giovedì 4 agosto 2011

Casaggì Firenze, Achille Totaro e le castagne sul fuoco


Achille Totaro è grasso.
Ah, è anche di Scandicci.
Il suo sito web personale, non aggiornato da un bel numero di anni, riporta poche o punte informazioni aggiuntive. Questo fa pensare che nello stato che occupa la penisola italiana tanto basti per concorrere con buone possibilità di successo ad un seggio della camera alta, il che testimonia una volta di più le condizioni in cui versa da decenni la cosiddetta "politica di rappresentanza" e fornisce una dimostrazione fattuale degli assunti di René Guénon, generoso nei confronti del "democratismo" più o meno quanto Vlad Ţepeş lo era nei confronti dei prigionieri di guerra.
Un paragone con realtà più normali è ancora più impietoso: la costituzione della Repubblica Islamica dell'Iran specifica caratteristiche precise per l'accesso all'elettorato passivo, tali che l'essere grassi (o di Bandar Anzali, per dire) non costituisce in essa condizione né necessaria né tantomeno sufficiente.
L'idea che se ne ricava è che il democratismo su schematicamente descritto sia stato decisivo per evitare al Nostro lunghe ed infruttuose peregrinazioni alla ricerca di un modo di impiegare le proprie giornate sufficientemente redditizio da evitargli repentini dimagrimenti.
Quanto basta perché Achille Totaro si senta in dovere di spezzare una lancia in suo favore.
Apparentemente.
La sostanza e gli intenti, come sempre si deve dare per scontato nella politica "occidentalista", sono con ogni probabilità di tutt'altro genere.
E fanno venire in mente delle castagne da togliere dal fuoco.
Casaggì Firenze è l'unica organizzazione che conferisca visibilità e presenza territoriale a Firenze al maggior partito "occidentalista" della penisola italiana: fin quando si limita ad imbrattare muri e a sporcare il web, ad organizzare qualche mangiata di maccheroni e qualche chiacchierata tra amici, nulla da ridire.
Certe alzate d'ingegno, invece, non vanno bene.
O meglio, non vanno più bene.
Soprattutto se seguono a ruota qualche altro esempio di creatività politica che non è piaciuto nemmeno alla gendarmeria.
Il numero di individui che non delegano più le proprie competenze discriminatorie alla razzumaglia mediatica è, in questo 2011, in crescita; Casaggì Firenze non può certo permettersi proprio adesso di ribadire quale sia il vero volto dell'"occidentalismo" peninsulare, nascondere il quale fa spendere costantemente autentici capitali in propaganda.
In altre parole c'è da rimediare al guaio, sperando almeno di arrivare in tempo e approfittandone magari per sorvolare sulle curiosità di quanti si chiedessero da mesi come fosse andata a finire una certa questione.
In secondo luogo, la mezza risma di verbali con cui l'amministrazione comunale vorrebbe premiare l'intraprendenza degli attacchini "occidentalisti" rischia di atterrare sulla prima scrivania solvibile, ed il giro dei portafogli candidabili non è certo molto vasto.
In terzo luogo, le gazzette di agosto (che non hanno gran che di cui cianciare) hanno, con poche concise righe, gettato uno spiraglio sulla prosaica passacaglia del "chi paga".
...Senza più la disciolta An a pagare l'affitto, Casaggì, che ha nel 25 enne Marco Scatarzi il nuovo leader e nel consigliere regionale Pdl Nicola Nascosti un riferimento politico, cerca una nuova sede.
Che ora pare aver trovato in viale dei Mille. Chi pagherà l'affitto? Pare che i soldi possano arrivare dalla «Fondazione della libertà per il bene comune», una creatura del ministro Matteoli.
I quali ministri e le quali creature hanno smentito con premura.
Insomma, pare proprio che a tutt'oggi questo "centro sociale" non esista, puramente e semplicemente.
Sarebbe interessante sapere a cosa si riferiscono allora gli alacri lavori di rifacimento e di restauro tanto vantati dai giovani "occidentalisti", che a loro detta avrebbero passato molto tempo ed impiegato molte risorse per dotare la "nuova sede" di svariate comodità ed attrezzature: l'ipotesi che possiamo fare è che l'uso, la consuetudine e la convivenza quotidiana con la menzogna abbiano portato gli "occidentalisti" a credere che sia sufficiente comunicare qualche cosa alle gazzette o al Libro dei Ceffi perché essa acquisisca concretezza.
Pare di capire che il PDL non abbia poi troppa voglia di tollerare oltre questi simpatici Pulcinella dalla pennellessa disinvolta. L'ambiente è d'altronde notissimo per i ritmi vertiginosi del turnover che caratterizzano una base già ridotta ai minimi termini per proprio conto, ed è verosimile ritenere che tra coloro cui spettano le decisioni in materia si inizi a pensare che costi e benefici comincino a sbilanciare (in crescita i primi, a rotta di collo i secondi) e che sia ora di rispedire i "non conformi" nella spaghetteria dalla quale sono usciti.

Post Scriptum. Tanto tuonò che piovve.
La sera del 4 agosto una gazzetta in rete riferisce quanto segue.
Gli operai di Quadrifoglio sono già a lavoro per strappare i manifesti e ripulire muri. E per ogni gruppo di affissioni abusive firmate Casaggì (450 quelle censite in città dai vigili urbani), scatterà una multa da 389 euro. [...] Tanto che alla fine il conto totale potrebbe toccare quota 10mila euro.
I conti non tornano. 389 (trecentoottantanove) moltiplicato per 450 (quattrocentocinquanta) non "tocca quota diecimila euro".
La supera di un tantino, perché fa 175050 (centosettantacinquemila e cinquanta).
Il prezzo di una abitazione.
O di una sede, tanto per restare in argomento.

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