Questo blog in materia di pallone ha una linea editoriale precisa che è stata seguita per tutti questi anni senza grossi tentennamenti.
I più potrebbero pensare che si tratti di un atteggiamento lievemente insofferente, il che non è affatto vero perché questo blog considera quella del pallone una realtà assolutamente intollerabile e vi si rapporta (il meno possibile) con una gamma di atteggiamenti compresa fra il lievemente infastidito e l'assolutamente disgustato.
Tommaso di Ciaula faceva l'operaio metalmeccanico ed è scomparso nel 2021. Pubblicò Tuta blu nel 1978, quando l'ordine di grandezza della putrefazione palloniera era -dicono- minore di quello di adesso, pur essendo i "valori" dell'ambiente già ben definiti, diffusi e tollerati quando non attivamente promossi.
È stato interessante leggere tra le considerazioni di cui si compone quel suo secondo libro i passi qui riportati.
Piccolo avviso. Il registro linguistico e il vocabolario di Tuta blu non sono né quelli dell'alta diplomazia, né quelli di solito utilizzo in questa sede. Pubblicato oggi un libro simile avrebbe levato le ire dei sostenitori del linguaggio inclusivo e della correttezza politica, che avrebbero eccepito su ogni paragrafo e accampato minacciando grane anche legali le ragioni di chissà quale asteriscata fluidità vegana irta di slash.
I più potrebbero pensare che si tratti di un atteggiamento lievemente insofferente, il che non è affatto vero perché questo blog considera quella del pallone una realtà assolutamente intollerabile e vi si rapporta (il meno possibile) con una gamma di atteggiamenti compresa fra il lievemente infastidito e l'assolutamente disgustato.
Tommaso di Ciaula faceva l'operaio metalmeccanico ed è scomparso nel 2021. Pubblicò Tuta blu nel 1978, quando l'ordine di grandezza della putrefazione palloniera era -dicono- minore di quello di adesso, pur essendo i "valori" dell'ambiente già ben definiti, diffusi e tollerati quando non attivamente promossi.
È stato interessante leggere tra le considerazioni di cui si compone quel suo secondo libro i passi qui riportati.
Piccolo avviso. Il registro linguistico e il vocabolario di Tuta blu non sono né quelli dell'alta diplomazia, né quelli di solito utilizzo in questa sede. Pubblicato oggi un libro simile avrebbe levato le ire dei sostenitori del linguaggio inclusivo e della correttezza politica, che avrebbero eccepito su ogni paragrafo e accampato minacciando grane anche legali le ragioni di chissà quale asteriscata fluidità vegana irta di slash.
La-vo-ra-re. Questi vogliono che mi apro il culo. Certo me lo aprirei, ma almeno la fabbrica si doveva interessare effettivamente di me, dei miei figli, di mia moglie, della nostra salute, invece mi dà quattro soldi e del resto se ne lava le mani. Uno torna a casa e s’invischia in mille ragnatele. Mille e mille cose che non funzionano.
Stasera al termine del telegiornale, dopo tante notizie su tutti i fronti (scandali, omicidi, rapine, stupri, la lira precipita, salgono i prezzi...) arriva il colpo finale, esce quella faccia di minchia del mezzobusto sportivo e ci sbatte in faccia alcuni giornali sportivi con dei titoli che occupano mezza pagina: RIVERA SI È STANCATO, RIVERA SE NE VA, RIVERA SI DIMETTE.
Questa è la vera tragedia nazionale, perché la lira che precipita, gli scandali che si moltiplicano e le fabbriche che chiudono davanti al Rivera che se ne vuole andare diventano un’inezia. Io dico, magari se ne va dalle palle Rivera e tutti quegli scansafatiche come lui, ma se ne debbono andare per sempre questi parassiti, che cazzo mi dà a me Rivera, lui e il Milan, gli arbitri e tutti questi pigghianculo di giornalisti sportivi che alla fine di un telegiornale pieno di sciagure vere, reali, con una faccia da cadaveri, ci annunciano che Rivera ha fatto i capricci, come se fosse finito il mondo. Magari se ne va affanculo, lui gioca e fa i soldi e le ragazze impazziscono per lui, noi operai sfacchiniamo, crepiamo veramente vicino alle macchine e non ci vuol vedere nessuno, non parliamo poi di ragazze. A malapena ci sopportano le nostre mogli, perché stiamo rimbambendo anzitempo.
Oggi al ritorno dalla mensa un gruppo si è attardato a discutere animatamente. Ad un certo punto due tipi sono arrivati quasi alle mani, ormai è chiaro l’oggetto della loro discussione: il pallone! Il bello è che il caporeparto li lasciava fare. Se per caso invece di pallone si parlava di fatti culturali o politici, subito si sarebbe avvicinato e avrebbe zittito mandando ognuno al suo posto di lavoro. Quando vede un gruppo che parla di cose "pericolose", di cose politiche, subito si avvicina e dice con aria interrogativa e di sfida: "ASSEMBLEA"?
Stamattina casino in fabbrica per via dei passaggi di categoria. Quando si parla di soldi l'aria si riscalda. Bolle. Un ex contadino allarmato e meravigliato da tanto casino mi si avvicina e mi dice che è meglio in campagna: qui dentro avvengono cose incomprensibili cose da pazzi, cose brutte che davanti alla grandine o davanti alla siccità sembrano sciocchezze.
Oggi, domenica pomeriggio, il cronista tv attacca tutto eccitato, come se gli avessero messo il diavolicchio in culo, a elencare minuto per minuto i risultati della giornata di calcio. Si agita sulla sedia, si scalda, la voce assume toni drammatici quando apprende che nello stadio X la situazione si è capovolta. A me costui fa soltanto girare le palle, gli faccio una bella pernacchia sul video e spengo con rabbia il televisore.
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