mercoledì 11 maggio 2022

Il conflitto fra Russia e Ucraina impone di schierarsi in difesa della libertà e della civiltà occidentale


I motivi per cui è ovvio schernire la chiamata alle armi per ucraini di complemento e ridere in faccia ai gazzettieri che fanno gli ufficiali arruolatori sono moltissimi.
Tra questi, la realtà quotidiana della "libertà occidentale".
Questi frequentatori di ristoranti che non hanno mai sentito l'odore di una ferita agli intestini vorrebbero addirittura che venisse difesa armi alla mano.
Da qualcun altro, ovvio.

Nei paesi democratici si è assai poco liberi di agire, anzi non lo si è affatto. I lacci delle regole stringono ogni singola azione, specialmente in città, le autorità hanno deciso dove puoi camminare, quanto tempo sostare, quanto a lungo guardare un quadro e da quale distanza, se ti è permesso il bagno in mare, quanto paghi per spostarti, i grammi di droga da comprare, dove disperdere le ceneri di tuo padre e dove le tue. È regolamentato da tabelle ogni respiro della vita urbana, i cartelli vietano, le linee tratteggiate separano, e intanto le telecamere registrano tutto quanto, tra multe, scadenze, bolli, giorni alterni, orari, varchi.
Non sei libero di fare nulla senza uno speciale permesso, un visto, un bollino, una scheda, una password, un ticket, un collare, un coupon, una tessera, una banda magnetica; che devi continuamente rinnovare perché scade, sta scadendo, eccolo là, è già scaduto, e devi ricominciare daccapo. Sei sempre fuorilegge malgrado tu la insegua tutti i giorni per obbedirle. Le buste non aperte con gli avvisi di infrazioni e intimazioni e promemoria creano pile nell’ingresso di casa. Nei giorni dispari circolano le macchine con la targa pari, ma possono parcheggiare solo sul lato destro della strada, se sono catalizzate, dalle 13 alle 18. Sei sorvegliato ovunque. Regolamenti si sovrappongono a regolamenti, come manifesti incollati uno sopra l’altro, e mentre stai lì senza far nulla, su una panchina di un giardino, in realtà stai obbedendo almeno a una decina di codici racchiusi l’uno nell’altro come scatole cinesi.
Unica eccezione: i barboni, e i criminali. Finché non finiscono in prigione i criminali sono gli unici uomini liberi della nostra società. O quantomeno che tentano spericolatamente, avendo spesso la peggio, di imporre ed esercitare la loro libertà ai danni di quella degli altri, come se fossero unica legge a se stessi, il che non è mai vero fino in fondo, poiché non può definirsi legge ciò che è valido per un solo individuo. La legge per chiamarsi tale deve opprimere un sacco di gente, ma di fatto opprime solo quelli che la rispettano, i quali perciò finiscono per essere oppressi due volte, schiacciati tra due poteri: da una parte lo Stato alle cui leggi, spesso strampalate, obbediscono, dall’altra i criminali piccoli e grandi che gli impongono la loro. Per non parlare delle organizzazioni che sono ormai come la Spectre: banche, compagnie telefoniche e assicurative, arroccate nei loro palazzi di vetro e difese da numeri telefonici a cui non risponde mai nessuno, strutturate con tratti di segretezza impenetrabilità e impersonalità presi a prestito dalla macchina dello Stato e da quella delle organizzazioni mafiose. Il cittadino paga sempre almeno due volte il suo tributo. È una doppia o tripla tassazione fissa.

 

Edoardo Albinati, La scuola cattolica, 2016. 



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