lunedì 14 gennaio 2013

Beppe Grillo, un odio a cinque stelle


All'inizio del 2013 è chiaro a chiunque voglia prenderne atto che il "Movimento Cinque Stelle" fondato da un comico genovese si sta muovendo in modo da prendere il posto delle stesse organizzazioni e degli stessi individui che diceva di voler combattere.
Nel perenne abbaiare di ciarle che costituisce la costellazione di blog, Libri dei Ceffi e Cinguettatori vari, viene fuori che sarebbe in atto una "rivolta" nel partito Cinque Stelle (lo possiamo definire partito, o continueremo con la balla del "movimento" ancora a lungo?) contro Beppe Grillo per la sua apertura verso Casa Pound. Apertura negata dall'interessato, che svicola come sempre addossando la colpa ai mass media, tanto ostili alla sua creazione politica. Ora tutti possono guardare il video della chiaccherata tra Grillo e l'esponente del movimento neofascista, in cui il primo dice al secondo: "Sto parlando con te che sei un esponente di estrema destra, ma sembri un delegato del Movimento Cinque Stelle", e decidere se si tratta di accuse fondate o meno.
Di fatto, Grillo si comporta da molti anni come un demagogo pericoloso, che non ha nulla da invidiare ai peggiori ben vestiti di quella casta che fa finta di attaccare quotidianamente. Quando ha dovuto trattare di immigrazione e di razzismo, Grillo si è lasciato abitualmente andare a strepiti ai limiti del premestruale: "Una volta i confini della Patria erano sacri, i politici li hanno sconsacrati".  Il tono abituale delle risposte fa pensare a un po' di seguaci del "Non sono razzista ma" (in corsa verso l'ultima e più accettata mutazione, quella del "Sono razzista, però...") che ribattono "BASTA! Sono di sinistra... ero di sinistra! Ora basta! Fuori il marcio dai nostri confini... dalle nostre carceri... dalle nostre strade".
Daniele Sensi, ottimo osservatore dell'ambiente leghista che segue Radio Padania con puntualità masochista, paragona il blog di Beppe Grillo al Forum di Radio Padania, "ma con più colori e con l'e-commerce". Sarebbe ora che i cinguettanti ed autoschedati estimatori di Beppe Grillo iniziassero a rendersi conto di che strada stanno percorrendo.
L'articolo in cui Sensi descrive il blog di Grillo è del 2011 e nel 2011 si era nel bel mezzo della cosiddetta "Primavera araba", con i tunisini che si riversavano democraticamente sulle coste della penisola italiana. UN suddito dello stato che la occupa contribuì alla sezione d'onore del blog di Grillo con una affermazione che è un paradigma di democratismo: "Io non sono affatto per il "politically correct" e secondo me questa gente va educatamente, ma con decisione rispedita a casa. Possibilmente con i nostri ministri e tutti i leghisti a seguito". Al che Sensi giustamente ribatteva: "appare poco comprensibile il senso di quel "possibilmente con tutti i leghisti a seguito": visto il contesto, suona un po' come se nella Germania d'antan qualcuno avesse tuonato: "Fuori gli ebrei! Ma anche Goebbels!".
Ciononostante sul Fatto quotidiano si arrampicano lo stesso sugli specchi per cercare di limitare i danni e difendere il loro padrone. "Scrivere che Grillo è “fascista”, o che “apre a Casa Pound”, è l’ennesimo atto in malafede dell’informazione italiana. Chiunque ha visto mezzo spettacolo di Grillo sa bene come non solo non sia mai stato fascista, ma abbia spesso combattuto battaglie riconducibili alla sinistra. Molto più di quanto non abbia fatto la sinistra". Infatti nel 2012 il Leader maximo del partito Cinque stelle si è espresso su una battaglia cara (rigorosamente a parole) alla sinistra decretando che "La cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono è senza senso. O meglio, un senso lo ha. Distrarre gli italiani dai problemi reali per trasformarli in tifosi".  
Il populismo c'a' pummarola, come tutti gli orientamenti politici paragonabili, offre ad ogni tipo di problema una soluzione ovvia, semplice, immediata... e di solito impraticabile. Sicché Grillo può tranquillamente suggerire, nel corso di uno spettacolo, come i carabinieri dovrebbero trattare i "marocchini rompicoglioni":"se vuoi dare una “passatina” a un marocchino che rompe i coglioni, lo prendi, lo carichi in macchina e, senza che ti veda nessuno, lo porti un po’ in caserma e gli dai magari due schiaffetti. Ma non in mezzo alla strada, dove con un telefonino ti riprendono e fanno succedere un casino".
A forza di femmine con poca roba addosso, asticelle e altra paccottiglia, a tanto si è ridotta l'offerta politica del democratismo. D'altronde, come uno scrittore ha giustamente annotato, "Osservare le stelle è come guardare indietro nel tempo, dato che alcune sono così distanti che la loro luce impiega milioni di ore, com’erano quando sul nostro pianeta esistevano i dinosauri".

Nessun commento:

Posta un commento