giovedì 29 dicembre 2011

Del vestirsi bene, di Boutique Pound e di un suo testimonial pistoiese


"Turbodinamismo è esaltare il gesto gratuito, violento e sconsiderato, con deferenza e riguardo al vestirsi bene".

Dal Manifesto del Turbodinamismo, campagna pubblicitaria autunno-inverno 2009-2010 di Boutique Pound.
Il 13 dicembre 2011 Gianluca Casseri, che al viral marketing di Boutique Pound partecipava con molto impegno, si è esibito a Firenze in una intera serie di gesti gratuiti, violenti e sconsiderati.
A seguito di questa intera serie di gesti gratuiti, violenti e sconsiderati non è seguita alcuna esaltazione turbodinamista.
Anzi: lo stesso funerale di Casseri è avvenuto alla presenza del celebrante, dei familiari più stretti e di un discreto numero di gendarmi. Più fonti hanno avanzato l'ipotesi che la clientela di Boutique Pound Pistoia, per non parlare dei franchisers, si sia fatta rappresentare proprio dalla gendarmeria, con la quale sembra abbia rapporti di una certa consistenza.
Non sappiamo se Gianluca Casseri fosse un amante del ben vestire: le fotografie che lo ritraggono sembrerebbero testimoniare il contrario.
Il target di Boutique Pound è costituito essenzialmente da mediocri maneschi e buoni a nulla che non rifuggono da nessuno dei comportamenti tipici dell'"occidentalista" contemporaneo, con deferenza e riguardo alla prevaricazione, alla cattiveria stupida ed abituale, alla prepotenza ed alla furbizia spicciola da gabolista di vicolo, quella che serve a vivere sopra il rigo con piccoli imbrogli ed espedienti miserabili.
Il resto lo hanno fatto la condiscendenza mediatica ed l'aria che si respira oggi nella penisola italiana, in cui non esiste comportamento scimmiesco e demenziale che non trovi stuoli di scribacchini pronti al sostegno ed alla giustificazione, purché si tratti, beninteso, di comportamenti di consumo. Tutti gli altri i gazzettieri li intitolano degradensihurézza.
In considerazione di "valori" di questo genere, Boutique Pound smercia prodotti utili a rafforzare la traballante identità di gente che va distolta dalla prospettiva di un'esistenza da falliti: è probabile che le magliette insignificanti e i pantaloni di vellutino a coste che Casseri sfoggia nelle immagini che lo ritraggono abbiano fatto di lui un cattivo testimonial, inducendo Boutique Pound a disconoscerlo e a scaricarlo secondo la stessa prassi che porta a disconoscere e a scaricare una modella sedicenne colpevole di essere ingrassata mezzo chilo.
In questa sede si perseguono interessi e si coltivano valori diametralmente opposti a quelli di questa marmaglia; non si tratta peraltro di un'impresa meritoria, dal momento che non richiede alcun impegno ed alcuna fatica. Per questo non si ha alcuna deferenza ed alcun riguardo per chi veste bene, adottando in molti casi atteggiamenti di tipo perfettamente opposto e plaudendo scopertamente a chi si produce in cose come questa.
Credo sia stato uno dei migliori exploit della mia vita, questo. Accadde molti anni fa con un ragazzetto che affermava di "giudicare le persone dalle scarpe che portano" (citazione letterale) e che, ovviamente, indossava solo roba firmata. Un pomeriggio, mentre faceva una delle solite tiritere, e aveva addosso una bella camicina, un destino crudele (per lui) mi aveva messo in mano un bel pennarellone Carioca nero con il quale stavo scrivendo un tabellone. Il gesto mi venne spontaneo: gli feci una bella firma con tanto di paraffo sulla camicia. Dicendogli: "O, hai visto che camicia firmata tu ci hai, ora?..."

Riccardo Venturi, febbraio 2007.

1 commento:

  1. Ti devo aggiungere qualche cosa abbastanza singolare, diciamo.
    Il ragazzetto in questione, non appena entrato in quel posto dove poi avvenne l'episodio che hai riportato, aveva 18 anni, girava con la keffiah e si dichiarava "di estrema sinistra". Poi s'iscrisse alla facoltà di giurisprudenza e avvenne la sua "trasformazione". Va da sé che, dopo un po', lo si vide in giro coi fascistelli di ordinanza. Insieme sembra anche che si fossero dati all' "organizzazione di feste private" in ville e villette (tra parentesi, nel "famoso" 1993 ho provato la gioja, assieme ad altri che forse conosci, di interromperne proditoriamente una, di codeste "feste private" in una villuccia fiesolana, disturbandola pesantemente, tracannando quasi tutto e provocando qualche lieve danno a detrimento del milieu bourgeois giovincellare che vi stazionava). Tornando al nostro, debbo dire che l'avere in mano quel pennarello Carioca nero è in quel preciso momento è la dimostrazione che Satana esiste e che agisce sempre per il meglio. Il tizio in questione, dopo la laurea, è divenuto avvocato; mi ricorda vagamente qualcun altro, anzi qualcun'altra, che in giovane età inneggiava alle Brigate Rosse e che sui 27 anni diceva di volere "uno con le palle" e che poteva confrontarsi anche con "stare con uno di destra". Oggi stesso, 30 dicembre, ricorre il 19° anniversario da quando è uscita dalla mia vita. Questo giorno è stato a lungo segnato sul calendario, giustappunto, con il pennarello nero; oggi lo considero un giorno di santa letizia e di gioja suprema. A volte mi chiedo cosa io abbia fatto di bene per meritare un destino così fausto, e mi pento amaramente di non aver salutato fin da subito quel giorno come sarebbe stato davvero necessario: suonando le campane. Che cosa mi sono evitato! Il nostro, quello delle scarpine e della firma, ha poi sposato una graziosa fanciulla che ha provveduto subito a non farlo passare più dalla porta e che lo ha lasciato a frignare sui suoi codici- Né lui e né l'altra di cui ti parlavo sembrano aver lasciato traccia alcuna di sé in questo mondo. Né il mondo sembra aver lasciato alcuna traccia di sé su di loro. Saluti e bonanno anche a te.

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