Nel 2009 il Corriere Fiorentino fece un po' di pubblicità ad un certo Guido Scatizzi, che finì sulle gazzette per aver preteso che nell'aula della scuola secondaria che frequentava venisse esposto un simbolo religioso cattolico.
Un crocifisso.
Mancava un crocifisso appeso al muro.
Materia gravissima, gazzettina dixit.
E quando gazzettina sentenzia e statuisce, bisogna stare molto attenti.
Nulla di peggio che deriderla e schernirla come merita, lei e i suoi vicegazzettieri. La "libera stampa" è molto permalosa e basta un niente per ritrovarsi qaedisti ad honorem, magari con segnalazione informale alla polizia politica; d'altro canto la relazione tra "occidentalisti" e principio di realtà tende a zero, al pari del loro senso del ridicolo.
Come follow up, la stessa gazzetta presenta lo stesso tema nel 2014, variandone appena l'ambientazione.
Sommerso dal lavoro frenetico imposto dalla sua posizione di altissima responsabilità, il rettore dell'Università di Firenze ha preso l'iniziativa di ordinare un censimento dei crocifissi esposti negli ambienti universitari. Pare ci sia da prender tempo, perché qualcuno che dispone di dati realistici e concreti su quanto cristiano sia l'"Occidente" contemporaneo, con particolare riguardo alla sua vita politica e sociale, ha chiesto che si faccia finita con certe recite e che i crocifissi vengano rimossi.
Anche stavolta la materia non può assolutamente essere ignorata; gazzettina dixit.
E quando gazzettina sentenzia e statuisce, occorre qualche vicegazzettiere presuntamente competente che produca qualche editoriale da imporre come Editto pel Bon Governo.
Non sono andati a cercare lo Scatizzi, nel frattempo sparito chissà dove; dopo l'abdicazione di Joseph Ratzinger la schiatta gazzettesca degli "atei devoti" e dei crociati da operetta di ogni ordine e stipendio ha visto considerevolmente ridursi lo spazio mediatico a disposizione, e sperabilmente anche i conseguenti (e soprattutto ipotetici) redditi.
A nome Guido Scatizzi esiste una schedatura sul Libro dei Ceffi da cui traiamo la foto qui sopra; il perché lo si capirà a fine lettura.
Il compito di presentare come argomento fondamentale per la vita sociale a Firenze la questione dei crocifissi all'Università è stato affidato ad un Enrico Nistri di cui troviamo un ritratto piuttosto divertito proprio su quella "Riscossa Cristiana" su cui "scrive" anche Scatizzi. "Riscossa Cristiana" ne recensisce astiosamente un vecchio scritto e lo tratta un po' da mosca cocchiera di quei fenomeni partitici che hanno portato a venti anni di successi elettorali "occidentalisti". Secondo i dati biografici reperibili Enrico Nistri sarebbe uno "Storico, giornalista, insegnante di storia e letteratura". La stessa fonte elenca sedi e gazzette tali da far pensare che Enrico Nistri non possa neppure ipotizzare di allontanarsi dagli ambienti "occidentalisti" di più stretta osservanza.
Se pensiamo che come storico, giornalista, insegnante di storia e letteratura ha scritto quanto segue e che pretende anche di essere preso sul serio, si capisce anche il perché.
L'Occidente cristiano vive in una situazione drammatica, di cui come ci ammoniva Oriana Fallaci facciamo finta ancora di non renderci conto. Il califfato dista almeno tre secoli in termini cronologici, ma soltanto poche centinaia di chilometri in senso geografico, e avanza sempre più, come inarrestabile, perché nessuno ha il coraggio di far impolverare gli anfibi nella sabbia del deserto ai nostri figli cresciuti a pane e nutella buonista. Una donna in Pakistan è stata condannata a morte per "blasfemia". Un suddito inglese è stato decapitato nel deserto dopo una condanna declamata in perfetto accento di Oxford. Non ci sono forse stati tanti martiri dai tempi di Diocleziano. Eppure noi facciamo la conta dei crocifissi. Senza pensare a quello che, nel mondo dell'arte, della letteratura, delle Università, il Crocifisso ha contato per noi. [Corriere Fiorentino, 18 ottobre 2014]
Il valore storiografico -e profetico- del collodio secreto da Oriana Fallaci è nullo.
Fine della questione.
Il Califfato è una forma di lotta militare e politica attualissima che, come ricorda tre righe più sotto lo stesso Nistri senza minimamente curarsi della contraddizione, dispone di personale competente in molti campi: ha anche un'efficacia mediatica molto più alta di quanto possa sperare l'occidentalame delle gazzettine, ridotto com'è a schierare in prima linea orientalisti tanto capziosi e preparati.
Forma di lotta militare e politica, il Califfato è attuale perché ricopre gli spazi fisici, geopolitici e sociali lasciati liberi dallo stato-nazione, il cui collasso in Medio Oriente è stato oltremodo incentivato dalle costanti intromissioni "occidentali" degli ultimi decenni, tutte benedette dalle gazzettine su cui Nistri scribacchia da trent'anni e che per altrettanto tempo hanno giurato sull'efficacia del democracy export effettuato con qualsiasi mezzo, dal missile da crociera alla "rivoluzione" più o meno colorata.
In sostanza lo storico Enrico Nistri vorrebbe dare ad intendere che un gruppo di sanguinari vestiti stranamente si è alzato una mattina e si è messo a decapitare questo e quello in nome dell'Inviato e dei suoi successori, magari approfittando delle circostanze per girare qualche filmato pubblicitario sulla bontà delle lame damascate. A questo punto è difficile non pensare con tenerezza agli allievi di un insegnante di storia e letteratura tanto competente.
Lo Stato Islamico conta su armamenti moderni catturati al "Libero" Esercito Siriano scopertamente rifornito dagli "occidentali" e rivelatosi un aggregato litigioso, per nulla rappresentativo e divorato dalle diserzioni. Per almeno tre anni carrettate di armi di ogni genere sono entrate nel territorio della Repubblica Araba di Siria per gentile concessione "occidentale": c'era da far fuori Assad e pazienza se la maggioranza del popolo siriano era filogovernativa prima della guerra, ed ha continuato ad essere filogovernativa anche a guerra in corso nonostante le caterve di menzogne e di idiozie pubblicate da tutte le gazzette più "autorevoli".
In queste condizioni si tratta di ben altro che di far impolverare gli anfibi a qualcuno, lo capisce chiunque non sia un mangiaspaghetti o un Enrico Nistri.
Nel 2003 lo stato che occupa la penisola italiana fece sì che ad un po' dei figli di Enrico Nistri fosse consentito impolverarsi gli anfibi. Sul loro rapporto con la Nutella e col "buonismo" (che è il vocabolo con cui la feccia "occidentalista" indica quelli che per le persone normali sono il raziocinio, la coerenza e la competenza) non si hanno dati sicuri, ma siamo ragionevolmente certi che non si tratti di variabili contestualmente rilevanti.
I risultati sono stati tali che ad oltre dieci anni dai fatti gli "occidentalisti" della penisola italiana permangono contriti per quanto successo a Nassiriya. Sorvolando con cura sul fatto che da altrettanto tempo, in un'area compresa tra il Mediterraneo e lo Shatt al-'Arab, c'è almeno una Nassiryia al giorno. Non che la distruzione del tessuto sociale del Medio Oriente e la situazione di guerra civile e convenzionale ormai endemica sia per intero da addossare a questi buoni a nulla ben vestiti, ma il loro piccolo, da bravi piccoli, lo hanno fatto con volenterosa e retribuita diligenza.
Su una cosa siamo d'accordissimo con Enrico Nistri; far assaggiare ad un po' di smidollati il concreto peso di qualche marcia sotto il sole non potrà che far loro bene.
Si torni alla foto in alto, che con ragionevole certezza ritrae Guido Scatizzi.
Enrico Nistri provveda a contattarlo, e dopo avergli chiesto come mai su "Riscossa Cristiana" lo hanno trattato così male, lo convinca a separarsi dalla Nutella con cui è cresciuto e parta assieme a lui per la zona d'operazioni.
Chissà che la sua competenza di storico non esca rafforzata dall'aver sentito che odore ha una ferita agli intestini.
Chissà che la sua competenza di storico non esca rafforzata dall'aver sentito che odore ha una ferita agli intestini.
In fondo, se sono esistite una Crociata dei Fanciulli ed una Crociata dei Pezzenti, non si vede perché non debba esserci anche una Crociata dei Cialtroni.
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