sabato 23 marzo 2024

Michael Lupino in arte "Welcome to Florence": insicurezza e degrado a Firenze

 

Nelle notti d'inverno fa freddo.
In quella del 16 gennaio 2024 a Firenze le persone serie -operatori sociosanitari, tecnici informatici, traduttori, portalettere, impiegati amministrativi- erano in buon numero a dormire perché la mattina dopo c'era da lavorare.
Le gazzette fiorentine del 23 marzo 2024 invece ci raccontano la storia del giovane Michael Lupino e di come l'ha passata lui, la notte del 16 gennaio.
Per questo genere di cose le gazzette attingono per lo più a documenti forniti ogni giorno dalla gendarmeria, ed è difficile che questo caso costituisca un'eccezione. Quella notte Michael (ancorché Lupino) si è fatto notare (qui su Archive) davanti a una balera con mescita di cui la gendarmeria si è occupata varie volte, e non sempre per segnalarne i frequentatori per una onorificenza al valore civile. Nel mezzo di un concitato scambio di vedute, a Michael (pur Lupino) sarebbe uscito di bocca anche un "lei non sa chi sono io", come nelle barzellette.
Tempo dopo e con tutta calma la gendarmeria avrebbe rilevato che Michael Lupino "non risulta svolgere alcuna attività lavorativa" e che in passato è stato "reiteratamente deferito all'autorità giudiziaria per resistenza e oltraggio, furto, ricettazione, lesioni personali, detenzione ai fini di spaccio". Sarebbe stato anche sanzionato per "uso personale di sostanze stupefacenti nonché per violazione delle misure anti-Covid", e il capo della gendarmeria a Firenze lo considera animato da "una totale mancanza di regole" e da una "spiccata pericolosità sociale".
Michael deve davvero tenerci, a fare le cose per bene.
E ci tiene anche la gendarmeria. Che non solo lo ha oberato di stramulte, ma lo ha anche invitato a non farsi vedere in giro per Firenze per quattro anni. Secondo loro quello che ha da fare (cioè nulla) può benissimo andare a farlo da un'altra parte.
Fin qui i fatti.
Di per sé nulla che farebbe venire voglia di infierire; ogni giorno il gazzettificio lorda il mondo con centinaia di episodi del genere.
Solo che Michael Lupino non è un Lupino qualsiasi.
E nemmeno un Michael qualunque.
Michael Lupino "gestisce la pagina social".
Oh, quella notte di gennaio ci ha insistito molto, su questo.
Giù la testa, inchiniamoci.
Al momento in cui scriviamo esiste effettivamente sul Libro dei Ceffi una autoschedatura a nome di un "Michael Lupino" di Firenze. Non viene aggiornata da anni e presenta contenuti perfettamente in linea con le res gestae fin qui ricordate e con la sostanziale pochezza di chi decide di mettere a parte dei propri miserabili affari un miliardo e rotti di potenziali spettatori.
Il 23 marzo si viene a sapere proprio dalle gazzette (qui in PDF) che la "pagina social" di cui Michael Lupino dice di essere il "gestore" corrisponde a un certo numero di account -"Welcome to Florence" e simili- che figurano su varie piattaforme informatiche per l'autoschedatura di massa, dal Libro dei Ceffi a Instagram.
Con centinaia di migliaia di utenti.
I contenuti sono quelli cui attingono gazzette e micropolitici in campagna elettorale permanente. Deiezioni canine, tipi estrosi, risse, marginalità estrema, liti condominiali, mucchi di spazzatura, umanità sofferente esibita allo scherno senza possibilità di replica. Pare di capire che lo "Welcome to Florence" stia a indicare che secondo Michael Lupino di tanto si compendierebbe la vita associata della città.
Nello stato che occupa la penisola italiana, specie a livello locale, le campagne elettorali della feccia "occidentalista" sono costruite per intero partendo da contenuti di questo genere. L'idea è quella di attribuire alle amministrazioni invise la responsabilità diretta di tutto quanto, arrostitori di gatti compresi (qui su Archive).
È proprio partendo da contenuti di questo genere che vengono alimentate le gazzette con i comunicati stampa e che vengono auspicati, avallati e tradotti operazionalmente da decenni i giridivite, le tolleranzezzèro, le strette e le svolte che nel "paese" dove mangiano spaghetti e più in generale in tutte le realtà dell'epoca contemporanea hanno reso sospetta e sanzionabile qualsiasi condotta esuli da ben determinati e definiti comportamenti di consumo.
Michael Lupino ha avuto un saggio -nemmeno fra i più severi- delle stesse "leggi" e dello stesso sistema repressivo che quelli come lui hanno contribuito a costruire.
Se fosse stato meno melaninodeficiente sarebbe finito schedato su un account analogo per molto meno che per una piazzata notturna davanti a una balera. Sui commenti che avrebbe raccolto, per lo più da parte di individui del suo livello, è caritatevole non trarre conclusioni. Trovarsi con le carte in regola per rientrare nel bacino elettorale "occidentalista" gli è invece valso ampio diritto di replica su una gazzettina on line, accomodante al punto da non schernirlo per essersi paragonato all'Alighieri e da non porgli domande imbarazzanti su come faccia a frequentare mescite e balere, stanti le dubbie fonti di reddito su cui può fare conto.
Per tacere dell'utilità che la pretesa di "raccontare Firenze" da parte di un elemento del genere potrebbe mai avere per l'amministrazione.

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