Bashar al Assad è stato al centro, a partire dal 2011, di una incessante e articolata campagna denigratoria che ha toccato fin dall'inizio punte di rimarchevole bassezza e di ancor più rimarchevole cialtroneria.
Il fatto che nello stato che occupa la penisola italiana si sia ampiamente tergiversato sul concedere parola a un leader politico colpevole di non essersi fatto da parte quando altrove la sua sorte era data per segnata (per non dire che doveva accondiscendere a farsi ammazzare come un cane) la dice ancora più lunga, caso mai ce ne fosse bisogno, sul democratismo del mainstream occidentale.
Ed è motivo ampiamente sufficiente a diffondere il filmato e ad invitare le persone serie a fare altrettanto, a prescindere da qualsiasi considerazione sul suo contenuto.
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