venerdì 6 marzo 2009

Durban 2: se l'antisemitismo non c'è, si può comunque inventarlo!


L'ONU ha organizzato per aprile 2009 a Ginevra quattro giornate di studio intitolate Durban Review Conference. La conferenza ha il dichiarato scopo di "valutare i progressi fatti nei confronti degli obiettivi fissati nella conferenza mondiale contro il razzismo, le discriminazioni razziali, la xenofobia ed i fenomeni di intolleranza correlati tenutasi a Durban, in Sud Africa, nel 2001".
La conferenza ginevrina ha un sito proprio in cui vengono presentati i pregressi, le risoluzioni, i processi preparatori, gli assunti, i contributi presentati dalle organizzazioni non governative ed altri documenti inerenti la questione. Tra i documenti presentati se ne trova uno che deplora chiaramente gli intenti e gli assunti antisionisti palesati nel 2001 da alcune organizzazioni non governative, che dettero tra l'altro vita ad una conferenza parallela a quella ufficiale.
Invece cosa scrive la stampa "occidentale"?
Scrive cose come questa:

ONU: BOZZA DURBAN 2 ACCUSA ISRAELE DI CRIMINI CONTRO UMANITA' E APARTHEID
Stato ebraico, USA e Canada hanno già deciso boicottaggio conferenza su razzismo

ultimo aggiornamento: 03 marzo, ore 13:19
Gerusalemme, 3 mar. (Adnkronos) - La bozza del testo finale della conferenza Onu sul razzismo, che si terra' il mese prossimo a Ginevra, contiene accuse durissime contro Israele. La politica israeliana nei territori palestinesi, si legge nel testo anticipato oggi sul sito di Haaretz, costituisce "una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanita' e una forma contemporanea di apartheid".
(ADN Kronos)

Si noti: a sentire la ADN Kronos, Haaretz riesce ad anticipare un "testo finale" più di un mese prima dell'inizio della conferenza incaricata di stilarlo. O siamo davanti ad un caso di preveggenza di cui non s'è mai visto l'uguale, o siamo davanti all'inizio di una campagna di denigrazione.
Un'ora circa passata a far ricerche su Google ("durban geneva", "durban israel apartheid"...) testimonia che gli ambienti sionisti hanno puntato i riflettori sull'occasione mediatica rappresentata dalla cosiddetta "Durban 2" da almeno un anno; al di là di questo le prove documentali miserrime -non si trova un link alle famigerate "bozze" intrise di antisemitismo neanche a cercarlo con estrema pazienza, né tantomeno si trova qualcosa di simile sul sito ufficiale della conferenza- fanno ipotizzare di essere in presenza di una campagna denigratoria preordinata, che sarebbe scattata in ogni caso con la stessa automaticità con cui Ahmadinejad viene tacciato di antisemitismo anche quando fa gli auguri di Natale.
Dopo le due righe di agenzia su riportate, infatti, giornali stracolmi, politicanti furenti e sionisti di complemento con la penna al vetriolo: lo stato che occupa la penisola italiana annuncia ubbidiente il suo ritiro dalla conferenza, ovviamente non imitato da partner europei ancora in grado di fingere un minimo di dignità.
Le apprensioni sioniste hanno cause precise e identificabili.E i media "occidentalisti" giocano d'anticipo, tentando di rimediare ad un guaio da loro stessi combinato.
La copertura mediatica della conferenza di Durban nel 2001 non si svolse infatti secondo le modalità sperate e portò ad esiti propagandistici molto negativi per il sionismo e per l'"occidentalismo" in generale; è probabile che all'epoca i media avessero ben altre priorità -tipo il tacciare di "terrorismo" chiunque dissentisse dalle oscenità statunitensi- che non l'occuparsi di una conferenza organizzata da quelle Nazioni Unite che l'AmeriKKKa stava apprestandosi a calpestare; la copertura mediatica dell'avvenimento ebbe al contrario ampio spazio in paesi "occidentalisticamente" invisi, dalla Siria alla Repubblica Islamica dell'Iran, i cui media, molto giustamente, fornirono al loro pubblico una visione assai poco edulcorata dell'ideologia sionista e dell'entità statuale che si rifà ad essa.
Gli otto anni trascorsi hanno, ovviamente, peggiorato le cose. La guerra elettorale a Gaza è solo l'ultimo sciagurato capitolo di una catena di azzardi demenziali e di capolavori di idiozia geopolitica messi a segno da un "Occidente" assolutamente incapace di fronteggiare un mondo già irriconoscibile rispetto a quello uscito dalla fine della guerra fredda. Il ventunesimo secolo doveva essere, nelle intenzioni, un "secolo americano"; al momento attuale gli eventi stanno prendendo ben altra direzione e presentano un "occidente" impoverito e fondatamente preoccupato per il futuro, sicuramente senza più alcun titolo per considerarsi "superiore" a chicchessia. Per una classe politica sostanzialmente priva di controllo sull'economia globalizzata, ed il cui compito è sostanzialmente quello di additare mostri alla pubblica opinione e di indorare pillole amare per il tramite della propaganda, che qualcuno possa ricordare ancora una volta come "la più grande democrazia del Medio Oriente" indulga in rappresaglie di antica memoria o non ammetta partiti non sionisti alle consultazioni elettorali rappresenta dunque uno smacco da evitare, se appena appena possibile.


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