nazionale [e nel PDL di oggi, N.d.A.], si indica quello che in ambienti meno ingozzati di spaghetti prende il nome di "obiettività", se non di "competenza".
Questo lodevole modo di intendere l'indagine storiografica è nel caso specifico rivolto contro un certo Renzo Berti, un amministratore locale di una città come Pistoia in cui la politica "occidentalista" ha visto all'opera negli ultimi anni un gruppetto di molesti perdigiorno ed un assassino seriale troppo malvestito per poter trovare giustificazione; la propositività "occidentalista" al suo vertice.
Questo Renzo Berti avrebbe distribuito in giro qualche copia di un libretto intitolato Dossier foibe, pubblicato nel 2005 da Manni Editori e scritto da un certo Giacomo Scotti. La pagina omonima su Wikipedia accredita tra l'altro a Giacomo Scotti una serie di oltre venti pubblicazioni, la conoscenza della lingua croata ed una frequentazione pluridecennale delle regioni geografiche interessate all'argomento.
Particolare non secondario, le foto pubblicate su internet mostrano anche che non è grasso.
E' quasi certo che il libro contenga considerazioni che vanno in senso opposto alla propaganda "occidentalista" e che tanto sia bastato per attirare sul suo autore l'ira -più ridicola che funesta- di questo ben nutrito frequentatore di ristoranti. Controbattere alle pubblicazioni di uno studioso tutt'altro che giovanissimo partendo dalla propria ignoranza del latino, dalla propria predilezione per le foto in compagnia di donne sulle quali si possono tirare conclusioni molto sbrigative e dal fatto che si è grassi e di Scandicci è tuttavia parsa un'impresa disperata anche ad Achille Totaro, che ha preferito annunciare qualcosa che si chiama "interrogazione parlamentare". Il che significa che la "camera alta" in cui Achille Totaro occupa uno scranno per le competenze e per i meriti che abbiamo anche qui riassunto, dovrà prima far finta di ascoltare, e poi protocollare e spedire in archivio l'ennesima invettiva contro chi tratta la propaganda "occidentalista" con un millesimo del disprezzo che essa merita.
Dal momento che Dossier foibe ha tanto infastidito l'"occidentalame" di Firenze e dintorni (e per giunta a sette anni dalla sua pubblicazione), ne abbiamo immediatamente ordinata una copia presso http://www.mannieditori.it e provvederemo quanto prima a fornirne ai nostri lettori, che invitiamo peraltro a procedere allo stesso acquisto, un'esauriente recensione.

2 commenti:

  1. Esattamente, Giacomo Scotti, che e' uno storico di tutto rispetto ha pubblicato un esauriente libello sulla storia delle foibe facendo esattamente l'opposto della propaganda fascista occidentalista: analizzando le cause, mostrando che la pratica di infoibare i "giustiziati" era stata comune da parte dei fascisti contro i resistenti sloveni, croati e anche italiani, ridimensionando le cifre esagerate dalla propaganda.

    Non taceva certo che, come alla fine di ogni guerra, ci siano stati episodi di giustizia sommaria e di vendetta personale anche da parte dei partigiani jugoslavi (cosa peraltro accaduta con vittime italiane anche al confine francese, ma chissa' perche' nessuno ne parla) ma smontando definitivamente la menzogna della cosiddetta "pulizia etnica".

    Consiglio anche, sull'argomento http://www.cnj.it/foibeatrieste/

    Non ho avuto ancora il tempo di leggerlo ma a una prima occhiata sembra uno studio valido

    RispondiElimina
  2. Quando ci si addentra in questioni storiografiche avendo come uniche credenziali il fatto di essere grassi e quello di essere di Scandicci, i risultati possono non corrispondere alle aspettative.
    Nel caso particolare, l'unico risultato concreto dell'iniziativa di Achille Totaro è il fatto che Giacomo Scotti ha venduto almeno due copie in più del suo volume; un numero destinato sperabilmente ad aumentare.

    RispondiElimina