Luglio 2009. Vi ricordate Giovanni Galli, l'ex palloniere paracadutato a Firenze dal padrone con il solito cicaleccio gazzettaro che ne statuiva la vittoria al primo turno, quello che degli avversari se ne fregava, quello che qui, quello che là, quello che su, quello che giù?
Quello del padrone in visita alla claque, con i lacché del piddì con la elle a fare da filtro come alle feste in discoteca?
Quello che tutti i giorni per mesi e mesi è stato su tutte le locandine, su tutte le prime pagine?
Quello che libereremo Firenze (come se fosse prigioniera di qualcuno o di qualcosa)?
Quello che i casi umani del piddì con la elle fiorentino gli è toccato stare zitti tutti per tre mesi e lasciargli campo libero sennò erano guai?
Quello della storia personale tanto dolorosa che quindi era un esperto amministratore pubblico?
Quello che le buche nell'asfalto?
Quello che i'ddegrado?
Quello che la sihurezza?
Sparito.
Come prevedibile. E come previsto.
Sparita perfino la sua lista, accorpata in Consiglio con il partito del padrone.
Sparito il suo sito web, ridotto ad un laconico "Grazie a tutti".
Niente di strano. Quando si incarna una visione del mondo che tutto equipara alla palloneria, è logico che non vi sia alcuna ribalta per chi arriva secondo. La logica estrema di chi condivide un silmile punto di vista potrebbe trovare accettabile perfino lo strangolamento dello sconfitto in una strada defilata, la sorte dei vinti che sfilavano dietro la biga del vincitore nei trionfi della Roma antica.
I molti (sessantasettemila elettori, secondo i dati ufficiali) che hanno mostrato di condividere questa concezione della politica e della pubblica amministrazione non si meraviglino di sentirsi abbandonati: è la conclusione logica, e poco meno che dichiarata, cui portano certi comportamenti, certi "valori", certa totale assenza di senso civico e di competenze.
Nonostante un intero universo mediatico tenti di statuire ogni giorno il contrario, la città di Firenze resta uno di quegli angoli di "Occidente", uno di quei buchi neri in cui vigono ancora le vecchie regole della partecipazione e dell'impegno in prima persona quello vero, per quanto la cosa possa disturbare i vuotacessi dell'"occidentalismo" a tutto tondo.
...O meglio, avremmo dovuto scrivere "Giovanni Galli palloniere quasi sparito" perché poche ore dopo il nostro scritto Galli si è fatto vivo con un comunicato stampa dai toni innovativi (la solita tiritera contro i'ddegrado e per la sihurezza: che a Firenze sia praticamente vietato respirare non gli basta) ed in cui statuisce (lui!) il "basta con gli slogan" perché "la campagna elettorale è finita".
Per ora sembra che lo slogan, specie se ecoico di una propaganda peninsulare che nella realtà fiorentina suona poco meno che marziana, sia stato l'unico prodotto della congrega capeggiata da palloniere. Una congrega che ha in vere e proprie "campagne elettorali permanenti" la principale ragion d'essere.
Sparito.
Come prevedibile. E come previsto.
Sparita perfino la sua lista, accorpata in Consiglio con il partito del padrone.
Sparito il suo sito web, ridotto ad un laconico "Grazie a tutti".
Niente di strano. Quando si incarna una visione del mondo che tutto equipara alla palloneria, è logico che non vi sia alcuna ribalta per chi arriva secondo. La logica estrema di chi condivide un silmile punto di vista potrebbe trovare accettabile perfino lo strangolamento dello sconfitto in una strada defilata, la sorte dei vinti che sfilavano dietro la biga del vincitore nei trionfi della Roma antica.
I molti (sessantasettemila elettori, secondo i dati ufficiali) che hanno mostrato di condividere questa concezione della politica e della pubblica amministrazione non si meraviglino di sentirsi abbandonati: è la conclusione logica, e poco meno che dichiarata, cui portano certi comportamenti, certi "valori", certa totale assenza di senso civico e di competenze.
Nonostante un intero universo mediatico tenti di statuire ogni giorno il contrario, la città di Firenze resta uno di quegli angoli di "Occidente", uno di quei buchi neri in cui vigono ancora le vecchie regole della partecipazione e dell'impegno in prima persona quello vero, per quanto la cosa possa disturbare i vuotacessi dell'"occidentalismo" a tutto tondo.
...O meglio, avremmo dovuto scrivere "Giovanni Galli palloniere quasi sparito" perché poche ore dopo il nostro scritto Galli si è fatto vivo con un comunicato stampa dai toni innovativi (la solita tiritera contro i'ddegrado e per la sihurezza: che a Firenze sia praticamente vietato respirare non gli basta) ed in cui statuisce (lui!) il "basta con gli slogan" perché "la campagna elettorale è finita".
Per ora sembra che lo slogan, specie se ecoico di una propaganda peninsulare che nella realtà fiorentina suona poco meno che marziana, sia stato l'unico prodotto della congrega capeggiata da palloniere. Una congrega che ha in vere e proprie "campagne elettorali permanenti" la principale ragion d'essere.
Visto che sul sito del CPA non si possono lasciare commenti, ne approfitto qui per sottolineare l'epica figura di merda rimediata dai taglienti questurini in quel di Villa Panico & Riottosa. Figura di merda accompagnata però dalle consuete devastazioni (in particolare, sembra che il primo piano della Riottosa sia stato ridotto a un concio). Insomma, esattamente come fanno i ladri d'appartamento quando entrano e non trovano niente: distruggono tutto quel che trovano. Si chiamano "forze dell'ordine" e si legge invece: topi. Alcuni li chiamano topi di fogna, ma visto questi recenti avvenimenti sarà meglio chiamarli topi d'appartamento.
RispondiElimina...Sempre su quest'argomento, e stando al sito del CPA, ha ciarlato un certo Matteo Calì, che se non ricordiamo male due anni fa fu letteralmente preso a calci nel corso di un presidio fatto per evitare che un diplomato di Scandicci, tale Achille Totaro, potesse indottrinare i suoi su come e qualmente il CPA e l'"Islàmme" fossero i nemici pubblici numero uno di tutta la città.
RispondiEliminaSì, ho letto del Calì e dei suoi paletti che, opportunamente assai, il sito del CPA invita il medesimo a ficcarsi in quel certo posto. In realtà gli aziongiovinotti avevano già i posticini dove riunirsi, solo che glieli hanno chiusi -pardon, ci hanno messo i paletti- con tanto di ordinanza giudiziaria. Bah! Chissà cosa si calò il Calì! Sospetto anche che non sia roba neppure buona, da quando hanno chiuso i' fulappe e i'collebereho la quantità di cocaina necessaria per il "cambiamento" è drasticamente peggiorata....
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