mercoledì 10 aprile 2024

Alastair Crooke - Nel caos brutale della guerra le leggi, le convenzioni e le norme di condotta scompaiono

 


Traduzione da Strategic Culture, 8 aprile 2024.

Siamo sull'orlo di quella che potrebbe essere definita una guerra caotica. Non è la formula usata spesso in passato dallo stato sionista per intimidire gli avversari; stavolta è diverso.
Il reporter sionista Eddie Cohen ha dichiarato, all'indomani dell'attacco contro ial consolato iraniano: "Noi vogliamo la guerra, con l'Iran e con Hezbollah, e lo diciamo a chiare lettere. Non avete ancora capito?". "Lo stato sionista vuole trascinare l'Iran in una guerra su larga scala per poter colpire gli impianti nucleari iraniani", anche se questi impianti sono fuori dalla portata degli USA e dello stato sionista, sepolti sotto le montagne.
Cohen, e naturalmente i vertici militari dello stato sionista, lo sanno; nonostante questo lo stato sionista si sta chiudendo in una logica che può portare solo alla sconfitta. Le strutture nucleari iraniane sono al sicuro contro gli attacchi dello stato sionista. La distruzione delle infrastrutture civili iraniane, che invece sono obiettivi scoperti, può provocare molte vittime ma di per sé non farà crollare lo stato iraniano. Trita Parsi colloca in un contesto diverso l'obiettivo perseguito dallo stato sionista con l'attacco al consolato iraniano di Damasco:
Un aspetto importante, nella condotta seguita dallo stato sionista con la connivenza di Biden, è che esso si è impegnato in uno sforzo deliberato e sistematico volto a calpestare leggi e norme esistenti in materia di guerra.
Anche in tempo di guerra le ambasciate sono intoccabili? Lo stato sionista ha appena bombardato una sede diplomatica iraniana a Damasco.
Bombardare gli ospedali è un crimine di guerra? Lo stato sionista ha bombardato tutti gli ospedali di Gaza. Ha persino assassinato medici e pazienti all'interno degli ospedali.
La Corte Internazionale di Giustizia ha obbligato stato sionista a consentire la consegna di aiuti umanitari a Gaza? Lo stato sionista impedisce attivamente l'arrivo degli aiuti.
La morte per fame dei civili come metodo di guerra è vietata dal diritto internazionale umanitario? Lo stato sionista ha deliberatamente creato una carestia a Gaza.
I bombardamenti indiscriminati sono illegali secondo il diritto umanitario internazionale? Lo stesso Biden ammette che lo stato sionista sta bombardando Gaza in modo indiscriminato.
L'elenco continua. Tuttavia, ad essere molto significativa è la violazione da parte dello stato sionista dell'immunità che la Convenzione di Vienna accorda alle sedi diplomatiche, oltre al livello delle personalità uccise. È un segnale importante: lo stato sionista vuole la guerra... ma con il sostegno degli Stati Uniti, ovviamente.
L'obiettivo dello stato sionista, in primo luogo, è quello di fare scempio di norme, convenzioni e leggi di guerra; quello di creare un'anarchia geopolitica in cui tutto è permesso e che, con la Casa Bianca che assiste frustrata ma connivente a ogni scempio deliberato contro qualsiasi norma di condotta, permetta a Netanyahu di afferrare gli USA per le briglie e portare il cavallo della Casa Bianca all'acqua, ovvero alla sua "Grande Vittoria" regionale escatologica; una guerra necessariamente brutale al di là delle linee rosse esistenti e priva di qualsiasi limite.
Dal punto di vista simbolico è altrettanto significativo del bombardamento di Damasco il fatto che Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna -dopo un breve omaggio formale alla Convenzione di Vienna- si siano rifiutati di condannare la distruzione del consolato iraniano, mettendo così in dubbio l'immunità che la Convenzione di Vienna stabilisce per le sedi diplomatiche.
Implicitamente, il rifiuto di condannare questa iniziativa verrà ampiamente interpretato come una tacita approvazione del primo timido passo compiuto dallo stato sionista verso la guerra con Hezbullah e con l'Iran. Questo caotico nichilismo dello stato sionista, con il suo sapore biblico, tuttavia non ha alcun rapporto in termini puramente razionali con l'aspirazione di Netanyahu a una "Grande Vittoria". La realtà è che lo stato sionista ha perso la deterrenza. Essa non verrà ripristinata; lo impedisce la rabbia profonda che lo stato sionista ha suscitato nel mondo islamico con i massacri a Gaza degli ultimi sei mesi.
Tuttavia esiste una seconda ragione per cui lo stato sionista è intenzionato a violare deliberatamente il diritto e le norme umanitarie: Il giornalista sionista Yuval Abraham ha riferito in modo molto approfondito sulla rivista +972 come lo stato sionista abbia sviluppato un sistema di intelligenza artificiale chiamato Lavender per generare liste di individui da uccidere a Gaza. Non esiste quasi nessuna verifica per mano umana; solo una specie di approvazione che richiede una ventina di secondi, per assicurarsi che l'obiettivo indicato sia di sesso maschile, dato che non risulta che l'esercito della Resistenza schieri delle donne.
Il ricorso a queste liste di individui da eliminare è palesemente al di fuori di ogni legge, come riportato da varie fonti utilizzate da Abraham: la cosa può andare esente da critiche solo facendola diventare qualcosa di normale, come una iniziativa fra tante nella generale illegalità e rifacendosi di fatto a un eccezionalismo sovrano:
L'esercito sionista attacca sistematicamente gli individui presi come bersagli mentre si trovano nelle loro case -di solito di notte, quando c'è tutta la famiglia- piuttosto che nel corso delle attività militari... Sono stati utilizzati ulteriori sistemi automatizzati, tra cui uno chiamato "Dov'è papà?", pensati proprio per seguire gli individui da colpire una volta che sono entrati in casa... Tuttavia è successo che un'abitazione venisse colpita, di solito in piena notte, e che l'individuo preso di mira non ci fosse proprio.
Il risultato è che migliaia di palestinesi - la maggior parte dei quali donne, bambini o comunque persone non coinvolte nei combattimenti - sono stati spazzati via dagli attacchi aerei sionisti, soprattutto durante le prime settimane di guerra, a causa delle decisioni di un sistema di intelligenza artificiale".
"Non ci interessava uccidere gli operativi [di Hamas] quando si trovavano in un edificio militare... o erano impegnati in un'attività militare", ha detto A., un funzionario dei servizi, a +972 e Local Call. "Anzi, l'esercito sionista li ha bombardati senza esitare a casa loro, come prima opzione. È molto più facile bombardare la casa di una famiglia. Il sistema è stato ideato per cercarli in quei contesti".
"Inoltre... quando si trattava di colpire quelli che Lavender indicava come militanti di bassa truppa, l'esercito preferiva usare solo missili non guidati, comunemente noti come bombe stupide (in contrasto con le bombe di precisione, quelle "intelligenti") che possono distruggere interi edifici con i loro occupanti dentro e causare un numero significativo di vittime. Non si vogliono sprecare ordigni costosi per gente poco importante: per il paese è molto costoso e poi c'è carenza [di queste bombe]".
L'esercito ha anche stabilito, durante le prime settimane di guerra, che per ogni combattente di basso grado di Hamas indicato da Lavender era lecito uccidere fino a quindici o venti civili... nel caso in cui l'obiettivo fosse un ufficiale superiore di Hamas con il grado di comandante di battaglione o di brigata, in diversi casi l'esercito ha autorizzato l'uccisione di più di cento civili per eliminare un singolo comandante".
"Lavender -che è stato sviluppato per designare bersagli umani nella guerra in corso- ha contrassegnato come eliminabili circa trentasettemila palestinesi come sospetti militanti di Hamas; per lo più si tratta di bassi gradi (il portavoce delle forze armate sioniste ha negato l'esistenza di questa lista di individui da eliminare, in una dichiarazione a +972 e Local Call)".
Non c'è quindi motivo per stupirsi se lo stato sionista cerca di mimetizzare simili dettagli entro una serie di generalizzate e ordinarie violazioni del diritto umanitario: "Volevano permetterci di attaccare [i soldati semplici] in automatico. Questo è il Santo Graal. Una volta che si passa in modalità automatica, la designazione dei bersagli diventa incontrollabile".
Non è difficile ipotizzare cosa potrebbe stabilire la Corte Internazionale di Giustizia...
Qualcuno è convinto che a Lavender, questo zoppicante sistema di intelligenza artificiale, non verrebbe chiesto di sfornare liste di individui da eliminare se lo stato sionista decidesse di entrare in Libano? Un'altra ragione per collaudare prima a Gaza le procedure, detto per inciso.
Il punto essenziale del resconto di +972 Magazine (che cita molte fonti) è che le forze armate dello stato sionista non si sono concentrate sull'eliminazione delle Brigate Qassam di Hamas, come invece hanno sostenuto. "Mi ha molto sopreso il fatto che ci abbiano chiesto di bombardare una casa per uccidere un singolo soldato sul terreno; un bersaglio davvero di poca importanza nel contesto del combattimento", ha detto una delle fonti in merito al ricorso all'intelligenza artificiale per designare presunti militanti di bassa forza.
"Obiettivi di questo livello io li ho soprannominati 'obiettivi spazzatura'. Tuttavia, li consideravo eticamente pià ammissibili degli obiettivi che bombardavamo solo per 'deterrenza', i condomini evacuati e rasi al suolo solo così, tanto per distruggere qualcosa".
Questo resoconto chiarisce quanto siano infondate le affermazioni dello stato sionista sulla distruzione di diciannove dei ventiquattro battaglioni di Hamas: una fonte che critica Lavender a causa della sua imprecisione ne sottolinea un difetto ovvio: "Discrimina in modo vago". Come distinguere un combattente di Hamas da un qualsiasi altro civile di Gaza?
"Al suo apice, il sistema è riuscito a desginare trentasettemila individui come bersagli umani potenziali", ha detto B. "Ma i numeri cambiavano di continuo, perché dipende da come si stabiliscono i criteri per definire qualcuno come militante di Hamas. Ci sono stati momenti in cui i criteri per definire i militanti sono stati più ampi; il sistema ha iniziato a indicare di tutto, dal personale della protezione civile agli agenti di polizia; gente per cui sarebbe stato un peccato sprecare bombe".
Proprio durante la prima settimana di aprile, il ministro e componente del governo di guerra Ron Dermer è stato incaricato di recarsi a Washington per sostenere che il successo delle forze armate sioniste nel debellare diciannove battaglioni di Hamas giustificava un'incursione a Rafah, per distruggere i quattro o cinque battaglioni che lo stato sionista sostiene vi siano ancora presenti.
Ciò che è chiaro è che l'intelligenza artificiale ha rappresentato uno strumento fondamentale per lo stato sionista nella sua "vittoria" a Gaza. Lo stato sionista si accinge a vendere specchietti per le allodole profumati alla lavanda.
Al contrario i palestinesi, consapevoli di essere inferiori di numero, hanno una visione molto diversa: sono passati a un nuovo modo di pensare che dà al semplice atto di resistere un significato civile; un percorso che porta a una vittoria metafisica -e molto probabilmente anche a una sorta di vittoria militare- per il popolo palestinese; se non nel corso della loro vita, almeno in futuro. La natura asimmetrica del conflitto che lo stato sionista non è mai riuscito a comprendere sta proprio in questo.
Lo stato sionista vuole essere temuto, credendo che questo possa ripristinare il suo potenziale di deterrenza. Amira Hass scrive che, a prescindere dalla repulsione per questo governo e per i suoi componenti, "la grande maggioranza [dei cittadini dello stato sionista] crede ancora che la guerra sia la soluzione". E Mairav Zonszein, scrivendo su Foreign Policy, osserva che "il problema non è solo Netanyahu, è la società dello stato sionista".
Puntare il dito contro Netanyahu è facile, e distoglie l'attenzione dal fatto che la guerra a Gaza non è la guerra di Netanyahu, è la guerra dello stato sionista. E il problema non è solo Netanyahu, è l'elettorato dello stato sionista... Un'ampia maggioranza -l'88% dei cittadini ebrei dello stato sionista intervistati a gennaio- ritiene che lo stupefacente numero di morti palestinesi, che in quel momento erano più di venticinquemila, sia giustificato. Un'ampia maggioranza dell'opinione pubblica ebraica pensa anche che le forze armate dello stato sionista a Gaza stiano ricorrendo alla forza in modo adeguato, se non addirittura troppo scarso... Dare tutta la colpa al Primo Ministro non coglie l'essenza della questione. Non tiene conto del fatto che i cittadini dello stato sionista hanno da tempo precorso, permesso o comunque accettato il sistema di occupazione militare e di disumanizzazione dei palestinesi messo in atto da parte del loro Paese.
Né lo stato sionista né gli Stati Uniti hanno tuttavia una strategia globale per affrontare la guerra in corso. L'approccio dello stato sionista è tutto tattico: sostiene di aver ridotto Hamas ai minimi termini, di aver trasformato Gaza in un inferno umanitario e di aver preparato la scena per il "piano decisivo" che Bezalel Smotrich avrebbe ideato per i palestinesi. Ancora Amira Hass:
"Accettare uno status inferiore, emigrare ed essere cacciati sotto l'apparenza dell'adesione volontaria, o affrontare la sconfitta e la morte in guerra". Questo è il piano che si sta attuando a Gaza e in Cisgiordania, con la maggioranza dei cittadini dello stato sionista che si comporta da complice attivo ed entusiasta o che acconsente passivamente alla sua realizzazione.
Anche la visione statunitense è tattica... e molto lontana dalla realtà: prospettare la trasformazione di Gaza in uno staterello collaborazionista "sul tipo di Vichy"; immaginare che la pressione politica dei francesi in Libano costringerà Hezbollah a ritirarsi dalle terre in cui è radicato da sempre nel sud del Libano; immaginare che la Casa Bianca di Biden sia in grado di ottenere attraverso la pressione politica quello che lo stato sionista non può ottenere col ricorso alle armi.
A essere paradossale è il fatto che lo stato sionista e gli Stati Uniti hanno una loro immagine della situazione, ma sono convinti che si tratti della realtà. Anche questo va a vantaggio dell'Iran e del Fronte di Resistenza. Come dice il vecchio adagio, "non disturbare mai il tuo nemico mentre sta facendo un errore".

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