domenica 7 agosto 2011

Casaggì Firenze: consigli per un'alimentazione sana, economica e identitaria.


Casaggì Firenze, sedicente (e probabilmente inesistente, verrebbe da concludere) "centro sociale di destra" ha alcuni indubbi meriti.
Il primo è quello di riunire la gioventù "occidentalista" consentendo sostanzialmente di contarla.
Il secondo, quello di riuscire a combinare autentici e divertentissimi disastri, complicati da una satanica taumaturgia all'incontrario capacissima di partire dalle odontalgie per arrivare ai più funesti esiti.
Il terzo è quello di aver considerevolmente arricchito mesticherie e pennellifici. Anni ed anni trascorsi coprendo centinaia di cantonate con la propaganda non hanno spostato un mezzo voto, hanno permesso alla gioventù "occidentalista" di attestare le competenze di cui sopra, ma più di tutto hanno fatto un gran bene all'economia.
Se dobbiamo credere alle gazzette, una terza categoria di attori economici trarrà grossi utili dall'attività di Casaggì.
Si tratta dell'amministrazione locale e della locale gendarmeria.
Secondo i dati riportati dalla gazzetta in link, la gendarmeria locale avrebbe censito 450 (quattrocentocinquanta) sedi di affissione, che un sanzionatore particolarmente incline ad infierire potrebbe multare con 389 (trecentoottantanove) euro ciascuno, per un totale di 175050 (centosettantacinquemila e cinquanta). Una cifra che impiegata in modi diversi da questo avrebbe risolto da anni ai giovani "occidentalisti" il problema di una sede.
Un simile drenaggio casse farebbe barcollare la più robusta delle organizzazioni politiche ed è probabile che avrà ripercussioni di non poco conto sullo stesso tenore di vita della gioventù "occidentalista", che verrebbe a trovarsi nella necessità di imitare financo nell'alimentazione quotidiana proprio i soggetti la cui celebrazione ha fornito energia di attivazione alla puntigliosità sanzionatoria degli amministratori.
I combattenti della Repubblica Sociale concordano il più delle volte nel ricordare, del loro servizio militare, l'incompletezza degli equipaggiamenti e le imbandigioni tutt'altro che cospicue. Carlo Mazzantini cita nel suo A cercar la bella morte un rancio costituito in tutto e per tutto da "una gavetta di tubi con la conserva" lasciando chiaramente intendere che non era cosa da tutti i giorni. L'AmeriKKKa degli stessi anni era la mostruosa macchina bellica nota a tutti, contro cui la Repubblica poteva soltanto starnazzare a mezzo propaganda, proprio come la Casaggì di oggi nei confronti di quei "poteri forti" che dice di combattere. Oltre agli armamenti, essa AmeriKKKa produceva e consumava ingordamente come e più di adesso alimenti conservati, lipidici e calorici, rimasti anch'essi nei ricordi e nell'immaginario.
Si riporta qui la traduzione della vecchia pubblicità amriki su riprodotta, perché i suoi vocaboli insistono proprio sui luoghi comuni più giustamente, logicamente ed assennatamente umilianti del nazionalismo "occidentalista"; questa e non altra è l'immagine che altrove si aveva -e si ha- dello stato che occupa la penisola italiana e dei suoi miti fondanti.
Un modo per ribadire ancora una volta che a parer nostro i giovani "occidentalisti" agirebbero in maggiore conformità ai "valori" che intendono difendere se si occupassero di maccheroni anziché di storia contemporanea.
Preparazioni in tutto e per tutto simili a quella pubblicizzata sono ancora reperibili in commercio. Il loro prezzo relativamente accessibile ci permette di consigliarne l'adozione, quale alternativa almeno settimanale ad un menu in cui predomineranno pane raffermo, acqua di rubinetto e pasta d'acciughe, anche ad una gioventù "occidentalista" chiamata repentinamente ad un impegno economico di tutta rilevanza.
Il web abbonda di immagini assai più granguignolesche in materia di spaghetti with meatballs dal packaging e dalla conservazione analoghi, accompagnati da un'iconografia e da un copywriting di genere ancor più mandolinesco sui quali non intendiamo tuttavia indugiare. Esistono limiti che è bene non superare neppure quando si infierisce.
Echi di Roma: ravioli al vero gusto italiano.
A Roma prendono dei quadretti di maccheroni della grandezza di un boccone, li riempiono di carne di manzo da farli belli gonfi e poi li immergono in una speciale salsa di pomodoro e di vere spezie italiane. Noi seguiamo la stessa ricetta.
Sì, io preparo i ravioli alla vecchia maniera italiana. Ed il risultato è delizioso, e nutriente, anche! Perché la carne, con tutte quelle proteine, fa durare ancora più a lungo l'energia pronta dei maccheroni. E per le proteine del latte che ci sono nei ravioli al formaggio è lo stesso.
Sono veri ravioli italiani, e costano soltano quindici centesimi a porzione. E quando ti fanno i complimenti per come cucini all'italiana, sarà il nostro segreto che l'hai fatto nel modo conveniente che il tuo Chef Boy-Ar-Dee ti ha proposto.

Cena all'italiana, con eleganza, con i ravioli di Chef Boy-ar-Dee al centro di un piatto con gambi di broccoli e croccante pane italiano. Prova i ravioli di Chef Boy-Ar-Dee anche come gustoso contorno.
Quindici centesimi a porzione per una pietanza tenerissima, a prova di mal di denti, dal preciso orgoglio identitario, che si presta anche a fare bella figura in una cena elegante.
E poi sono praticissimi, si possono gustare anche nel sottoscala, utilizzando come tavolino un secchio da colla rovesciato...

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