Achille Totaro è grasso.
Ah, è anche di Scandicci.
Fuori dalla compiacenza autoreferenziale del circuito politicante e mediatico, non abbiamo mai incontrato nessuno che gli ascrivesse altre caratteristiche, positive o negative che fossero.
In virtù delle alte doti e competenze su riassunte, Achille scalda sia una scranna nella camera alta dello stato che occupa la penisola italiana sia, contemporaneamente, un seggio come consigliere comunale nel borgo fiorentino di origine. I lettori che vivono in realtà meno sovvertite non se ne stupiscano: le istituzioni dello stato che occupa la penisola italiana hanno il potere taumaturgico di conferire il dono dell'ubiquità a coloro che muovono anche solo i primi passi nel cursus honorum che parte dalle municipalità più remote e finisce con l'affidare a gente come questa la responsabilità politica di una guerra di aggressione.
Il 14 ottobre 2010, Achille Totaro ha mandato a dire alle gazzette di aver ricevuto nientemeno che una mail minatoria.
"Povero fascista verà anche la tua ora con una P38 non ci sarai più. Vattene non ti vogliamo vai a lavorare in fabbrica". Il tutto a firma "Piombo Rosso".
Essendo grasso, essendo di Scandicci e soprattutto potendo permettersi di dare alla faccenda l'importanza che essa merita nel virtuoso agone del dialogo politico "occidentale", Achille ha statuito trattarsi di una "minaccia anonima" e come tale l'ha riferita alle gazzette.
Chiunque abbia un minimo di cognizione di causa sa benissimo che il cosiddetto "anonimato" in internet è una condizione pressoché utopica: le rimostranze di Achille fanno più che altro pensare che i massimi esponenti dell'elettorato passivo, nello stato che occupa la penisola italiana, siano tanto malmessi anche dal punto di vista informatico da non essere in grado di destreggiarsi nemmeno tra gli header di una e-mail.
Il registro linguistico utilizzato da "Piombo Rosso" pare fatto apposta per stimolare gli starnazzi del gazzettame "occidentalista", il che incoraggerebbe supposizioni anche più pesanti circa l'origine del messaggio, stante anche l'assoluta mancanza di concretizzazione di tante minacce espresse in questo modo usate da anni ed anni ad esclusivo beneficio del gazzettame e della visibilità mediatica del soggetto interessato. Una cosa interessante è, se mai, l'esortazione ad "andare a lavorare in fabbrica". Achille Totaro ha, su Facebook, un'autoschedatura addirittura doppia. La seconda si è resa necessaria quando il suo primo account ha superato i cinquemila "amici": il che è un indice di quanto pressante, estenuante ed impegnativa sia la vita di un politico del suo livello e soprattutto della sua retribuzione. Sempre per il rapporto tutt'altro che lineare che le reti informatiche hanno con la realtà concreta, non possiamo escludere che ad occuparsi concretamente dell'account a lui omonimo non sia qualcun altro, anche più di una persona: comunque, ecco quali sono le preoccupazioni quotidiane e concrete di coloro che concorrono al sedicente "governo del fare".
Un altro dato interessante è costituito dal dominio omonimo, achilletotaro.it.
A questo dominio fa capo un sito che riporta nel dettaglio dichiarazioni e comunicati stampa, oltre ad un curriculum di Achille Totaro nel quale spicca la totale assenza di ogni riferimento ad un'attività lavorativa, così come mancano riferimenti a titoli accademici che Totaro non ha conseguito, permanenza universitaria plurilustre nonostante.
Cosa ancora più interessante, riporta anche una statistica liberamente consultabile, di cui si riporta qui la screenshot.
L'immagine è stata presa alle 12.30 del 15 ottobre.
Denunciare minacce anonime è fruttato ad Achille Totaro una cinquantina di visite in totale, in un'utenza potenziale che oscillerebbe tra i venti e i ventitré milioni di soggetti. Questo significa che se il Libro dei Ceffi riesce a mobilitare nel migliore dei casi lo 0,0025% dell'utenza peninsulare, il sito che rendiconta nei dettagli il modo in cui Achille Totaro trascorre le giornate è arrivato ad interessarne lo 0,000025%.
Se invece dell'utenza stimata per internet andiamo a considerare il numero degli iscritti alle liste elettorali nello stato che occupa la penisola italiana, che nel 2009 erano 50342153, le percentuali diventano ancora più ingenerose.
Ora, uno dei foglietti ufficiali dell'"occidentalismo" fiorentino dedica alla vicenda una mezza paginata in cui alle dichiarazioni di Totaro fa seguito la solita serie di attestazioni autoreferenziali di solidarietà: su quello che succede in questi casi infierì a suo tempo Miguel Martinez. Nell'articolo spicca per la sua assenza un dettaglio che avrebbe invece dovuto essere presentato per primo: chi riceve comunicazioni dal contenuto minaccioso, di solito, avverte prima i gendarmi anziché i gazzettieri.
Allo stesso modo, chi teme seriamente per la propria incolumità di solito non sovraespone mediaticamente ogni sua faccenda: l'esatto contrario del comportamento normalmente tenuto da costui.
E' ampiamente probabile, per tutti i motivi che siamo andati esponendo, che "Piombo Rosso", chiunque sia -o, più probabilmente, non sia- non costituisca in alcun modo una minaccia per Achille Totaro.
Non stranamente l'episodio è uno tra i tanti consimili che vanno verificandosi da quando il maggior partito "occidentalista" d'Europa, stante l'assoluta inutilità di un'azione politica basata in modo pressoché esclusivo sul creare allarmi sociali a comando per poi accanirsi sui capri espiatori di turno e sull'ottenimento dell'impunità assoluta per i suoi vertici, è quasi imploso dando la stura ad una lotta a coltello tra medi calibri, mezze cartucce, lacché e valletti di vario ordine e stipendio che l'ha scosso e frammentato dal vertice alla miserabile base. Ed arriva dopo che i già scarsi tentativi di recuperare credibilità a mezzo di visibilità mediatica in una città che dell'esecutivo in carica non vuole proprio saperne, sono andati disastrosamente.
Sul primo ci esprimemmo a suo tempo; la riuscita di una cosa del genere può essere oggetto di speranza solo per chi possieda una nulla conoscenza del territorio e del contesto sociale in cui vorrebbe svolgere un ruolo di primo piano.
Ci occupammo anche del secondo, che secondo stime ottimistiche riuscì a coinvolgere circa sessanta persone.
Un quinto degli iscritti fiorentini al "partito" cui Totaro appartiene, valutati in circa trecento dalle stesse fonti di "partito".
Lo 0,0002% dell'elettorato fiorentino.
Ah, è anche di Scandicci.
Fuori dalla compiacenza autoreferenziale del circuito politicante e mediatico, non abbiamo mai incontrato nessuno che gli ascrivesse altre caratteristiche, positive o negative che fossero.
In virtù delle alte doti e competenze su riassunte, Achille scalda sia una scranna nella camera alta dello stato che occupa la penisola italiana sia, contemporaneamente, un seggio come consigliere comunale nel borgo fiorentino di origine. I lettori che vivono in realtà meno sovvertite non se ne stupiscano: le istituzioni dello stato che occupa la penisola italiana hanno il potere taumaturgico di conferire il dono dell'ubiquità a coloro che muovono anche solo i primi passi nel cursus honorum che parte dalle municipalità più remote e finisce con l'affidare a gente come questa la responsabilità politica di una guerra di aggressione.
Il 14 ottobre 2010, Achille Totaro ha mandato a dire alle gazzette di aver ricevuto nientemeno che una mail minatoria.
"Povero fascista verà anche la tua ora con una P38 non ci sarai più. Vattene non ti vogliamo vai a lavorare in fabbrica". Il tutto a firma "Piombo Rosso".
Essendo grasso, essendo di Scandicci e soprattutto potendo permettersi di dare alla faccenda l'importanza che essa merita nel virtuoso agone del dialogo politico "occidentale", Achille ha statuito trattarsi di una "minaccia anonima" e come tale l'ha riferita alle gazzette.
Chiunque abbia un minimo di cognizione di causa sa benissimo che il cosiddetto "anonimato" in internet è una condizione pressoché utopica: le rimostranze di Achille fanno più che altro pensare che i massimi esponenti dell'elettorato passivo, nello stato che occupa la penisola italiana, siano tanto malmessi anche dal punto di vista informatico da non essere in grado di destreggiarsi nemmeno tra gli header di una e-mail.
Il registro linguistico utilizzato da "Piombo Rosso" pare fatto apposta per stimolare gli starnazzi del gazzettame "occidentalista", il che incoraggerebbe supposizioni anche più pesanti circa l'origine del messaggio, stante anche l'assoluta mancanza di concretizzazione di tante minacce espresse in questo modo usate da anni ed anni ad esclusivo beneficio del gazzettame e della visibilità mediatica del soggetto interessato. Una cosa interessante è, se mai, l'esortazione ad "andare a lavorare in fabbrica". Achille Totaro ha, su Facebook, un'autoschedatura addirittura doppia. La seconda si è resa necessaria quando il suo primo account ha superato i cinquemila "amici": il che è un indice di quanto pressante, estenuante ed impegnativa sia la vita di un politico del suo livello e soprattutto della sua retribuzione. Sempre per il rapporto tutt'altro che lineare che le reti informatiche hanno con la realtà concreta, non possiamo escludere che ad occuparsi concretamente dell'account a lui omonimo non sia qualcun altro, anche più di una persona: comunque, ecco quali sono le preoccupazioni quotidiane e concrete di coloro che concorrono al sedicente "governo del fare".
Un altro dato interessante è costituito dal dominio omonimo, achilletotaro.it.
A questo dominio fa capo un sito che riporta nel dettaglio dichiarazioni e comunicati stampa, oltre ad un curriculum di Achille Totaro nel quale spicca la totale assenza di ogni riferimento ad un'attività lavorativa, così come mancano riferimenti a titoli accademici che Totaro non ha conseguito, permanenza universitaria plurilustre nonostante.
Cosa ancora più interessante, riporta anche una statistica liberamente consultabile, di cui si riporta qui la screenshot.
L'immagine è stata presa alle 12.30 del 15 ottobre.
Denunciare minacce anonime è fruttato ad Achille Totaro una cinquantina di visite in totale, in un'utenza potenziale che oscillerebbe tra i venti e i ventitré milioni di soggetti. Questo significa che se il Libro dei Ceffi riesce a mobilitare nel migliore dei casi lo 0,0025% dell'utenza peninsulare, il sito che rendiconta nei dettagli il modo in cui Achille Totaro trascorre le giornate è arrivato ad interessarne lo 0,000025%.
Se invece dell'utenza stimata per internet andiamo a considerare il numero degli iscritti alle liste elettorali nello stato che occupa la penisola italiana, che nel 2009 erano 50342153, le percentuali diventano ancora più ingenerose.
Ora, uno dei foglietti ufficiali dell'"occidentalismo" fiorentino dedica alla vicenda una mezza paginata in cui alle dichiarazioni di Totaro fa seguito la solita serie di attestazioni autoreferenziali di solidarietà: su quello che succede in questi casi infierì a suo tempo Miguel Martinez. Nell'articolo spicca per la sua assenza un dettaglio che avrebbe invece dovuto essere presentato per primo: chi riceve comunicazioni dal contenuto minaccioso, di solito, avverte prima i gendarmi anziché i gazzettieri.
Allo stesso modo, chi teme seriamente per la propria incolumità di solito non sovraespone mediaticamente ogni sua faccenda: l'esatto contrario del comportamento normalmente tenuto da costui.
E' ampiamente probabile, per tutti i motivi che siamo andati esponendo, che "Piombo Rosso", chiunque sia -o, più probabilmente, non sia- non costituisca in alcun modo una minaccia per Achille Totaro.
Non stranamente l'episodio è uno tra i tanti consimili che vanno verificandosi da quando il maggior partito "occidentalista" d'Europa, stante l'assoluta inutilità di un'azione politica basata in modo pressoché esclusivo sul creare allarmi sociali a comando per poi accanirsi sui capri espiatori di turno e sull'ottenimento dell'impunità assoluta per i suoi vertici, è quasi imploso dando la stura ad una lotta a coltello tra medi calibri, mezze cartucce, lacché e valletti di vario ordine e stipendio che l'ha scosso e frammentato dal vertice alla miserabile base. Ed arriva dopo che i già scarsi tentativi di recuperare credibilità a mezzo di visibilità mediatica in una città che dell'esecutivo in carica non vuole proprio saperne, sono andati disastrosamente.
Sul primo ci esprimemmo a suo tempo; la riuscita di una cosa del genere può essere oggetto di speranza solo per chi possieda una nulla conoscenza del territorio e del contesto sociale in cui vorrebbe svolgere un ruolo di primo piano.
Ci occupammo anche del secondo, che secondo stime ottimistiche riuscì a coinvolgere circa sessanta persone.
Un quinto degli iscritti fiorentini al "partito" cui Totaro appartiene, valutati in circa trecento dalle stesse fonti di "partito".
Lo 0,0002% dell'elettorato fiorentino.
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